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  • Venerdì 1 settembre 2023

Quanto ha venduto il libro del generale Vannacci

Oltre 90mila copie, e il suo successo racconta diverse cose su come funzionano i ricavi dei libri che vengono autopubblicati

Roberto Vannacci (ANSA/Fabio Muzzi)
Roberto Vannacci (ANSA/Fabio Muzzi)
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Il mondo al contrario, il discusso libro scritto dal generale Roberto Vannacci, avrebbe venduto più di 93.700 copie nel periodo che va dal 10 agosto, quando è stato autopubblicato attraverso Amazon, alla settimana scorsa compresa. Lo sostengono i dati di GfK, la principale società che si occupa di monitoraggio del mercato editoriale, che li fornisce settimanalmente alle case editrici. Per il mercato italiano dei libri sono già tantissime copie, ma ciò che è davvero anomalo per il settore dell’editoria è il ricavo che plausibilmente ne avrebbe ottenuto Vannacci: considerando la percentuale del prezzo di vendita che Amazon riconosce agli autori di libri autopubblicati e con un formato analogo, infatti, dovrebbe essere ben superiore ai 500mila euro.

È una cifra molto maggiore rispetto a quelle che guadagnano normalmente gli autori di libri di successo pubblicati dalle case editrici, e quindi sottoposti a un processo di selezione, cura e revisione del testo e poi promozione da parte di un editore, che trattiene quindi una quota cospicua dei ricavi. I contratti editoriali prevedono royalties, cioè percentuali per gli autori del prezzo di copertina, comprese tra il 7,5 per cento degli esordienti sconosciuti e il 15-16 per cento degli scrittori famosi che con i libri precedenti hanno già avuto grande successo commerciale. I contratti infatti tengono conto di tutti i costi fissi sostenuti da un editore, da quelli per l’editing fatto dalla redazione a quelli di distribuzione, oltre alle sue stesse ambizioni di profitto.

Amazon invece riconosce a chi si pubblica da solo un ebook o un libro cartaceo attraverso Kindle Direct Publishing (KDP), la sua piattaforma per l’autopubblicazione, royalties che vanno dal 35 al 70 per cento. Per un libro cartaceo come quello di Vannacci la percentuale è del 60 per cento e il resto è trattenuto da Amazon. Attraverso un calcolatore presente sul sito di KDP si può risalire al ricavo per copia per un libro stampato in bianco e nero, con copertina morbida e 373 pagine come Il mondo al contrario, che ha un prezzo di copertina di 19,76 euro ed è disponibile solo nel formato cartaceo: sono 6,17 euro (la percentuale di royalty riconosciuta sul prezzo di copertina, tolta l’IVA al 4 per cento, meno i costi di stampa). Moltiplicando per le 93.700 copie si arriva a più di 578mila euro.

Amazon ha confermato al Post che per il libro di Vannacci non è stato applicato un contratto speciale: è stato pubblicato come da linee guida di KDP, e quindi di conseguenza le percentuali riconosciute sono state le stesse che Amazon offre a chiunque altro. Vannacci invece ha negato questo numero di copie vendute, sostenendo di voler diffondere quello corretto lui stesso in futuro, ma ha detto al Post che sarebbe stato contento «anche di venderne solo cinquecento o mille».

Amazon non è un editore, nel senso che non interviene in alcun modo sui testi autopubblicati con KDP, anche nel caso in cui abbiano contenuti razzisti, sessisti e omofobi come quelli del libro di Vannacci. Le sue linee guida per l’autopubblicazione dicono che non si possano vendere «contenuti che incitano all’odio, promuovono l’abuso o lo sfruttamento sessuale dei bambini, contengono pornografia, inneggiano allo stupro o alla pedofilia, promuovono il terrorismo o altro materiale da noi ritenuto inappropriato od offensivo». Le linee guida dicono anche che i testi sono analizzati con una «combinazione di strumenti come l’apprendimento automatico, l’automazione e team di persone dedicate alla revisione» per giudicare il rispetto delle regole sui contenuti.

