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  • Lunedì 25 settembre 2023

Il grande inizio di stagione del Brighton di De Zerbi

Dopo il sesto posto dell’anno scorso, la squadra di calcio inglese dell’allenatore italiano è terza in classifica e ha debuttato in Europa

Roberto De Zerbi (Tim Nwachukwu/Getty Images for Premier League)
Roberto De Zerbi (Tim Nwachukwu/Getty Images for Premier League)
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Un anno fa l’allenatore italiano Roberto De Zerbi era stato chiamato dalla squadra inglese del Brighton per sostituire Graham Potter, che dopo quattro vittorie nelle prime sei giornate di campionato era stato ingaggiato in corsa dal Chelsea per oltre 20 milioni di euro. De Zerbi era già ritenuto uno degli allenatori più interessanti in circolazione ma era rimasto senza squadra dopo che il suo contratto con gli ucraini dello Shakhtar Donetsk era stato risolto per via della guerra.

L’ingaggio di De Zerbi al Brighton non aveva sorpreso più di tanto e anzi, la curiosità era stata alta fin da subito. Già negli anni precedenti il Brighton si era distinto infatti per i metodi di gestione innovativi della sua proprietà, una delle prime ad aver adottato strategie analitiche come standard aziendale quando nel calcio non erano ancora diffuse come in altri sport.

Queste strategie avevano contribuito a dare alla squadra inglese un carattere prettamente offensivo anche con i precedenti allenatori, e soprattutto a non lasciare nessun aspetto del gioco al caso. Per questi motivi il Brighton era già ritenuta una squadra ideale per De Zerbi, ex calciatore cresciuto nelle giovanili del Milan durante il periodo vincente di Arrigo Sacchi, allenatore a cui si ispira quando dice di voler controllare il gioco «tenendo il pallone». Le sue squadre infatti sono note per difendersi e procurarsi le maggiori opportunità in attacco proprio tramite il possesso palla continuato e lo sviluppo ragionato delle azioni.

Dopo circa un anno dal suo ingaggio al Brighton, i risultati hanno anche superato le aspettative. Il sesto posto della scorsa stagione è stato il miglior piazzamento di sempre in Premier League per il Brighton ed è valso la prima qualificazione alle coppe europee nella storia del club. In questa nuova stagione, dopo sei giornate di Premier League — il campionato più seguito e competitivo d’Europa — la squadra è addirittura terza in classifica dopo aver battuto tra le altre Newcastle e Manchester United.

«È una delle migliori squadre al mondo per come gioca. Per vincere abbiamo studiato tanto, mi ci sono volute ore per capire tutte le alternative di gioco che hanno» ha detto di recente Matías Almeyda, l’allenatore dell’AEK Atene che è riuscito a battere il Brighton nella prima partita europea giocata nella città inglese. È stato comunque un incontro spettacolare e aperto fino al gol del 3-2 segnato dai greci a cinque minuti dalla fine.

Nonostante il risultato e nonostante l’impegno infrasettimanale fosse una novità per il Brighton, domenica la squadra è tornata subito alla vittoria in campionato nel cosiddetto south coast derby contro il Bournemouth. Con quest’ultimo risultato il Brighton è diventata la prima squadra al di fuori delle grandi sei del campionato inglese (Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, United e Tottenham) ad aver vinto almeno cinque delle prime sei partite di campionato negli ultimi diciotto anni.

In Inghilterra già da tempo ci si riferisce al gioco del Brighton con il termine DeZerbiBall, come si usa fare solitamente con le squadre che propongono uno stile di gioco riconoscibile e identificativo dei loro allenatori. Nella recente vittoria contro il Manchester United, per esempio, i tre gol segnati dal Brighton sono stati preceduti complessivamente da 65 passaggi (30 soltanto il secondo), il massimo per una squadra inglese secondo i dati raccolti da Opta negli ultimi 17 anni.

La serie di passaggi che ha preceduto il 2-1 del Brighton al Manchester United (Opta)

Dopo le prime cinque giornate delle sei disputate finora il Brighton aveva già segnato 15 gol (ora con 18 è il miglior attacco del campionato) e questi erano stati preceduti complessivamente da 137 passaggi: in media circa nove prima di ciascun gol, più di ogni altra squadra del campionato, comprese Arsenal e Manchester City, le due grandi squadre inglesi che propongono un gioco simile e altrettanto efficace.

Quello che però sorprende del Brighton di De Zerbi è il modo in cui una squadra di piccole-medie dimensioni riesca a prevalere attraverso il gioco in modo così evidente, nonostante negli ultimi anni il campionato inglese si sia evoluto profondamente. Il contributo dato da grandi allenatori stranieri come Pep Guardiola, Arsene Wenger, Mikel Arteta, Jürgen Klopp e Unai Emery ha infatti portato cambiatamenti nella tradizione della Premier League, contraddistinta dal vecchio stile di gioco inglese basato soprattutto su atletismo e aggressività.

Un altro dato significativo che sta circolando di recente è il valore complessivo dei giocatori con cui il Brighton ha battuto il Manchester United. Il costo degli undici titolari scelti da De Zerbi era infatti di circa 18 milioni di euro, che è quanto lo United ha pagato soltanto per un suo terzino, il portoghese Diogo Dalot. Se invece si prende in considerazione tutta la squadra dello United, il costo complessivo è di quasi un miliardo di euro.

Il reclutamento dei giocatori è un altro aspetto per cui il Brighton era già famoso e che ora sta sostenendo i risultati ottenuti da Da Zerbi.

A Brighton non sono mai arrivati giocatori affermati. La linea della società è sempre stata dettata dai numeri, dal far funzionare giocatori scovati in campionati minori, o che altrove non erano stati capiti: come nel caso del trentenne difensore centrale Dan Burn, comprato già in età avanzata per meno di 4 milioni di euro e rivenduto per 15 milioni al Newcastle di proprietà saudita.

Ma è stato dopo il sesto posto dell’anno scorso che la società ha ottenuto le plusvalenze più alte della sua storia. Alexis Mac Allister, comprato nel 2020 per poco più di 10 milioni di euro dal Boca Juniors, è stato venduto al Liverpool (dopo aver vinto i Mondiali con l’Argentina) per circa 60 milioni. È andata ancora meglio con un altro centrocampista, Moisés Caicedo, comprato in Ecuador nel 2021 per meno di 30 milioni di euro e venduto al Chelsea in estate per 133 milioni, attuale record di spesa per la Premier League.

Caicedo e Mac Allister erano stati fondamentali nei risultati ottenuti la scorsa stagione, eppure sono già stati sostituiti adeguatamente: dal tedesco Mahmoud Dahoud per esempio, ingaggiato a costo zero dal Borussia Dortmund, e da Billy Gilmour, comprato già l’anno scorso dal Chelsea ma usato inizialmente come riserva. Il giocatore che però sta più entusiasmando è il giapponese Kaoru Mitoma, esterno d’attacco comprato due anni fa dal Kawasaki Frontale e ora fondamentale per il reparto offensivo insieme al diciottenne Evan Ferguson, che dopo i sei gol segnati da riserva l’anno scorso ora è titolare e ne ha già fatti quattro in cinque partite.

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