Guida alle “dating app” in circolazione

Tinder rimane la più popolare, ma a seconda di ciò che si cerca esistono varie alternative

Una scena di Her (Annapurna Pictures)
Una scena di Her (Annapurna Pictures)
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Lo stereotipo vuole che il periodo tra settembre e ottobre sia quello in cui le persone single, tornate dalle vacanze, cominciano a cercare con un po’ più di attenzione qualcuno con cui uscire nei freddi mesi invernali. In inglese il fenomeno ha anche un nome, “cuffing season”: la stagione in cui ci si ammanetta, tipo. Se gran parte delle persone lo fa in modo analogico – magari facendosi presentare qualcuno dagli amici – in Italia, secondo un sondaggio condotto l’anno scorso dall’agenzia time2play, poco più del 30 per cento delle persone single dice di utilizzare app per appuntamenti. La più famosa, e quindi quella che le persone normalmente scaricano la prima volta che decidono di provare a incontrare qualcuno online, è Tinder, ma negli ultimi dieci anni ne sono nate molte altre che rispondono a necessità, desideri e orientamenti sessuali diversi.

Tinder

Secondo il sondaggio di time2play, il 67 per cento degli italiani che usano almeno un’app di questo tipo usano Tinder, che è nata nel 2012 e per moltissime persone è ormai sinonimo di “app per appuntamenti”. Tinder ha sostanzialmente inventato la meccanica che oggi sta alla base di gran parte delle dating app: lo “swipe”, ovvero l’atto di trascinare il dito sullo schermo verso destra o verso sinistra per segnalare il proprio interesse o disinteresse per il profilo che viene proposto dall’algoritmo. Sempre a Tinder si deve la popolarizzazione del concetto di “match”, ovvero il momento in cui due persone hanno mostrato reciproco interesse vengono messe in contatto.

Iscriversi è molto semplice e gratuito, si può scegliere di condividere molti dettagli e fotografie oppure pochi, e le persone iscritte (anche in Italia) sono abbastanza da offrire un buon quantitativo di scelta anche fuori dalle grandi città (benché molti si dicano messi in difficoltà proprio dal grande numero di profili presenti nell’app). L’utenza è in larga parte eterosessuale, pur comprendendo anche un certo numero di persone omosessuali.

Chi paga un abbonamento come Tinder Plus, Gold o Platinum ha accesso a maggiori funzionalità, come la possibilità di inviare “Super Mi piace” ai profili che interessano particolarmente – per segnalare il proprio interesse senza aspettare che l’altra persona esprima reciprocità – o vedere a chi è piaciuto il proprio profilo, pensate per rendere meno frustrante l’esperienza.

Sebbene esistano molte persone che hanno trovato l’amore su Tinder, e nonostante di recente l’applicazione abbia introdotto la possibilità di comunicare in anticipo il genere di relazione che si cerca, l’applicazione è utilizzata perlopiù per cercare rapporti occasionali con persone dell’altro sesso. Il fatto che sia la prima applicazione a cui la gente pensa quando si parla di dating app, però, significa anche che Tinder è pieno di persone poco abituate a comunicare con qualcuno che hanno appena conosciuto virtualmente: l’impressione di chi ha usato diverse app di incontri è che ospiti un numero più alto di persone cafone o moleste.

Bumble

Esiste dal 2014 ed è considerata l’alternativa femminista a Tinder. Un po’ perché la fondatrice, Whitney Wolfe, l’ha creata dopo aver lasciato Tinder e aver citato in giudizio la sua ex azienda per discriminazioni sessuali e molestie, e un po’ perché l’applicazione permette soltanto alle donne di iniziare un dialogo con le persone con cui hanno un match, cioè che l’applicazione mette in contatto perché hanno espresso interesse reciproco.

Il funzionamento non è molto diverso da quello di Tinder, dato che si basa comunque su un meccanismo di swipe e match: il fatto che le donne (e le persone non binarie, che non si identificano cioè né come uomini né come donne) siano le uniche a poter mandare il primo messaggio è quindi la differenza centrale. È una caratteristica pensata per attirare le donne stanche di ricevere attenzioni insistenti e talvolta aggressive comuni su molti altri siti e app da parte dei maschi. Ma in realtà piace anche agli uomini che apprezzano la possibilità di potersi approcciare a una donna senza dover pensare a un modo per rompere il ghiaccio che metta anche in chiaro che non si hanno intenzioni moleste.

