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  • Sabato 5 agosto 2023

Marta ha cambiato il calcio femminile, soprattutto in Brasile

A 37 anni si ritira dalla sua Nazionale quella che è considerata da molti la miglior giocatrice di tutti i tempi

Marta durante l'ultimo Mondiale in Australia e Nuova Zelanda (AP Photo/Aisha Schulz)
Marta durante l'ultimo Mondiale in Australia e Nuova Zelanda (AP Photo/Aisha Schulz)
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Pareggiando 0-0 contro la molto meno quotata Giamaica, il Brasile femminile è stato eliminato dai Mondiali di calcio in corso in Australia e Nuova Zelanda. La precoce eliminazione ha chiuso in un modo improvviso e deludente la carriera di Marta Vieira da Silva (chiamata da tutti solo Marta) con la maglia della sua Nazionale: a 37 anni aveva già annunciato che questo sarebbe stato l’ultimo suo torneo con il Brasile.

Marta è considerata da molti la miglior giocatrice di calcio di tutti i tempi. Ha vinto 6 volte il trofeo FIFA di miglior giocatrice dell’anno, ha segnato in cinque diverse edizioni dei Mondiali (nessun uomo ci è mai riuscito) e ha realizzato 17 gol nelle fasi finali del torneo: anche questo è un record assoluto, dato che supera i 16 realizzati dal tedesco Miroslav Klose.

Ma soprattutto Marta è stata un personaggio decisivo per rendere popolare il calcio femminile nel suo paese, dove la pratica di questo sport è stata vietata alle donne fra il 1941 e il 1979. Prima di Marta non c’era nessuna giocatrice davvero famosa in Brasile e nel 2016, durante le Olimpiadi di Rio de Janeiro, la sua popolarità era ritenuta maggiore anche di quella del numero 10 della Nazionale maschile, Neymar.

Marta con il presidente brasiliano Lula prima del Mondiale (AP Photo/Eraldo Peres)

Prima della sua ultima partita aveva parlato degli obiettivi raggiunti: «Sapete di cosa sono veramente orgogliosa? Quando ho cominciato non c’erano idoli nel calcio femminile. Come potevano esserci se il calcio femminile nemmeno si vedeva? Adesso le ragazze delle nuove generazioni sanno che possono diventare un punto di riferimento». Molte delle sue compagne nell’attuale Nazionale brasiliana, molto rinnovata, sono cresciute avendo avuto Marta come modello.

Marta è cresciuta a Dois Riachos, una cittadina di campagna nello stato di Alagoas, nel nord-est del paese, uno dei più poveri del Brasile. Dopo aver vinto la resistenza dei fratelli che non approvavano la sua volontà di giocare a calcio, già a 14 anni si trasferì a Rio de Janeiro per entrare nella squadra femminile del Vasco da Gama.

A 18 anni arrivò in Svezia, che nei primi anni Duemila aveva uno dei campionati femminili più competitivi e dalle maggiori possibilità economiche. Proprio in Svezia ha ottenuto i maggiori successi con i club, ma Marta deve la sua grande fama internazionale soprattutto ai 21 anni in cui ha giocato con il Brasile, mettendo insieme 189 partite e 122 gol.

(AP Photo/Phelan M. Ebenhack)

Marta ha mostrato tutte le doti calcistiche normalmente associate ai grandi colleghi maschi brasiliani: ottimo tocco di palla, giocate spettacolari, capacità di dribbling. Pelé la definì una «Pelé con la gonna», ma è stata soprattutto una giocatrice completa e trascinante. Juca Kfouri, uno dei più noti giornalisti sportivi brasiliani, l’ha descritta alla CNN: «Era più completa di grandi campioni come Ronaldo e Rivaldo, perché sapeva fare bene tutto: passaggio, tiro, colpo di testa, visione di gioco, uso di entrambi i piedi».

Fra il 2006 e il 2010 è stata nominata miglior giocatrice al mondo dalla FIFA per cinque anni di seguito e la sua presenza e la sua popolarità hanno in un certo senso costretto la Federazione calcistica brasiliana a investire maggiormente nel calcio femminile, sia a livello di squadra nazionale sia di campionato locale, che esiste nella forma attuale soltanto dal 2013.

Marta ha vinto con il Brasile per tre volte la Coppa America femminile, ma non è mai riuscita a vincere un torneo intercontinentale: è arrivata alla finale dei Mondiali del 2007, perdendola contro la Germania, e per due volte alla finale olimpica, nel 2004 e nel 2008, perdendo entrambe. Questa in Australia e Nuova Zelanda era la sua ultima possibilità, che arrivava dopo un anno di inattività per un infortunio, la rottura del legamento crociato del ginocchio.

Un cartellone con Marta al Maracanà di Rio de Janeiro: «Grazie regina!» (AP Photo/Leo Correa)

«Marta finisce qui» ha detto dopo l’eliminazione, in un torneo che decisamente non è andato come sperava e in cui non è riuscita a realizzare nemmeno un gol. Continuerà a giocare con gli Orlando Pride, squadra del campionato statunitense in cui gioca dal 2017. Allora il suo stipendio di circa 480mila euro l’anno la rendeva la giocatrice più pagata al mondo: oggi le migliori giocatrici al mondo, come Alexia Putellas, Sam Kerr o Alex Morgan, guadagnano circa 800mila euro l’anno (ma molto di più con gli sponsor personali).

Nonostante le distanze economiche dai colleghi maschi restino notevoli e difficilmente colmabili (Kylian Mbappé guadagna oltre 30 milioni di euro l’anno in Francia, Erling Haaland oltre 20 nel Regno Unito), il calcio femminile durante la carriera di Marta ha fatto grandi passi in avanti in quanto a riconoscimento e popolarità: quasi tutti gli esperti sono concordi nel ritenere che la giocatrice brasiliana abbia avuto una parte in questo processo, non solo per quel che riguarda il Brasile.

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