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  • Venerdì 29 settembre 2023

La «bisteccheria più rinomata di New York» che non esisteva veramente

Dopo averla creata per scherzo su Google Maps in corrispondenza della propria casa, dei ventenni l'hanno aperta per una sera

(Mehran Jalali/Twitter)
(Mehran Jalali/Twitter)
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La sera di sabato scorso 140 persone si sono trovate in un locale sulla 83esima Strada a Manhattan per provare un ristorante che, secondo il suo sito, «era completamente prenotato per i prossimi sei mesi». Si chiamava Mehran’s Steakhouse, “la bisteccheria di Mehran”, e su Google era da quasi un anno una delle bisteccherie più rinomate dell’Upper East Side, uno dei quartieri più lussuosi di New York, con decine di recensioni positive al limite dell’assurdo. «Non ho mai assaggiato qualcosa di così delizioso e squisito. Mentre ne prendi un boccone vieni interamente trasportato nella pura beatitudine e serenità. È evidente che la bistecca è stata cucinata dalle mani di Dio», diceva per esempio una recensione. «Non sono disposto a dire altro sui dettagli di questa esperienza profondamente emozionante che ricorderò per il resto della mia vita», un’altra.

In una città come New York, dove riuscire a entrare in posti con lunghissime liste d’attesa e scovare nuovi ristoranti ancora sconosciuti è una passione condivisa da molti, le voci sulla bisteccheria di Mehran avevano cominciato a circolare moltissimo, e più di 900 persone avevano inserito i propri contatti sul sito del ristorante nella speranza di essere richiamati se si fosse liberato un tavolo. Il problema è che non esisteva nessuna Mehran’s Steakhouse, ma soltanto un gruppo di amici ventenni che aveva messo assieme uno scherzo molto elaborato.

https://twitter.com/TheTobiSmith/status/1707159714683855014

Il New York Times ha intervistato gli autori dello scherzo, ricostruendo che tutto è cominciato in una casa di Manhattan in cui vivevano, scomodamente, una quindicina di ventenni, quasi tutti impiegati in startup e altre aziende tecnologiche in città. Uno di loro, Mehran Jalali, aveva preso l’abitudine di cucinare bistecche per i suoi coinquilini e amici ogni paio di settimane, e insieme avevano deciso di creare per scherzo una scheda su Google Maps che segnalasse, all’indirizzo in cui vivevano, l’esistenza della “bisteccheria di Mehran”. Man mano che venivano a cena, gli amici erano invitati a lasciare una recensione entusiasta.

La presenza della scheda su Google Maps, però, aveva cominciato ad attirare anche l’attenzione di persone che non sapevano che fosse uno scherzo: dopo che una coppia si era presentata al loro indirizzo chiedendo della bisteccheria, Jalali e alcuni amici hanno quindi deciso di creare un finto sito internet dove fosse possibile registrarsi a una lista d’attesa per avere l’opportunità di mangiare nel locale. Che non esisteva. Quando ad aprile una giornalista gastronomica rinomata ha cominciato a parlare del «mistero della Mehran’s Steakhouse», hanno deciso di affittare uno spazio eventi per una sera e inscenare un complesso banchetto, come coronamento finale dello scherzo.

Lo spazio è stato decorato con foto finte di Jalali che serve cibo a personaggi come John F. Kennedy e Albert Einstein e con un busto di Jalali stesso. Per cucinare e servire ai tavoli, il gruppo ha chiamato circa 60 persone, tra amici e conoscenti che avevano seguito la storia nel corso dei mesi. Prima avevano fatto visita a diversi ristoranti della città, intervistando i dipendenti, per capire come funzionava davvero una bisteccheria.

Prima del pasto, Jalali ha invitato pomposamente i commensali a «sospendere la vostra comprensione della linearità del tempo». Il menù è stato intitolato «Il ciclo della vita di una mucca», ed era composto soprattutto di latte, formaggio e bistecche, a un prezzo di 114 dollari a persona, esclusa la mancia e il vino. Prima di presentarlo ai commensali, gli organizzatori hanno anche chiesto a un rinomato chef locale di assaggiare e criticare i piatti.

Il servizio è stato ovviamente goffo e improvvisato, i piatti cucinati in maniera dilettantesca, e la maggior parte dei commensali si è accorta del fatto che qualcosa che non andava. Un uomo ha detto al New York Times che l’impressione era quella «di trovarsi in una recita teatrale più che a un ristorante», e di essersi accorto che stava assistendo «alla battuta finale di uno scherzo tra amici». Un altro si è domandato se si trattasse di un esperimento sociale dopo aver assistito a una finta proposta di matrimonio (organizzata, anche in questo caso, dagli amici di Jalali). Diversi clienti, a quanto pare, se la sono presa per essere cascati nello scherzo, e una coppia se ne è andata rifiutandosi di pagare.

Non è la prima volta che succede una cosa simile, comunque: nel 2017 uno scrittore britannico aveva creato un finto ristorante londinese, The Shed at Dulwich, creando un finto profilo su Tripadvisor per pubblicizzarlo e chiedendo ad amici e parenti di lasciare recensioni positive fino a entrare nella classifica dei migliori ristoranti di Londra. Dopo aver rifiutato prenotazioni per mesi, l’uomo aveva deciso di “aprire il ristorante” per una sola sera, spendendo una quarantina di euro di ingredienti e servendo a tutti piatti pronti e zuppa in lattina nel proprio giardino di casa.