• Libri
  • Martedì 10 ottobre 2023

Il caso attorno all’autenticità dei libri di Camilla Läckberg

Un giornalista dice di aver dimostrato con dei programmi di analisi testuale che la nota scrittrice di gialli svedese avrebbe un ghostwriter

(EPA/Victor Casado)
(EPA/Victor Casado)

Da una settimana nell’editoria svedese e non solo si discute di un articolo uscito sulla rivista online Kvartal che accusa la famosissima autrice di gialli Camilla Läckberg, tradotta e molto venduta anche in Italia, di non essere in realtà l’autrice di tutti i suoi libri. Il giornalista Lapo Lappin, che ha firmato l’articolo, sostiene che almeno due dei suoi romanzi recenti, Donne che non perdonano e Il gioco della notte, siano stati scritti da qualcun altro e che il primo di questi sia in realtà dell’autore ed editor di Läckberg: lo scrittore Pascal Engman.

Camilla Läckberg è molto nota come autrice di gialli in molti paesi del mondo tra cui l’Italia, dove è pubblicata da Marsilio: i suoi libri sono stati tradotti in oltre quaranta lingue e hanno venduto svariati milioni di copie. Che alcuni romanzi di Läckberg siano in realtà stati scritti da un ghostwriter è una voce che circolava già da un po’ e che è sempre stata smentita dall’editore. Lappin sostiene di avere ottenuto le prove di questa teoria dopo aver analizzato i suoi romanzi con due programmi che identificano lo stile di un autore sulla base dell’uso, dell’accostamento e della ricorrenza delle parole nei suoi scritti. Sia la casa editrice, che Engman, che la stessa Läckberg hanno negato che ci sia qualcosa di vero dietro le accuse di Lappin.

Nell’articolo Lappin racconta di aver usato un programma che si chiama Stylo, sviluppato tra gli altri da due studiosi polacchi di letteratura, Jan Rybicki e Maciej Eder. I due avevano indagato nel 2017 anche sulla reale identità della scrittrice italiana nota con lo pseudonimo di Elena Ferrante insieme a un gruppo di professori universitari provenienti da tutto il mondo ed erano arrivati alla conclusione che fosse Domenico Starnone. Secondo quanto spiegato da Lappin, Stylo individua e conta le parole più frequenti in un testo, le elabora con metodi statistici per trovare utilizzi ricorrenti e poi mostra i risultati in un grafico: i romanzi con stili di scrittura simili appaiono vicini tra loro mentre quelli con stili diversi più lontani.

Per mostrare ai lettori come funziona Stylo, Lappin ha caricato prima una serie di romanzi svedesi: la trilogia Millennium di Stieg Larsson – che uscì dopo la morte dell’autore e fu un enorme successo internazionale –, un’altra trilogia scritta come seguito di Millennium dall’autore David Lagercrantz e un altro romanzo legato alla stessa serie scritto da Karin Smirnoff. Ha impostato il programma in modo che trovasse e analizzasse le mille parole più comuni di ciascun libro e poi ha pubblicato il grafico con i risultati. Nonostante la storia sia la stessa e molti personaggi ritornino in tutti i libri, il programma è stato comunque in grado di riconoscere che i primi tre libri erano stati scritti dalla stessa persona, i secondi tre da un’altra e l’ultimo da un’altra ancora.

Per indagare su Läckberg, Lappin ha caricato sul programma gli undici suoi libri della serie Fjällbacka, che prende il nome dalla località dove è nata l’autrice e racconta delle indagini di una coppia formata da una scrittrice e un poliziotto. Il primo libro della serie, La principessa di ghiaccio, era uscito nel 2002, mentre l’ultimo, Il figlio sbagliato, è uscito in Svezia l’anno scorso. A questi ha aggiunto i romanzi di altri cinque scrittori svedesi dello stesso genere: Liza Marklund, Lars Kepler, Sofie Sarenbrant, David Lagercrantz e Stieg Larsson. Il grafico restituito dal programma sembra riconoscere la somiglianza tra i libri degli stessi autori e li mostra effettivamente molto vicini tra loro e lontani dagli altri, a piccoli gruppi. Sulla base di questo primo risultato Lappin sostiene che «tutti i libri della serie Fjällbacka [scritti tra il 2002 e il 2022, ndr] condividono più o meno lo stesso stile caratteristico», che lui presuppone essere lo stile di Läckberg.

