Le code di camion al passo del Brennero dureranno ancora a lungo

L'Austria ha confermato le limitazioni al transito, nonostante Italia e Germania protestino per ragioni economiche e commerciali

Autostrada A22
L'autostrada del Brennero (Lorenzo Zambello/LaPresse)
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Ogni mattina, soprattutto il lunedì, centinaia di tir e altri mezzi pesanti si mettono in coda sull’autostrada al passo del Brennero. Devono attraversare l’Austria per raggiungere la Germania, uno dei paesi europei con più legami commerciali con l’Italia, ma negli ultimi anni il passaggio è diventato più complicato in entrambe le direzioni. Spesso le code sono chilometriche, ostacolando la circolazione delle auto.

La causa sono le limitazioni imposte dall’Austria, che ha adottato politiche sempre più restrittive nei confronti dei camion che utilizzano il tratto autostradale del Brennero soltanto per attraversare la regione del Tirolo, senza fermarsi. Da tempo l’Italia e la Germania chiedono alla Commissione Europea di intervenire per garantire la libera circolazione delle merci: finora non ci sono stati risultati, anzi, l’Austria ha di nuovo confermato le limitazioni.

Il tratto dell’autostrada austriaco essenziale per gli scambi commerciali tra Italia e Germania è lungo poco più di cento chilometri e va dal passo del Brennero, in Trentino-Alto Adige, alla città di Kufstein, al confine tra l’Austria e la Germania. Si divide tra l’autostrada A13 del Brennero e autostrada A12 da Innsbruck a Kufstein. Da qui passano circa 2,4 milioni di camion ogni anno, oltre 50 milioni di tonnellate di merci che costituiscono circa il 70 per cento dei flussi commerciali tra l’Italia e i paesi dell’Unione Europea.

Per l’Austria il passaggio di questi camion è un problema soprattutto per l’inquinamento che produce. Le analisi sulla qualità dell’aria commissionate negli ultimi anni hanno rilevato il superamento dei limiti di emissioni inquinanti nella regione del Tirolo, in particolare di biossido di azoto (NO2). Le indagini sulle fonti di inquinamento hanno evidenziato che per il 40 per cento questo superamento è causato dal traffico autostradale.

Negli ultimi dieci anni l’Austria ha preso diverse misure in merito, ma nonostante dal Brennero passino anche moltissime auto, i divieti riguardano quasi esclusivamente i mezzi pesanti. Dal 2011 c’è un divieto di circolazione chiamato “settoriale” perché in alcuni periodi limita il passaggio sulla A12 dei camion che trasportano alcune categorie di merci come le pietre e la terra, il legname, cereali, minerali, acciaio, marmo, carta e cartone, cemento, calce, piastrelle e ceramica.

C’è poi un divieto di transito notturno, il più contestato dalle associazioni di categoria italiane perché è la causa principale delle code e della generale lentezza del percorso. Il divieto notturno vale per tutti i mezzi pesanti di passaggio sulla A12, che va da Innsbruck a Kufstein. La limitazione vale per tutti, anche per i mezzi meno inquinanti classificati come Euro 6. Sulla A13 dal Brennero a Innsbruck, invece, nelle ore notturne si paga un pedaggio doppio. Al divieto notturno ne è stato poi aggiunto un altro che interessa il transito dalle 7 alle 15 del sabato.

Tra Germania e Austria, inoltre, è stato introdotto il cosiddetto “dosaggio” dei mezzi pesanti. Prevede che in determinati giorni possono passare il confine a Kufstein soltanto 300 camion ogni ora. Alla metà di agosto il governatore del Tirolo, Anton Mattle, ha annunciato che il dosaggio sarà confermato anche nei primi sei mesi del 2024 per 24 giorni, di cui molti feriali. Il fermo dei mezzi in eccesso causa lunghe code in Germania e rallenta molto il ritorno in Italia dei camionisti.

