Che fine ha fatto il basso preferito di Paul McCartney

Lo comprò nel 1961 ma poco prima che i Beatles si sciogliessero sparì nel nulla: adesso è partita una grande campagna per ritrovarlo

Paul McCartney durante un concerto al Cavern di Liverpool nei primi anni Sessanta
Paul McCartney durante un concerto al Cavern di Liverpool nei primi anni Sessanta (Keystone/ Getty Images)
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È stata avviata una grande ricerca per ritrovare il primo basso suonato da Paul McCartney, il cantante, bassista e compositore dei Beatles, che da oltre cinquant’anni è sparito nel nulla. Il basso era stato prodotto dalla ditta tedesca Höfner e McCartney lo aveva acquistato in Germania nel 1961. Adesso un dipendente della Höfner e due giornalisti hanno invitato chiunque abbia notizie su quello che hanno definito «il basso più importante nella storia» a farsi avanti: il loro obiettivo è risolvere quello che definiscono «il più grande mistero del rock ‘n’ roll».

All’inizio nei Beatles McCartney suonava la chitarra ritmica. Cominciò a suonare il basso proprio nel 1961, quando il primo bassista, Stuart Sutcliffe, lasciò la band. In vista di una lunga serie di concerti tra l’aprile e il luglio dello stesso anno al Top Ten Club di Amburgo, McCartney ordinò un basso Höfner 500/1 a un negozio di musica della città tedesca. In un’intervista data nel 1966 alla rivista Beat Instrumental disse che possedeva tre modelli di Höfner, ma che il primo era il suo preferito.

McCartney usò il basso comprato ad Amburgo soprattutto tra il 1961 e il 1963, sia per suonare al Top Ten Club che per i concerti al Cavern di Liverpool (la città della band) e per registrare canzoni come “Love Me Do”, “She Loves You” e “Twist and Shout”. Lo usò anche nel gennaio del 1969, quando i Beatles passarono tre settimane insieme per scrivere e provare alcune canzoni per un nuovo disco, con l’obiettivo di suonarle poi in uno spettacolo televisivo dal vivo davanti a un pubblico. Il basso in effetti si vede anche in The Beatles: Get Back, il documentario del 2021 di Peter Jackson che mostra proprio le cosiddette “Get Back Sessions” (per il famoso “concerto sul tetto” McCartney però ne usò un altro, molto simile, comprato nel 1963). La band si sciolse pochi mesi dopo.

I Beatles durante un concerto a Liverpool nel 1962. Da sinistra a destra: George Harrison, John Lennon, Paul McCartney e il batterista originale della band, Pete Best. (Hulton Archive/ Getty Images)

La ricerca del basso di McCartney è guidata da Nick Wass, che lavora per la Höfner da 12 anni, occupandosi sia di disegnare le chitarre che di marketing, e che ha scritto un libro dedicato alla storia dello strumento perduto. Parlando con la BBC, Wass ha detto che è stato proprio McCartney a chiedere all’azienda di provare a rintracciarlo: assieme a lui stanno collaborando Scott e Naomi Jones, una coppia di giornalisti e produttori televisivi che hanno lavorato su diverse inchieste e documentari.

È il basso che «ha dato vita alla mania dei Beatles» e «ha dato forma al suono del mondo moderno», hanno scritto i tre sul sito dedicato al “The Lost Bass Project”, come hanno chiamato la campagna per trovare lo strumento. Wass ha detto che nessuno sa esattamente cosa sia successo al basso, ma che è probabile che sia stato rubato nel 1972.

L’iniziativa invita chiunque abbia informazioni a proposito del basso a condividerle con loro. Nel giro di poco più di 48 ore dall’annuncio del progetto sono già arrivate centinaia di segnalazioni, due delle quali ritenute interessanti da verificare, scrive sempre la BBC.

I Beatles durante le prove di un concerto a Londra, il 4 novembre del 1963

I Beatles durante le prove di un concerto a Londra, il 4 novembre del 1963 (AP Photo)

Sul loro sito Wass e i Jones hanno condiviso le foto e le informazioni del basso, includendo anche indicazioni ed elementi che potrebbero aiutare a riconoscerlo. Per fare qualche esempio, di norma su questo modello di basso della Höfner il logo è scritto sulla paletta (l’estremità con le chiavi di accordatura) perpendicolarmente al manico, ma su quello perduto da McCartney era parallelo. Inoltre a causa del grande utilizzo il basso venne restaurato, e quindi negli ultimi tempi aveva un aspetto diverso rispetto a quello che si vedeva nelle prime fotografie. Tra le altre cose, lo strumento era stato verniciato con un colore più scuro, il battipenna (cioè la placca di plastica o di laminato che serve per evitare che il plettro rovini il legno) era stato rimosso e i due pickup (cioè i dispositivi che trasformano le vibrazioni delle corde in segnale elettrico) rimontati su un unico pezzo di legno nero.

Scott Jones sostiene che probabilmente chi ha il basso di Paul McCartney non si rende nemmeno conto di cosa ha per le mani. La chitarra di John Lennon rubata dopo il concerto di Natale dei Beatles a Finsbury Park nel 1963 e ritrovata più di cinquant’anni dopo nel 2015 fu venduta all’asta per 2,4 milioni di dollari, più di 2 milioni di euro. Quella che il cantante dei Nirvana Kurt Cobain usò per il celebre concerto di MTV Unplugged nel dicembre del 1993 diciotto anni dopo fu venduta per 6 milioni di dollari, circa 5,5 milioni di euro. Secondo alcune stime il basso perduto di McCartney potrebbe valere oltre 10 milioni di sterline, quasi 12 milioni di euro.

A ogni modo, l’obiettivo della campagna è quello di ritrovare il basso e di restituirlo a McCartney, non di farne soldi. Scott Jones ha detto che «sarebbe bello se un giorno potesse essere esposto al pubblico – e se l’unico modo per farlo è che qualcuno si faccia avanti chiedendo dei soldi va bene così, perché almeno sarà stato trovato».

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