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  • Lunedì 7 agosto 2023

La chiatta che ospita i richiedenti asilo nel Regno Unito ha una storia complicata

In quasi cinquant'anni di attività ha ospitato centinaia di migranti, lavoratori e persone senza fissa dimora, in condizioni molto precarie

(Finnbarr Webster/Getty Images)
(Finnbarr Webster/Getty Images)
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Lunedì i primi richiedenti asilo sono saliti a bordo della Bibby Stockholm, l’enorme chiatta noleggiata dal governo britannico per ospitare fino a 500 persone in attesa dell’esito della propria richiesta di asilo. L’iniziativa è considerata molto controversa sia perché fa parte di un più ampio piano del governo dei Conservatori per scoraggiare e impedire l’arrivo di richiedenti asilo nel Regno Unito, sia perché i richiedenti asilo saranno ospitati in spazi ristretti e poco adatti per le esigenze di persone spesso vulnerabili e con bisogni complessi.

Non è la prima volta, però, che la Bibby Stockholm viene usata per ospitare richiedenti asilo: in quasi cinquant’anni di attività ha girato diversi paesi europei e accolto centinaia di migranti, persone senza fissa dimora e lavoratori, finendo in alcuni casi coinvolta in scandali e proteste a causa delle condizioni degradanti denunciate a bordo.

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La Bibby Stockholm è stata costruita nel 1976 e batte bandiera delle Barbados, un piccolo stato insulare dell’America centrale. Si presenta come una struttura rettangolare galleggiante ma priva di motore (quindi non può muoversi autonomamente ma deve essere trainata), è lunga 93 metri e alta come un palazzo di tre piani. È di proprietà della Bibby Line, una compagnia navale britannica che fa capo al Bibby Line Group, fondato nel 1807 e con sede a Liverpool. Nel 1992 è stata convertita in una “nave da alloggio” e da quel momento è stata noleggiata da vari enti, sia pubblici, come governi o amministrazioni comunali, che privati. L’organizzazione degli spazi è cambiata diverse volte, in base alle modalità con cui è stata utilizzata e all’ente che l’ha noleggiata.

Tra il 1994 e il 1998 la Bibby Stockholm rimase ormeggiata al porto di Amburgo, in Germania, e 52 posti letto furono messi a disposizione di persone senzatetto e richiedenti asilo. Nel 2005 fu spostata nel porto di Rotterdam, nei Paesi Bassi, e utilizzata per ospitare migranti e richiedenti asilo le cui domande erano state respinte. Secondo un rapporto pubblicato dall’ong britannica Statewatch nel 2012, le condizioni a bordo della Bibby Stockholm e della Reno – un’altra chiatta attraccata a Rotterdam nello stesso periodo e utilizzata per ospitare richiedenti asilo – erano pessime, tanto che le persone a bordo organizzavano spesso proteste o scioperi della fame.

Questa situazione fu descritta anche dal giornalista olandese Robert van de Griend, che nel 2006 riuscì a farsi assumere come guardia a bordo della Bibby Stockholm e dopo due settimane scrisse un lungo reportage per la rivista Vrij Nederland. Van de Griend raccontò che le condizioni a bordo della chiatta erano «disumane», che le guardie non erano adeguatamente preparate per avere a che fare con dei richiedenti asilo e che abusi, risse e tentativi di suicidio accadevano di frequente.

Le persone a bordo non potevano fare alcuna attività lavorativa, educativa o riabilitativa, e non potevano presentare reclami né all’interno né all’esterno della struttura. Lavorando sotto copertura, van de Griend documentò casi di abusi fisici e verbali sia da parte delle guardie che tra detenuti, e descrisse nel dettaglio il processo di assunzione e il corso di formazione che i dipendenti devono seguire per una settimana prima di iniziare a lavorare, durante il quale non vennero mai menzionati i diritti dei detenuti. In un’occasione, van de Griend chiese a un collega cosa fare per risolvere eventuali problemi tra detenuti: la risposta fu «non interferire». 

