In Grecia gli incendi sono arrivati alla periferia di Atene
Nell'ultima settimana se ne sono sviluppati più di 300 e hanno causato la morte di almeno 20 persone
Da venerdì scorso in alcune zone della Grecia si sono sviluppati nuovi grandi incendi boschivi, dopo quelli che a fine luglio avevano colpito soprattutto alcune isole del paese. Uno degli incendi dell’ultima settimana ha raggiunto tra mercoledì e giovedì le foreste del Parnete, la catena montuosa a nord di Atene, la capitale. Nella notte forti venti hanno alimentato le fiamme, espandendo l’area dell’incendio, che è arrivato alla zona urbana di Agia Paraskevi, un comune nell’area metropolitana di Atene, dove ha bruciato alcune abitazioni. Poco prima delle 4 di notte (quando in Italia erano le 3) ai residenti dei territori vicini di Thrakomakedones, Voskiza e Panorama è stato detto di tenersi pronti ad abbandonare le proprie case.
Nell’ultima settimana gli incendi boschivi in Grecia sono stati più di 300, di cui almeno 200 in corso tra martedì e mercoledì. I principali sono attualmente nella regione di Evros, che si trova all’estremo nord-est del paese, al confine con la Turchia e la Bulgaria, e in un’area a nord di Atene che comprende le foreste del Parnete, un parco nazionale.
A causa dei recenti incendi sono morte almeno 20 persone: martedì sono stati trovati 18 corpi, tra cui quelli di due bambini, nella foresta di Dadia, a nord di Alessandropoli, capoluogo della regione di Evros. Si pensa che fossero persone migranti entrate in Grecia in modo irregolare. Le altre due persone morte erano state trovate lunedì, una sempre nella regione di Evros, l’altra nella Grecia centrale. Nella notte di lunedì l’ospedale principale di Alessandropoli, che ha 66mila abitanti, è stato parzialmente evacuato per precauzione: quasi 70 delle 200 persone ricoverate sono state trasferite su un traghetto ormeggiato nel porto della città e convertito temporaneamente in un ospedale galleggiante.
A nord di Atene sono stati evacuati un monastero considerato patrimonio dell’umanità dall’Unesco, alcune case di riposo che ospitano una cinquantina di persone anziane e il centro di detenzione per migranti di Amygdaleza.
Mercoledì il ministro della Crisi climatica e della Protezione civile Vassilis Kikilias ha detto che le condizioni meteorologiche di quest’estate sono state «le peggiori da quando si raccolgono dati sul rischio legato agli incendi» in Grecia. In generale quest’anno le condizioni favorevoli all’espansione di eventuali roghi – principalmente siccità, ondate di calore e forti venti – sono state molto frequenti: il livello di rischio 5, quello più alto, è stato previsto sette volte dall’inizio del 2023 per ampie zone del paese. Nel 2021 era successo la metà delle volte.
In alcune regioni greche c’erano stati già a luglio diversi grandi incendi: in quell’occasione l’allora ministro per la Protezione dei cittadini Notis Mitarakis, responsabile delle forze di sicurezza, Guardia costiera compresa, aveva dato le dimissioni. Secondo i giornali locali c’entrava il fatto che quando sono cominciati gli incendi il ministro era in vacanza.
D’estate la Grecia si trova spesso ad affrontare grandi incendi boschivi perché in quel periodo il suo clima, caldo e secco, facilita la propagazione delle fiamme una volta che è stato appiccato un fuoco nella vegetazione; tali condizioni potrebbero essere state aggravate già in questi anni dal riscaldamento globale. I gruppi ambientalisti greci tuttavia ritengono che il governo di Kyriakos Mitsotakis, il primo ministro di centrodestra che governa dal 2019 e ha vinto le elezioni di giugno, non stia gestendo bene il rischio e abbia investito poco nell’equipaggiamento e nella formazione dei vigili del fuoco.
Mercoledì la procura dell’Areopago, il tribunale greco analogo alla Corte di Cassazione italiana, ha ordinato un’indagine sulle cause degli incendi della regione di Evros per cui è stata ipotizzata la responsabilità di un’organizzazione criminale. La procura sta anche indagando sulla detenzione di 13 persone migranti che tre uomini avevano accusato di aver appiccato un incendio e rinchiuso in una roulotte; i tre avevano anche trasmesso su Facebook un video live in cui mostravano che stavano trattenendo i migranti.
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