Secondo una stima di Sigma NL, una società di analisi nata dall’università di Genova, i divieti e i conseguenti blocchi della circolazione al passo del Brennero causano danni per 250 milioni di euro all’anno alle aziende italiane. Le associazioni di categoria si lamentano soprattutto per l’aumento dei costi e delle controversie con i clienti causate dalle difficoltà di raggiungere la Germania, mentre molte aziende sostengono che sia complicato trovare camionisti disposti a coprire quella tratta.

A fine dicembre la provincia italiana di Bolzano aveva presentato i risultati di uno studio di fattibilità per introdurre un sistema a “slot”, che prevede fasce orarie prenotabili dalle aziende di trasporto per i propri mezzi, in modo da gestire i flussi ed evitare ingorghi. L’associazione di categoria ANITA, che aderisce a Confindustria, l’aveva giudicata irrealizzabile e poco compatibile con i propri interessi.

Da anni le associazioni che rappresentano le imprese di autotrasporto chiedono al governo italiano di portare la questione del Brennero all’attenzione delle istituzioni europee. Secondo ANITA, i divieti imposti dall’Austria sono discriminatori perché introdotti senza accordi tra i paesi e soprattutto perché limitano la libera circolazione delle merci. «Se ogni regione in Europa si comportasse come il Tirolo e vietasse il traffico di transito a discapito del proprio traffico di partenza e di destino, il mercato unico non funzionerebbe più», ha detto Thomas Baumgartner, delegato di ANITA per la questione Brennero.

Finora i divieti austriaci non hanno avuto l’effetto di trasferire il transito delle merci dalle autostrade alle ferrovie. Circa l’80 per cento delle merci che passano in Italia viene trasportato su gomma, cioè sui camion, contro una media europea di poco più del 70 per cento. Negli ultimi anni le merci trasportate su gomma sono aumentate e la pandemia non ha avuto effetti negativi, anzi ha favorito la domanda e aumentato gli affari delle aziende di logistica. Al momento in Italia soltanto il 10 per cento delle merci viene trasportato su ferrovie, mentre per gli obiettivi dell’Unione Europea quella quota dovrebbe essere il 30 per cento del totale entro il 2030.

Una soluzione per il Brennero potrebbe arrivare con l’apertura della cosiddetta galleria di base che collegherà il paese di Fortezza, in Italia, a Innsbruck e che con i suoi 64 chilometri sarà la più lunga del mondo. In totale è previsto un investimento di circa 10,5 miliardi di euro coperto al 40 per cento dall’Unione Europea e per il restante 60 per cento dall’Austria e dall’Italia. I lavori, tuttavia, sono in ritardo: l’apertura era prevista per il 2028, ma secondo gli ultimi aggiornamenti la galleria sarà pronta nel 2032.

All’inizio di giugno il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha invitato la Commissione Europea a intervenire per ripristinare «la piena libertà di circolazione» tra l’Italia e l’Austria. Salvini ha detto che il corridoio del Brennero non appartiene solo all’Austria, all’Italia o alla Germania, ma è essenziale per l’intera Europa. Anche il ministro dei Trasporti tedesco, Volker Wissing, ha sollecitato un intervento urgente. «La situazione al Brennero è drammatica, abbiamo code di 50 chilometri in Baviera e, senza una soluzione, saranno ancora più lunghe nelle aree confinanti: dobbiamo evitarlo».

Finora l’Austria ha ignorato le richieste italiane e tedesche: tutti i divieti sono stati confermati e i politici austriaci continuano a difendere la necessità di limitare il transito dei camion. Mattle, il governatore del Tirolo, ha detto che al Brennero stanno già transitando più camion che su tutti gli altri valichi alpini messi insieme e che i passaggi continuano ad aumentare nonostante i divieti: «Ciò contraddice le norme europee sul traffico e tutto ciò che l’Unione Europea si impegna a fare nel Green Deal. Ecco perché i ministri dei Trasporti devono lavorare sull’inversione di rotta».