Si tornò a parlare della Bibby Stockholm nel 2008. Nella notte tra il 2 e il 3 febbraio Rachid Abdelsalam, un uomo algerino che soffriva di problemi di cuore, morì a bordo della chiatta: secondo il rapporto di Statewatch, Abdelsalam non aveva ricevuto cure mediche adeguate alle sue condizioni, per esempio i suoi disturbi cardiaci erano stati curati con medicinali per la tosse. Nonostante altri richiedenti asilo presenti a bordo avessero più volte fatto presente che le sue condizioni di salute stavano peggiorando, le guardie erano arrivate nella stanza di Abdelsalam solo due ore dopo la sua morte. La morte di Abdelsalam innescò alcune manifestazioni di protesta davanti alla chiatta.

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Nel 2013 la Bibby Stockholm attraccò nel porto scozzese di Lerwick, sulle isole Shetland, nel mare del Nord. Fu utilizzata dalla compagnia petrolifera britannica Petrofac per ospitare i lavoratori coinvolti nella costruzione di un nuovo impianto di trattamento del gas naturale. Per quell’occasione la barca fu completamente ammodernata e i suoi spazi furono organizzati per ospitare 222 stanze con bagno interno e varie aree comuni, tra cui una cucina, un ristorante e una palestra. Fu anche attivata una connessione WiFi. La barca lasciò il porto di Lerwick nel 2017, dopo essere rimasta inutilizzata per oltre un anno.

Per un po’ si parlò della possibilità di usare le camere della Bibby Stockholm e di altre chiatte simili come alloggi per studenti a Galway, in Irlanda, ma il progetto fu poi abbandonato. Infine, nel 2018 la barca fu spostata in Svezia, dove ospitò i lavoratori di un impianto eolico nel nord del paese, prima di tornare nel Regno Unito.

Di recente la sua struttura interna è stata di nuovo modificata e adattata per ospitare fino a 500 richiedenti asilo, tutti uomini e con un’età compresa tra i 18 e i 65 anni. Il governo britannico ha spiegato di avere noleggiato la barca per ragioni eminentemente economiche. Oggi i richiedenti asilo nel Regno Unito sono circa 50mila – una cifra piuttosto modesta e assolutamente gestibile da uno dei paesi più ricchi al mondo – e vengono ospitati in strutture pubbliche o in alberghi sparsi in tutto il paese. Secondo una stima del governo questi alloggi costano al governo circa 6 milioni di sterline al giorno (circa 7 milioni di euro): l’uso della chiatta dovrebbe permettere di tagliare parte di queste spese. In realtà un dettagliato rapporto messo insieme da due ong britanniche stima che non ci sarà un risparmio, e anzi ospitare i richiedenti asilo sulla chiatta potrebbe costare ancora più soldi.

Per ospitare i richiedenti asilo la capienza delle 222 stanze della chiatta, in precedenza pensate per uso singolo, è stata raddoppiata sostituendo i letti singoli con letti a castello. Alcune aree comuni sono state convertite in dormitori. I giornalisti che a fine luglio hanno partecipato a un tour organizzato hanno raccontato che nelle cabine ci sono sono anche dei televisori (che però non sono collegati ad alcuna antenna e sono quindi inutilizzabili), una scrivania, uno specchio, un piccolo armadio e una piccola finestra. È possibile fare sport in due aree esterne in una piccola palestra, e c’è una stanza per le attività educative, che però ha soltanto otto posti a sedere. Sulla nave non ci saranno medici ma soltanto un infermiere, cinque giorni a settimana.

Secondo una stima dell’Independent, quando la Bibby Stockholm ospiterà il numero massimo di richiedenti asilo ciascuno di loro avrà a disposizione uno spazio inferiore all’estensione di un parcheggio standard per un’automobile, anche considerando i pochi spazi comuni della chiatta.

Una stanza della Bibby Stockholm (Andrew Matthews – Pool/Getty Images)

Non ci sarà un coprifuoco e i richiedenti asilo non saranno formalmente detenuti, ma dato che per sbarcare ci sono numerosi controlli, non ci sono mezzi pubblici e non possono lavorare o andare a scuola, difficilmente si allontaneranno dalla chiatta.