Il governo ha cambiato i criteri per distribuire i migranti nelle regioni italiane

Non conterà più solo la popolazione, ma anche l'estensione territoriale: è una modifica che incide su territori grandi poco abitati

Alcune persone migranti sbarcate a Lampedusa (ANSA/ ELIO DESIDERIO)
Alcune persone migranti sbarcate a Lampedusa (ANSA/ ELIO DESIDERIO)
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Nelle scorse settimane il ministero dell’Interno ha disposto una modifica ai criteri con cui le persone migranti sbarcate in Italia vengono distribuite nei centri di accoglienza delle varie regioni italiane, dopo essere passati per i cosiddetti hotspot, incaricati della prima accoglienza dei migranti.

Il criterio utilizzato finora prevedeva che le persone migranti fossero distribuite nelle regioni tenendo conto della popolazione di ciascuna, del PIL e del numero di migranti già ospitati: è il motivo per cui le regioni più popolose e più ricche sono quelle che attualmente ospitano più migranti. Con le nuove regole, contenute in una circolare inviata ai prefetti il 3 luglio, si deve tenere conto anche del criterio dell’estensione territoriale.

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In base agli ultimi dati forniti dal ministero dell’Interno, risalenti al 15 agosto, attualmente le persone migranti accolte in Italia sono 132.796. La regione con il maggior numero di presenze è la Lombardia con 16.814 (pari al 13 per cento del totale), seguita dall’Emilia-Romagna con 12.572 (pari al 9 per cento), dalla Sicilia con 11.758 (9 per cento, comprendenti anche i migranti negli hotspot), e dal Piemonte con 11.576 (9 per cento).

Con la modifica, il criterio della distribuzione basato sulla popolazione delle regioni incide per il 70 per cento mentre il restante 30 è calcolato sulla base della superficie del territorio. Questo comporta che nei prossimi mesi regioni estese ma con bassa densità abitativa registreranno probabilmente un aumento del numero di persone migranti da accogliere. È il caso, per esempio, di Basilicata e Sardegna, due regioni che attualmente ospitano poco più di 2mila persone migranti ciascuna. I numeri sono invariati da mesi, a conferma che i nuovi criteri non sono ancora entrati in vigore da quando il 3 luglio è stata inviata la circolare.

Lunedì Vito Bardi, presidente della Basilicata di Forza Italia, ha commentato con preoccupazione la decisione del ministero dell’Interno. In un’intervista al Corriere della Sera ha detto che la revisione dei parametri per l’assegnazione dei migranti «penalizzerebbe eccessivamente» regioni come la Basilicata o la Sardegna: «Questo parametro innescherebbe gravi criticità in una regione come la Basilicata: 131 Comuni, moltissimi dei quali sotto i 5 mila abitanti. Così si rischierebbero anche forti tensioni». Bardi ha detto che ne parlerà con il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e che spera che il nuovo criterio venga applicato tenendo conto delle peculiarità di ciascuna regione: «Non si può applicare un principio uguale per tutti, perché non lo siamo».

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