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  • Mercoledì 23 agosto 2023

I BRICS hanno deciso di accogliere altri paesi nel loro gruppo

Per la prima volta dall'adesione del Sudafrica nel 2010: saranno invitati ad aderire sei nuovi paesi

Da sinistra, il presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva, il presidente cinese Xi Jinping, il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, il primo ministro indiano Narendra Modi e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov a Johannesburg, il 23 agosto 2023 (Gianluigi Guercia/Pool via AP, LaPresse)
Da sinistra, il presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva, il presidente cinese Xi Jinping, il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, il primo ministro indiano Narendra Modi e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov a Johannesburg, il 23 agosto 2023 (Gianluigi Guercia/Pool via AP, LaPresse)
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I leader politici dei BRICS, il gruppo di paesi emergenti composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, hanno deciso di accogliere altri paesi nel loro gruppo, per la prima volta dall’adesione del Sudafrica nel 2010. Giovedì il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa ha detto che il gruppo inviterà a diventare nuovi membri sei paesi: Argentina, Egitto, Iran, Etiopia, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. 

Ramaphosa ha detto che i sei paesi, se accetteranno, diventeranno membri a partire dal 1° gennaio 2024. Che il gruppo avesse deciso di allargarsi lo aveva anticipato mercoledì la ministra degli Esteri sudafricana Naledi Pandor alla radio statale Ubuntu Radio, durante la riunione del gruppo in corso fino a oggi a Johannesburg: l’estensione a nuovi paesi era uno dei principali argomenti da discutere, ma Pandor non aveva dato dettagli su quali paesi esattamente sarebbero stati invitati.

I BRICS (acronimo di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) esistono dagli anni Duemila: nacquero come gruppo informale, su iniziativa della Russia, principalmente per contrastare l’influenza mondiale degli Stati Uniti e dei suoi alleati occidentali. Il gruppo si strutturò in maniera più definita negli anni successivi: a oggi comunque i BRICS non hanno uno statuto formale, come lo hanno altre organizzazioni internazionali, ad esempio le Nazioni Unite o l’OPEC, l’organizzazione di paesi esportatori di petrolio. Non ci sono nemmeno criteri precisi sulle procedure di adesione.

Sembra che parte della riunione a Johannesburg sia stata dedicata anche a come strutturarsi in modo più preciso: tra le altre cose Ramaphosa ha detto che durante la riunione del gruppo a Johannesburg gli stati membri hanno «raggiunto un accordo sui princìpi fondamentali, gli standard, i criteri e le procedure del processo di espansione dei BRICS», anche se per ora non ha dato altri dettagli.

Sono in corso da tempo discussioni interne al BRICS su come espandersi: tutti i paesi membri si sono detti favorevoli al riguardo, anche se con notevoli divisioni su come farlo, quanto farlo e con quali tempi, anche per via delle grosse differenze economiche, politiche e sociali tra i paesi membri. Secondo quanto detto ai giornali dall’ambasciatore sudafricano Anil Sooklal, comunque, già 22 paesi hanno chiesto formalmente di entrare nel gruppo, e altrettanti che hanno avviato dei contatti informali.

L’allargamento del gruppo è promosso soprattutto dalla Cina, che vorrebbe rafforzare i BRICS come strumento di contrasto all’influenza mondiale del G7 e degli Stati Uniti. Alla riunione dei BRICS a Johannesburg avrebbe dovuto partecipare anche il presidente russo Vladimir Putin, ma non lo ha fatto ed è stato sostituito dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov: lo aveva annunciato a metà luglio Ramaphosa, spiegando che se Putin fosse stato presente lui sarebbe stato costretto ad arrestarlo a causa del mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale a marzo, di cui il Sudafrica ha firmato e ratificato lo statuto.