Le difficoltà dei soccorsi per il terremoto in Marocco
Sono morte più di duemila persone, e raggiungere le aree rurali più colpite si sta rivelando molto complesso
I soccorsi per il terremoto che nella notte tra venerdì e sabato ha colpito il sud-ovest del Marocco sono ancora in corso. L’epicentro del terremoto è stato localizzato a circa 70 chilometri da Marrakech, a valle della catena montuosa dell’Atlante: le persone da soccorrere si trovano quindi a Marrakech, ma soprattutto nelle cittadine e nei villaggi rurali e montuosi, molto più complessi da raggiungere.
I soccorritori – tra cui anche militari – stanno scavando tra le macerie delle case crollate: finora sono stati ritrovati i corpi di 2.122 persone, e 2.421 sono ferite. In tantissimi sono rimasti senza casa. Le autorità hanno affermato che circa la metà delle vittime è stata registrata nella regione rurale di Haouz, dove gran parte delle case era fatta di mattoni di fango e le infrastrutture antisismiche erano quasi inesistenti.
Ora il problema principale è raggiungere in tempo alcuni centri abitati nelle montagne dove è difficile arrivare anche in condizioni normali, anche perché diverse strade sono bloccate dalle valanghe causate dal terremoto. «Sono strade di montagna, fangose e fragili, e in caso di piogge o terremoti possono cadere grandi quantità di terra e pietre dalle montagne», ha raccontato un giornalista locale ad Al Jazeera.
Sabato pomeriggio il governo marocchino ha dichiarato di aver ripristinato l’accesso a sei strade, ma che altre 14 erano ancora bloccate. Nel frattempo, re Mohammed VI ha ordinato all’esercito di schierare aerei, elicotteri e truppe dell’esercito per aiutare nelle operazioni di salvataggio. Una volta sul posto, avranno il compito di fornire alla popolazione acqua potabile, scorte di cibo, tende e coperte.
Non è ancora chiaro se re Mohammed VI chiederà formalmente assistenza a paesi stranieri, un passo necessario a sbloccare l’intervento di squadre di soccorso esterne. Nelle ore successive al terremoto moltissimi paesi e organizzazioni internazionali come Medici Senza Frontiere si sono infatti offerti di invitare aiuti umanitari, tra cui personale addestrato a prestare soccorso. Tra questi ci sono la Turchia, che è stata colpita a sua volta da un terremoto in cui sono morte migliaia di persone a febbraio e ha detto di essere pronta a inviare in Marocco 265 operatori umanitari e mille tende, gli Stati Uniti e la Francia, ma anche alcuni paesi che hanno una storia complicata con il Marocco, come l’Algeria e Israele, con cui le relazioni hanno cominciato a essere normalizzate nel 2020.