Dopo dieci anni “Sharknado” è ancora “Sharknado”

Nei cinema statunitensi è tornato uno dei film più demenziali e trash di sempre, che ebbe un successo imprevisto proprio per questo

(SyFy)
(SyFy)
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L’11 luglio del 2013 sul canale televisivo statunitense Syfy veniva trasmesso per la prima volta Sharknado, un film a basso budget così eccessivamente demenziale e trash da diventare inaspettatamente virale online in una sola sera (e in un periodo in cui i fenomeni virali erano meno frequenti di oggi). Dopo dieci anni attorno a Sharknado si è creato una specie di culto: sono usciti sequel, spin-off, videogiochi e merchandising. E per l’anniversario in questi giorni è stata distribuita in molti cinema degli Stati Uniti una versione in più alta definizione e con effetti speciali più sofisticati intitolata Sharknado: 10th Anniversary.

La storia di come nacque il film, e soprattutto il suo titolo, è quasi assurda quanto il film stesso, visto che venne da due personaggi di Red Clover, un film scritto da Anthony Ferrante, che sarebbe poi diventato il regista di Sharknado, e dello stesso canale televisivo. Nella scena ci sono un poliziotto e un giornalista in una città invasa dai leprecauni – gli gnomi del folclore irlandese – e a un certo punto uno dei due fa un riferimento a una città colpita da uno sharknado, cioè un tornado di squali (sharks).

Ferrante aveva inizialmente pensato a Sharknado per il titolo di una proposta di un film che però nessuno aveva mai accettato, e così l’aveva inserita in una battuta del film che stava girando. Lo sceneggiatore Thunder Levin ha raccontato poi al Washington Post che uno dei dirigenti di Syfy vedendo la scena gli disse: «dovremmo fare un film chiamato Sharknado!». Nel 2011 poi un altro produttore, David Latt, propose a Syfy un film che voleva intitolare Tempesta di squali (Shark Storm) e che aveva una trama molto simile: i dirigenti gli risposero che da tempo avevano in mente il titolo Sharknado e che avrebbero finanziato la sua proposta se avesse accettato di chiamare il film così.

Latt raccontò poi di aver accettato ma di aver pensato fin da subito che fosse «il titolo più stupido di sempre» e che non andava bene perché non sarebbe stato comprensibile al pubblico internazionale. A quel punto tornò in gioco Ferrante, che scoprì che tra i film per cui Syfy stava cercando un regista ce n’era anche uno con il titolo che aveva pensato lui. Latt raccontò che «chiunque altro avrebbe chiamato i suoi avvocati, ma Anthony non è quel tipo di persona. La sua risposta fu più tipo “Gli astri si stanno allineando, è fantastico e voglio farne parte”». Prima di Sharknado Ferrante aveva realizzato quasi esclusivamente film horror, come Headless Horseman e Boo.

Il film fu girato a Los Angeles in 18 giorni, tra piscine olimpioniche e parcheggi: la sceneggiatura di Levin prevedeva inizialmente un budget da 100 milioni, che furono ridotti a uno solo.

Su Syfy i film d’azione con gli squali (SharktopusSuper Shark2-Headed Shark AttackMega Shark vs. Giant Octopus) andavano bene ma nessuno avrebbe mai immaginato il successo di Sharknado. Il film dura 90 minuti e racconta di un enorme uragano che travolge tutti gli squali dell’oceano Pacifico e poi si abbatte su Los Angeles, allagandone le strade e riempiendole di squali affamati. La città viene poi colpita anche dai tornado, che risucchiano gli squali sollevandoli in aria e facendoli riatterrare, rendendoli ancora più pericolosi. I dialoghi sono pieni di retorica sciatta, le scene sono splatter, mal recitate e talmente poco credibili che quando andò in onda in televisione per la prima volta nel 2013 migliaia di persone iniziarono a commentarlo su Twitter, definendolo chi il film più brutto di sempre, chi un divertente capolavoro trash.

Latt ha raccontato che l’idea di stimolare la pubblicazione di tweet in diretta durante la trasmissione del film (cosa che oggi avviene spesso con alcuni programmi televisivi, anche in Italia) era allora una cosa abbastanza nuova. Latt ha detto anche di aver pensato che si fosse impallato Twitter perché non aveva mai visto così tanto movimento sulla sua bacheca. Il film fu commentato anche da alcune persone molto famose, come le attrici Mia Farrow, Elizabeth Banks e Olivia Wilde. Verso la fine del film su Twitter si arrivò fino a cinquemila tweet al minuto su Sharknado, quasi 80 al secondo.

I protagonisti del film sono Ian Ziering (Steve di Beverly Hills 90210) e Tara Reid di American Pie, che interpreta la sua ex moglie, ma nel cast c’è anche John Heard, noto per il ruolo del padre in Mamma ho perso l’aereo. Uno dei produttori, Thomas Vitale, ha raccontato di aver scelto questi attori perché erano già molto conosciuti ma per ruoli in tutt’altro genere di film e serie, e che questa si è rivelata «una grande scelta».

Ziering raccontò in un’intervista di aver deciso di accettare la parte solo per accumulare abbastanza giorni lavorati da poter avere l’assicurazione sanitaria, a maggior ragione perché stava per avere un figlio. «A essere onesto, ero davvero innervosito perché la sceneggiatura non si capiva molto bene», raccontò, «aveva dei buchi che erano stati lasciati all’immaginazione per essere riempiti da effetti speciali. Ma con un film di fantascienza a basso budget, non sai mai il livello delle tecnologie che hanno a disposizione per realizzare il film».

Per pubblicizzare l’uscita nelle sale della nuova versione di Sharknado, la casa di produzione Asylum ha realizzato una campagna pubblicitaria che riprende e accentua il tono trash del film con lo slogan «nuovi effetti speciali, nuovi morti, più sharks, più ‘nado». Tra le altre cose ha diffuso una locandina che riprende la grafica e le immagini del film Barbie, uscito a luglio e diventato in pochi giorni il film più di successo dell’estate in molti paesi.