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  • Sabato 2 settembre 2023

I violenti scontri fuori dall’ambasciata eritrea a Tel Aviv

Hanno coinvolto oppositori e sostenitori del regime autoritario del presidente Afwerki e ci sono oltre cento feriti, di cui alcuni gravi

Gli scontri fra sostenitori e oppositori del governo eritreo a Tel Aviv (AP Photo/Ohad Zwigenberg)
Gli scontri fra sostenitori e oppositori del governo eritreo a Tel Aviv (AP Photo/Ohad Zwigenberg)
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Oltre cento persone sono state ferite durante gli scontri avvenuti sabato davanti all’ambasciata eritrea a Tel Aviv, in Israele. Almeno quindici persone sono in condizioni gravi. Gli scontri, fatti con bastoni, pietre, coltelli e armi di fortuna, hanno coinvolto persone eritree immigrate in Israele e nello specifico oppositori e sostenitori del regime autoritario attualmente al potere in Eritrea, guidato dal 1993 dal presidente Isaias Afwerki.

Le due fazioni si sono anche scontrate con gli agenti di polizia arrivati nella zona dell’ambasciata eritrea per ristabilire l’ordine. Alcuni dei feriti più gravi sono stati colpiti da pallottole sparate dagli agenti, che hanno detto di aver usato le armi perché «in pericolo di vita».

Gli scontri sono cominciati in mattinata quando alcune centinaia di oppositori al governo eritreo hanno cercato di intervenire per bloccare un evento celebrativo in programma all’ambasciata. Gli oppositori si sono scontrati duramente con la polizia e con i sostenitori del governo di Afwerki, tanto che gli ospedali della zona meridionale di Tel Aviv hanno dovuto curare circa 140 persone ferite in vario modo. Alcuni sono ancora ricoverati in terapia intensiva, ma al momento non si registrano morti.

Non sono i primi scontri fra diversi gruppi di esuli eritrei negli ultimi mesi: altri si erano verificati anche in Nord America e in Europa in occasione delle celebrazioni per i trent’anni del governo di Afwerki.

Gli scontri con la polizia israeliana (AP Photo/Ohad Zwigenberg)

Il presidente eritreo ha preso il potere dopo la vittoriosa guerra di indipendenza dall’Etiopia nel 1993: da allora non ci sono mai state elezioni, il paese non ha una stampa libera e sono necessari visti per lasciare il paese. Nel paese c’è un servizio di leva obbligatorio che non ha una durata programmata: alcuni giovani eritrei sono costretti a un servizio militare a vita, in condizioni di semi-schiavitù. Secondo varie organizzazioni internazionali che si occupano di diritti umani, l’Eritrea è uno dei peggiori paesi del continente africano in questo campo.

Tutto questo e le pessime condizioni economiche in cui vive gran parte della popolazione hanno portato a una forte emigrazione dal paese. In Israele la comunità eritrea rappresenta la grande maggioranza degli oltre 30mila richiedenti asilo provenienti dall’Africa. Al momento gli eritrei in Israele sono circa 20mila, la maggior parte entrati nel paese illegalmente anni fa passando per la penisola del Sinai: la comunità più ampia risiede in alcuni sobborghi poveri della capitale Tel Aviv.