• Sport
  • Mercoledì 13 settembre 2023

San Siro e i fischi a Gianluigi Donnarumma

Il portiere della Nazionale continua a essere contestato dal pubblico milanese (e milanista) per il modo in cui si trasferì al PSG

Gianluigi Donnarumma al Meazza per Italia-Ucraina (Claudio Villa/Getty Images)
Gianluigi Donnarumma al Meazza per Italia-Ucraina (Claudio Villa/Getty Images)
Caricamento player

Martedì sera la Nazionale maschile di calcio è tornata a giocare allo stadio Meazza di Milano a un anno dall’ultima volta. Come allora — una partita di Nations League contro l’Inghilterra — il giorno seguente si parla soprattutto dei fischi del pubblico presente al portiere titolare della Nazionale, Gianluigi Donnarumma. È una cosa che si ripete ogni volta che Donnarumma torna a giocare a Milano, ma il fatto che succeda con la Nazionale fa discutere più del solito.

Donnarumma viene fischiato prevalentemente dai tifosi del Milan, che lo contestano per il modo in cui si trasferì al Paris Saint-Germain due anni fa. Donnarumma infatti era cresciuto nelle giovanili del Milan e nel 2015 l’allora allenatore della prima squadra, Sinisa Mihajlovic, lo fece esordire tra i professionisti a soli sedici anni. Per il talento dimostrato e per qualità fisiche non comuni, divenne subito titolare e lo rimase poi fino al 2021.

I suoi ultimi mesi al Milan furono però segnati da voci sempre più insistenti su un suo possibile trasferimento al Paris Saint-Germain, una delle squadre più ricche e ambiziose d’Europa, favorito da un contratto in scadenza a giugno del 2021 che avrebbe permesso al PSG di ingaggiarlo senza pagare nulla al Milan.

Per il Milan erano ancora anni complicati, di ricostruzione e capacità di spesa limitata. Nonostante questo nel 2017 Donnarumma e il suo rappresentante, cioè il procuratore sportivo Mino Raiola, erano riusciti a ottenere un ricco rinnovo contrattuale a 6 milioni di euro netti all’anno, che lo resero uno dei minorenni più pagati del calcio professionistico. Circa tre anni dopo, tuttavia, Donnarumma e Raiola chiesero un ulteriore ritocco al contratto. Secondo le ricostruzioni più condivise il Milan arrivò a offrire 8 milioni di euro netti, bonus compresi, ma l’offerta non fu accettata: le trattative si fermarono lì e a luglio, dopo essere andato in scadenza di contratto, Donnarumma si trasferì gratuitamente al PSG per uno stipendio annuale stimato in 10 milioni di euro (bonus compresi).

Nel calcio, dove il mercato funziona in modo particolare, il trasferimento di Donnarumma fu visto dai tifosi del Milan come uno sgarbo perché non rispettò una consuetudine e per questo causò un danno alla squadra. Almeno prima che la pandemia cambiasse alcune cose nel funzionamento del cosiddetto calciomercato, i calciatori più legati a una squadra erano infatti soliti “ricompensarla” evitando di aspettare la scadenza del contratto per trasferirsi altrove, per non far perdere al proprio club una fonte di guadagno. Nel caso di Donnarumma questo guadagno sarebbe stato considerevole, perché tralasciando i 6 milioni di euro netti che percepiva all’anno, il Milan lo aveva acquistato da ragazzino pagando appena qualche decina di migliaia di euro. L’acquirente era inoltre il PSG, una squadra che notoriamente non ha alcun problema a spendere molto: il Milan avrebbe facilmente incassato decine di milioni di euro.

La consuetudine citata è diventata peraltro una regola del calcio internazionale, dato che per tutti i trasferimenti in cui viene pagato un prezzo, la FIFA prevede che ciascun club che ha contribuito alla formazione del calciatore ceduto riceva una somma adeguata. Succederà per esempio con il recente trasferimento al Newcastle di Sandro Tonali, altro giocatore piuttosto simbolico del Milan (di cui era tifoso), che però non ha causato reazioni simili perché in questo caso il calciatore è stato pagato (e anche parecchio: circa 80 milioni di euro).

Da tutta questa vicenda sono passati più di due anni, Donnarumma oggi è il portiere titolare del PSG e il Milan lo ha sostituito prendendo Mike Maignan, che ha contribuito in modo decisivo alla vittoria dell’ultimo Scudetto ed è considerato uno dei migliori portieri in circolazione. Donnarumma invece non sta brillando particolarmente al PSG e a 24 anni non è ancora diventato il portiere fenomenale che in tanti si aspettavano di vedere: probabilmente in questo momento, senza considerare i trascorsi, neanche il Milan sarebbe disposto a scambiarlo con Maignan se ne avesse l’opportunità. L’ostilità dei tifosi milanisti nei suoi confronti, tuttavia, non si è esaurita e non sembra si esaurirà a breve.

Nella partita giocata martedì contro l’Ucraina, Donnarumma è stato fischiato da una parte del pubblico ogni volta che ha toccato il pallone, ma è stato anche difeso con cori e applausi dal resto del pubblico che non ha ragioni per fischiarlo. Quando l’Italia gioca a San Siro continua ad esserci quindi un ambiente strano e per certi aspetti paradossale, che fa discutere. Al termine della partita Davide Frattesi — che gioca con l’Inter e ha segnato i due gol nella vittoria dell’Italia — ha definito «indegni» i fischi a un giocatore della Nazionale che peraltro è stato decisivo nella vittoria degli ultimi Europei. Luciano Spalletti ha invece sorvolato sulla questione dicendo: «A volte si può reagire con gli atteggiamenti, altre volte con le parole. Altre volte ancora si sta zitti e si va a lavorare ancora meglio. Noi abbiamo il dovere di comportarci come professionisti, non come bambini viziati. Si sta zitti».

Discussioni simili c’erano state un anno fa, e prima ancora nel 2021, pochi mesi dopo gli Europei vinti, al termine di un’Italia-Spagna di Nations League. Allora il presidente federale Gabriele Gravina disse: «Mi dispiace per quello che è successo a Donnarumma perché a volte la memoria storica offusca e inganna rispetto a dedizione e sacrifici di questi ragazzi». Puntualmente si torna anche a parlare se sia conveniente per la Nazionale continuare a giocare a Milano in questa situazione, anche se né il giocatore né gli ambienti federali hanno mai accennato all’eventualità di evitare San Siro.

– Leggi anche: Il mestiere dell’esperto di calciomercato