Al contrario della maggior parte delle altre app, i match su Bumble hanno una scadenza: le donne hanno soltanto 24 ore per scrivere alle persone con cui hanno fatto match, anche se ci sono modi (soprattutto a pagamento) di estendere questo limite per un altro giorno.

Si tratta di un’applicazione ormai piuttosto conosciuta, quindi non è difficile trovarci persone anche quando si vive lontani da una grande città, anche se la base di utenti non è numerosa come su Tinder. La sensazione è che gli utenti di Bumble lo usino un po’ meno per cercare rapporti occasionali e un po’ di più per cercare qualcuno con cui uscire, anche in un’ottica di lungo periodo. L’applicazione offre anche delle sezioni separate da quella per cercare appuntamenti, che permettono di cercare soltanto amici o contatti lavorativi. E funziona relativamente anche per chi cerca relazioni queer o lesbiche, anche se non è particolarmente diffusa nella comunità LGBTQ+.

– Leggi anche: “Queer” e “LGBT” hanno sostituito la parola “gay”?

Hinge

In Italia è disponibile da poco più di un anno, ma all’estero è molto popolare da tempo perchè offre un’alternativa allo swiping tra grandi quantità di profili incentrato soprattutto sull’aspetto fisico, che caratterizza Tinder. Hinge richiede a tutti di caricare delle foto, ma anche di rispondere a qualche domanda su di sé, scegliendo tra varie opzioni più o meno divertenti e pensate per aiutare a iniziare conversazioni. I profili proposti dall’applicazione non sono scelti in modo casuale, ma anche in base agli hobby e alle preferenze dichiarate dagli utenti. È interessante anche il fatto che, al contrario di gran parte delle altre applicazioni, Hinge non cerchi i profili da mostrare in base alla posizione geografica in cui si trova l’utente, ma in base al luogo dove la persona ha dichiarato di essere, il che rende più semplice per esempio cominciare a chiacchierare con qualcuno che sta in una città dove ci si sta per trasferire o dove si sta per andare in vacanza.

Nella sua versione gratuita l’app permette di esprimere interesse per otto persone al giorno (inviando un messaggio, una “rosa” o un semplice cuore), e offre anche una funzione attraverso cui comunicare all’app se un match ha portato a un incontro offline, in modo che l’algoritmo capisca il genere di persona con cui si è più compatibili. Una delle critiche più diffuse è l’impressione che l’app “nasconda” i propri utenti più interessanti in una specifica sezione in cui non è possibile inviare un semplice cuore (gratuito) ma soltanto “rose”, che invece sono quasi sempre a pagamento, per incentivare gli utenti a pagare per averne un numero maggiore. L’azienda non ha mai negato o confermato questa supposizione.

Meetic

Creata in Francia nel 2001, è una delle opzioni che esistono da più tempo, e per molti anni è stata disponibile soltanto come sito web. Si rivolge esplicitamente a chi cerca una relazione duratura, non un rapporto occasionale, e fa un lavoro piuttosto rigoroso di individuazione e rimozione di bot e utenti molesti. Una volta iscritti, il profilo non è attivo da subito: occorre aspettare un paio di giorni, per lasciare allo staff il tempo di passare in rassegna i nuovi iscritti e assicurarsi che i loro profili non violino le regole della comunità. Si può poi scegliere di essere mostrati agli altri con un nickname fittizio: in tal caso, il vero nome di una persona verrà rivelato soltanto alle persone con cui si manifesta interesse reciproco.

Altamente incentrato sulla personalizzazione del proprio profilo, Meetic chiede agli utenti di compilare un questionario sui propri desideri e le proprie aspettative e di condividere quanti più dettagli possibili sui propri hobby, esperienze e stili di vita in modo da permettere alle persone di valutare meglio la propria compatibilità. Al contrario di altre applicazioni molto incentrate sull’aspetto fisico, in teoria su Meetic la personalità degli utenti è centrale nel processo con cui si decide se uscire con qualcuno.

