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  • Giovedì 13 luglio 2023

A che punto è il “Green Deal” europeo

Buona parte delle ambiziose misure sul clima è passata, ma da qui alle elezioni del Parlamento Europeo sarà complicato approvare ciò che resta

(Hannibal Hanschke/Getty Images)
(Hannibal Hanschke/Getty Images)
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Mercoledì il Parlamento Europeo ha approvato in via preliminare la Legge sul ripristino della natura, un pezzo molto importante del Green Deal, la serie di misure per rendere più sostenibili e meno dannosi per l’ambiente la produzione di energia e lo stile di vita dei cittadini europei, pilastro del programma politico della Commissione Europea guidata da Ursula Von Der Leyen.

La versione definitiva della Legge sul ripristino della natura dovrà essere concordata con la Commissione Europea e col Consiglio dell’Unione Europea, cioè l’organo in cui siedono i rappresentanti dei governi dei 27 paesi membri, nel cosiddetto trilogo: ma per trovare un accordo non dovrebbero esserci molte difficoltà. La Legge è solo l’ultima di una serie di misure che compongono il Green Deal, il cui processo di approvazione parlamentare è iniziato nel 2019.

L’attuale legislatura del Parlamento Europeo si concluderà a maggio, quando in tutta l’Unione si terranno le elezioni per rinnovarne i seggi. Anche il mandato della Commissione coincide con quello del Parlamento. Nonostante alla scadenza di entrambi manchi poco meno di un anno, per questioni di tempi burocratici l’approvazione definitiva delle ultime norme ancora in discussione andrà completata entro febbraio del 2024, quindi fra pochi mesi. Gli esperti che seguono il Green Deal ritengono comunque che i suoi pezzi principali siano già stati approvati in via definitiva, e che rimangano da esaminare solo alcune parti. 

I due pezzi principali del Green Deal sono già stati approvati da tempo: la Legge sul Clima, che vincola l’Unione a ridurre del 55 per cento entro il 2030 le emissioni nette e ad azzerarle entro il 2050, è entrata in vigore nel 2021. Il “Fit for 55”, il piano concreto per rispettare l’obiettivo del 55 per cento, è stato presentato nel 2021 e adottato nelle sue parti principali nell’aprile del 2023. Sempre ad aprile è stata approvata un’altra norma di cui si è parlato molto, cioè il divieto di vendere nuovi veicoli a benzina e diesel a partire dal 2035.

«Rispetto alla proposta iniziale del piano, siamo a due terzi compiuti», ha spiegato a Repubblica Mauro Albrizio, direttore dell’ufficio europeo di Legambiente a Bruxelles: «ora bisognerà vedere come la Legge sul ripristino della natura arriverà al trilogo in autunno, e poi se si giocheranno nuove partite su un comparto delicato, l’agricoltura». Albrizio si riferisce al Farm to Fork, il piano della Commissione Europea per spingere il settore agricolo a investimenti e approcci più sostenibili, che in parte deve ancora essere tradotto in misure concrete.

«La maggior parte dei pacchetti del Green Deal è già stata approvata. Rimangono fuori l’Industrial Plan che riguarda le aziende e la riforma del mercato elettrico», ha detto sempre a Repubblica Davide Panzeri, esperto di Europa di ECCO Climate, think tank italiano che si occupa di clima e transizione energetica. L’Industrial Plan è stato presentato dalla Commissione nel febbraio del 2023 e semplificando molto prevede una armonizzazione delle norme che faciliti la transizione verso modelli più sostenibili da parte delle industrie europee.

Di recente Politico ha fatto notare che i prossimi passaggi saranno anche i più delicati, per via dell’avvicinarsi delle elezioni e quindi della campagna elettorale: anche l’approvazione della Legge sul ripristino della natura è stata in dubbio fino all’ultimo per via dell’opposizione di un pezzo rilevante del Partito Popolare Europeo, il principale partito europeo di centrodestra, che da qualche mese sta cercando di riposizionarsi come protettore degli interessi delle zone rurali. E in quest’ottica sta rafforzando molto i propri legami con le associazioni di categoria degli agricoltori in tutta Europa. 

«Se il dibattito politico ha condizionato il nostro lavoro? Certo che lo ha fatto», ha detto a Politico il commissario europeo per l’Ambiente, Virginijus Sinkevičius, a proposito delle critiche ricevute da destra per la Legge sul ripristino della natura. «Ma i preparativi di questa proposta erano iniziati prima che iniziasse il dibattito: tutto può essere usato in una campagna elettorale, in senso negativo o positivo».