Non essendoci quindi lavoro editoriale, gli unici costi per i libri cartacei autopubblicati attraverso KDP sono quelli di stampa, processo di cui si occupa direttamente Amazon con un meccanismo di stampa su richiesta (print-on-demand in inglese): sono stampati, in Italia e in altri paesi, direttamente in base alle vendite sul sito. Gli editori invece decidono quante copie stampare di un libro facendo delle stime che sono basate sulle richieste dei librai, che non sempre prevedono accuratamente quelle che saranno le richieste dei lettori.

I dati sulle vendite di Il mondo al contrario (circa 20mila copie nei primi 11 giorni dall’uscita, altre 73mila nella settimana successiva, dopo che se ne era parlato sui giornali) non sono pubblici, ma sono noti agli editori di libri attraverso i servizi di GfK, una delle società che si occupano di monitoraggio del mercato editoriale. I dati di GfK sono inviati settimanalmente ai suoi clienti, le case editrici, e sono quelli alla base delle classifiche sui libri più venduti pubblicate periodicamente dai giornali. Generalmente sono stime: vengono messi insieme dalla società facendo delle proiezioni su un campione di librerie statisticamente rilevante. Da qualche anno i dati tengono conto anche delle vendite attraverso Amazon, il più grande rivenditore di libri online, grazie a un accordo con la grande azienda dell’e-commerce.

Per fare un paragone con altri libri, Io sono Giorgia, il saggio politico di Giorgia Meloni che Rizzoli ha pubblicato nel 2021, più di un anno prima della sua nomina a presidente del Consiglio, ha venduto complessivamente 170mila copie secondo i dati di GfK. Un’altra strada di Matteo Renzi, uno dei libri di maggior successo dell’ex presidente del Consiglio, uscito nel 2019, ne ha vendute 40mila.

Amazon non conferma il dato delle vendite di Il mondo al contrario (non lo fa per nessun libro, autopubblicato o meno), ma nel caso di questo libro tutte le vendite sono passate attraverso il suo sito, e quindi la cifra comunicata a GfK non è plausibilmente frutto di stime o proiezioni.

Il fatto che le royalties per il libri autopubblicati attraverso Amazon siano così alte è la ragione per cui autrici e autori di narrativa di alcuni generi molto popolari possono preferire l’autopubblicazione ai contratti con le case editrici. È ad esempio il caso di certe scrittrici di romance, i romanzi sentimentali, un genere che ha avuto un grande successo commerciale negli ultimi anni e attorno a cui esiste una forte comunità di lettrici che trova nuove cose da leggere attraverso internet.

È comunque estremamente raro che autopubblicando un libro su Amazon qualcuno possa ottenere il successo che ha avuto il generale Vannacci. Il mondo al contrario ha ricevuto grandi attenzioni sulla stampa e nelle discussioni online perché il suo autore è un generale dell’esercito italiano (fino a poco tempo fa era a capo dell’Istituto geografico militare, uno degli enti cartografici dello stato), cosa che ha reso particolarmente eclatante e discusso il fatto che contenesse molti passaggi omofobi, razzisti, sessisti e offensivi nei confronti di molte persone.

Dopo che il 17 agosto il giornalista di Repubblica Matteo Pucciarelli aveva dedicato ai contenuti del libro un primo articolo, velocemente ripreso da praticamente tutte le testate, il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva definito le opinioni di Vannacci «farneticazioni personali», e l’Esercito aveva preso le distanze dal generale, annunciando che lo avrebbe sottoposto a procedimenti disciplinari. Poi Vannacci era stato destituito dal suo incarico di comandante dell’Istituto geografico militare.

Tra le altre cose il libro di Vannacci contiene frasi come «Paola Egonu italiana di cittadinanza, ma è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità» e «Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione!».