• Mondo
  • Lunedì 24 luglio 2023

La sconfitta dell’estrema destra di Vox è una delle poche certezze in Spagna

Il partito ha ottenuto un risultato molto al di sotto delle attese, perdendo 19 dei suoi 52 deputati in parlamento

Due sostenitori del partito dopo le elezioni (AP Photo/Andrea Comas)
Due sostenitori del partito dopo le elezioni (AP Photo/Andrea Comas)
Caricamento player

Le elezioni politiche in Spagna di domenica non hanno espresso una chiara maggioranza che permetta a una forza politica di formare facilmente un governo. Il Partito Popolare, di centrodestra e largamente favorito nei sondaggi, è stato il più votato, ma non ha i numeri per ottenere la maggioranza al Congresso nemmeno in coalizione con l’estrema destra di Vox. Proprio il risultato deludente di Vox, che ha perso oltre 600mila voti e 19 deputati rispetto alle politiche del 2019, è il dato più evidente delle prime elezioni estive nella storia della Spagna.

Vox era stato al centro della campagna elettorale e le discussioni sulla possibile alleanza con il Partito Popolare per formare un governo avevano attirato molte attenzioni. La realizzazione di quello scenario, indicato come probabile anche dai sondaggi, avrebbe potuto rendere il partito di estrema destra decisivo per la prima volta in un governo nazionale: nazionale perché Vox e Partito Popolare avevano già formato coalizioni simili in alcuni governi locali. Le cose però sono andate diversamente e i risultati del voto di domenica, molto sotto le aspettative, hanno reso Vox praticamente irrilevante.

Vox è un partito di estrema destra nato nel 2013 che non nasconde una certa nostalgia dell’epoca della dittatura di Francisco Franco: propone valori nazionalisti (in risposta all’indipendentismo di sinistra di alcune regioni spagnole) e ha impostato anche questa campagna elettorale sul rifiuto delle politiche progressiste del governo sui temi di genere e su ripetuti allarmi sul tema dell’immigrazione. Vox sembrava poter replicare i recenti successi dei partiti di estrema destra in Europa (in Finlandia e Svezia sono risultati decisivi per la formazione di un governo di destra); in Spagna invece la crescita del Partito Popolare, formazione di conservatori moderati, ha limitato proprio il risultato della destra di Vox.

– Leggi anche: In Spagna non c’è una maggioranza

Nelle prime dichiarazioni dopo i risultati elettorali, il leader di Vox Santiago Abascal ha attaccato proprio il candidato del Partito Popolare, Alberto Núñez Feijóo, accusandolo di aver contribuito a «demonizzare Vox» e di aver così fatto fallire «l’alternativa di governo». Abascal non ha fatto autocritica, ma ha accusato i media e la stampa di aver creato un clima intorno a Vox che avrebbe reso qualsiasi risultato «eroico».

Le denunce di Abascal, comprese quelle di «sondaggi truccati», non hanno alcun fondamento, ma fanno parte di una consolidata strategia comunicativa che fa ampio ricorso al vittimismo e alla presunta «eccezionalità» di Vox nel panorama politico spagnolo.

Vox è risultata comunque la terza forza politica più votata: ha ottenuto 33 deputati, due in più della formazione di sinistra Sumar, ma 19 in meno rispetto a quelli che contava nel parlamento uscente. A livello numerico ha perso poco meno del 3 per cento dei voti, circa 650mila elettori.

La perdita dei consensi è stata particolarmente significativa proprio nelle regioni in cui il partito di estrema destra era più forte e in cui aveva già partecipato ai governi locali: in Castilla y León (regione a nord di Madrid) dove governa da aprile del 2022 con il Partito Popolare, ha perso 5 dei suoi 6 deputati, oltre che il 4 per cento dei voti. La sconfitta è importante perché proprio quella coalizione locale di destra era stata indicata come possibile modello per il resto della Spagna. Vox ha perso seggi anche in Andalusia (3), a Madrid (2), nella regione di Valencia, in Castilla-La Mancha, a Murcia, nella Baleari, alle Canarie, in Extremadura e a Ceuta, dove nel 2019, puntando soprattutto sul tema dell’immigrazione, era diventato il partito più votato: ora è stato superato del Partito Popolare.

Nel breve discorso senza domande dopo la notte elettorale Abascal si è detto sicuro che si tornerà a votare a dicembre, ma la fine dell’ascesa di Vox, proprio nel momento decisivo di un possibile ingresso nel governo, sembra segnare un punto di svolta importante per un partito giovane, in un paese dove fino a pochi anni fa non esisteva una formazione di estrema destra rilevante.

Santiago Abascal, leader di Vox, domenica sera (AP Photo/Andrea Comas)

La sconfitta di Vox e il mancato successo della coalizione di destra è come detto in controtendenza rispetto ai successi ottenuti negli ultimi anni dai partiti della destra radicale in Europa. In Italia si è parlato assai di Vox anche a causa dei legami e delle affinità tra il partito spagnolo e Fratelli d’Italia: la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni ha parlato più volte ai comizi elettorali di Vox, con toni molto animati.

– Ascolta anche: Globo: Le elezioni in Spagna e tutto il resto, con Javier Cercas