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  • Giovedì 3 agosto 2023

La Corea del Nord ha infine confermato l’arresto di Travis King

E potrebbe essere disposta a negoziare la liberazione del soldato americano entrato illegalmente nel paese lo scorso 18 luglio

Il soldato statunitense Travis King (AP Photo/Ahn Young-joon)
Il soldato statunitense Travis King (AP Photo/Ahn Young-joon)
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La Corea del Nord ha confermato alle Nazioni Unite di aver arrestato Travis King, il soldato statunitense di 23 anni entrato nel paese senza autorizzazione lo scorso 18 luglio oltrepassando il confine con la Corea del Sud. Da quel momento di lui non si era saputo più niente, anche se le Nazioni Unite avevano fatto sapere che con ogni probabilità era detenuto in Corea del Nord.

Sia l’ONU che gli Stati Uniti avevano immediatamente cercato di mettersi in contatto con la Corea del Nord, che finora però non aveva risposto alle richieste. L’ONU non ha fornito ulteriori informazioni riguardo alla situazione attuale di King, anche per non rischiare di compromettere gli sforzi per la sua liberazione. Il fatto che ne sia stato annunciato l’arresto viene però interpretato come il segno che il governo nordcoreano sia pronto a negoziare.

Negli ultimi anni, quasi tutti i cittadini statunitensi entrati illegalmente nella Corea del Nord, esclusi quelli condannati per attività criminali, sono stati rilasciati entro sei mesi dall’arresto. Per gli Stati Uniti (e per molti altri paesi) negoziare con il governo nordcoreano è comunque piuttosto complicato. Il governo americano, infatti, non ha relazioni diplomatiche con la Corea del Nord e per parlarci deve fare affidamento a vie alternative: quello più importante è l’ambasciata della Svezia nella capitale nordcoreana Pyongyang, che da tempo fa da intermediaria trasmettendo le comunicazioni tra le parti.

La situazione però si è complicata con la pandemia, che ha spinto la Corea del Nord a chiudere completamente i propri confini limitando anche le attività dell’ambasciata svedese.

King aveva appena finito di scontare una pena di quasi due mesi in Corea del Sud, con l’accusa di aggressione. A seguito del rilascio, avrebbe dovuto essere trasferito negli Stati Uniti, dove con buone probabilità sarebbe stato avviato un provvedimento disciplinare a suo carico e il congedo dal servizio militare. La scorta militare lo aveva lasciato all’ingresso del terminal, dove avrebbe dovuto imbarcarsi. Invece King non era mai salito sull’aereo: era andato via dall’aeroporto e si era unito a un tour guidato diretto alla Joint Security Area, l’unico punto di contatto diretto tra gli eserciti delle due Coree. Questa a sua volta si trova all’interno della Zona Demilitarizzata, una striscia di terra larga quattro chilometri e lunga tutto il confine tra le due Coree da cui gli eserciti dei rispettivi paesi si sono ritirati, e in cui operano le Nazioni Unite. Da lì, King era riuscito a oltrepassare il confine ed entrare in Corea del Nord.

– Leggi anche: Che posto è la “Joint Security Area” tra le due Coree