I profili degli altri utenti si possono filtrare in base a tantissimi criteri, come localizzazione (fino a 100km di distanza da dove ci si trova), stato civile e figli, paese d’origine, il fatto che qualcuno sia o meno un fumatore, il fatto che abbia un determinato hobby o che condivida dei valori, come per esempio la fede religiosa. Per comunicare il proprio interesse, poi, si può decidere se inviare a qualcuno un fulmine (che rappresenta una “sbandata”, ovvero un generico segnale di interesse) o un fumetto (che invita all’avvio di una conversazione privata), oppure se salvare un account tra i propri preferiti. Gli utenti che non hanno pagato alcun tipo di abbonamento possono soltanto comunicare una sbandata, ma non possono avviare conversazioni o salvare i profili altrui tra i preferiti. Al contrario di molte altre dating app, quindi, Meetic richiede fin da subito un abbonamento per utilizzare gran parte delle funzionalità.

Altra piattaforma piuttosto simile a Meetic è OkCupid, a sua volta incentrata sulla ricerca di relazioni durature e con una discreta base di utenti italiana.

Facebook Dating

Lanciato da Facebook nel 2019, permette alle persone che hanno già un profilo sul social network di iscriversi al servizio all’interno della piattaforma, inviando discretamente dimostrazioni di interesse ai propri contatti (che vengono notificati soltanto se l’interesse è reciproco) ma anche scoprendo molti profili nuovi. Ha il beneficio dell’immediatezza, dato che non richiede di scaricare altre app o iscriversi a nuove piattaforme, ma non si è mai diffuso particolarmente.

Feeld

Partita nel 2014 nel Regno Unito ma oggi disponibile a livello internazionale, Feeld è una dating app fortemente incentrata sull’esplorazione di tipi di relazioni ed esperienze sessuali non tradizionali. Riunisce quindi persone poliamorose, coppie aperte e chiunque stia cercando persone che condividano l’interesse o la curiosità per esperienze sessuali diverse dal tradizionale rapporto eterosessuale di coppia. Gli utenti sono raramente aggressivi o molesti, anche se la cultura dell’applicazione incoraggia una comunicazione molto diretta ed esplicita rispetto a ciò che si cerca.

Feeld permette alle coppie di collegare i propri profili in modo che vengano mostrati insieme (pur mantenendo un certo livello di privacy tra i componenti), e si può scegliere tra 20 orientamenti sessuali e 19 identità di genere. L’interesse verso qualcun altro si indica con un “mi piace” o “non mi piace”, ma al contrario della maggior parte delle dating app non è necessario esprimere subito il proprio giudizio, e si può scegliere semplicemente di “saltare” un profilo. Quando due utenti sono reciprocamente interessati, possono cominciare a scambiarsi messaggi. I membri possono anche inviare un “ping” per notificare immediatamente il proprio interesse: ci sono un paio di “ping” gratuiti al giorno, ma chi ne vuole di più può acquistarli. Un ulteriore abbonamento a pagamento permette di vedere chi ha espresso interesse per sé, di cercare utenti che hanno gli stessi interessi in modo più approfondito e di visualizzare i profili in incognito, quindi senza che il proprio profilo sia visibile.

Trattandosi di un’applicazione ancora di nicchia, gran parte degli utenti si trova nelle grandi città, e per chi ci accede dall’Italia le opzioni potrebbero finire più in fretta del previsto. La base di utenti è piuttosto giovane, tra i 20 e i 40 anni.

– Leggi anche: Trovare alternative alla monogamia sta diventando più facile

Le dating app specifiche per la comunità LGBTQ+

Oltre a quelle citate fin qui, che sono tutte più o meno inclusive e quindi utilizzabili da persone che cercano rapporti o relazioni non eterosessuali, ne esistono anche diverse pensate specificatamente per la comunità LGBTQ+.

Per le donne a cui piacciono le altre donne, in Italia le opzioni più gettonate sono HER e Wapa: entrambe sono utili sia a chi cerca una relazione seria sia chi vuole solo rapporti occasionali, ma non è raro trovarci qualcuna che vuole semplicemente nuove amiche.

Per gli uomini a cui piacciono gli altri uomini l’app più utilizzata continua a essere Grindr, che esiste dal 2009 ed è ormai un brand riconoscibilissimo nella comunità gay. Non funziona come Tinder, e quindi non ci sono swipe o match: una volta entrati e condivisa la propria posizione geografica, l’app mostra in una sola schermata tutti gli utenti disponibili nella propria zona, permettendo di contattarli istantaneamente. Viene usata soprattutto per organizzare incontri a sfondo sessuale, ma per chi la usa in provincia o comunque lontano dai grandi centri è utile anche per trovare altre persone queer con cui uscire.