Dopodiché Lappin ha inserito nel programma altri quattro romanzi recenti di Läckberg: Donne che non perdonano (2018), Il gioco della notte (2021), La gabbia dorata (2019) e Ali d’argento (2020). Il grafico restituito da Stylo colloca questi quattro libri lontano dagli undici inseriti inizialmente: La gabbia dorata e Ali d’argento sono vicini tra loro ma lontani da Il gioco della notte, che è a sua volta lontano da Donne che non perdonano. Lappin conclude che questi quattro libri abbiano uno stile diverso da quello di Läckberg e ipotizza che l’autore possa essere un altro autore di gialli svedese, Pascal Engman, che è stato tra l’altro editor di Läckberg – la figura che segue e aiuta un autore nella composizione di un libro – e viene spesso citato nei ringraziamenti alla fine dei suoi romanzi.

Dopo aver caricato i libri di Engman sul programma, Lappin ha concluso che Donne che non perdonano sia stato scritto da lui e che Il gioco della notte non sia stato scritto né da lui né da Läckberg. Gli altri due invece vengono collocati nello schema a metà strada tra gli altri romanzi dei due autori.

Engman è stato effettivamente editor di Donne che non perdonano, La gabbia dorata e Ali d’argento, cosa che potrebbe spiegare la vicinanza di questi romanzi al suo stile. Lappin ha contattato Engman, che gli ha risposto che «tutti coloro che hanno pubblicato un libro sanno che è compito dell’editor lavorare con il testo dell’autore» e ha negato di essere il ghostwriter di Läckberg, riferendosi al termine con cui si definisce nell’editoria chi scrive un libro per un’altra persona senza che sia esplicitamente riconosciuto.

A quel punto Lappin ha raccontato di aver fatto un nuovo esperimento con un altro programma, JGAAP, che fu messo a punto quasi vent’anni fa da un esperto di questo tipo di ricerche statistiche sui testi, Patrick Juola, e che nel 2013 fu usato tra le altre cose per confermare che dietro lo pseudonimo di Robert Galbraith, autore di Il richiamo del cuculo, ci fosse in realtà J.K. Rowling, autrice della già famosissima saga di Harry Potter. La scoperta non venne solo dall’analisi di Juola, visto che il giornalista che pubblicò lo scoop aveva ricevuto una soffiata su Twitter e aveva trovato altre prove a sostegno della sua tesi, ma l’analisi con JGAAP servì per certi versi a confermare che lo stile di scrittura di Il richiamo del cuculo e quello di un altro libro precedentemente scritto da Rowling, Il seggio vacante, erano simili tra loro.

Lappin scrive di aver fatto un po’ di prove per testare l’affidabilità di JGAAP e di aver concluso che ha un’«altissima precisione». Secondo il programma tra gli otto scrittori i cui libri sono stati caricati da Lappin, l’autore di Donne che non perdonano sarebbe Engman e non Läckberg. Il gioco della notte invece viene attribuito dal software all’autrice Sofie Sarenbrant o all’autore Lars Kepler, come terza ipotesi a Engman e come quarta a Läckberg: secondo Lappin però l’autore di questo libri non è nessuno di questi. JGAAP arriva invece alla conclusione che Läckberg è l’autrice sia di La gabbia dorata che di Ali d’argento, anche se entrambi risultano molto vicini anche allo stile di Engman.

Contattata da Lappin l’addetta stampa di Läckberg ha risposto che le sue insinuazioni non sono degne di risposta, mentre l’editrice svedese dei suoi libri, Ebba Östberg, ha definito la teoria sostenuta nell’articolo «un’accusa grave». Läckberg ha poi pubblicato un post su Instagram in cui ha sostenuto che l’articolo di Lappin rientri nella generale tendenza di un certo gruppo di letterati svedesi a sminuire il suo successo perché ritengono la sua scrittura banale e troppo poco letteraria.