La casa dell’europarlamentare belga Maria Arena è stata perquisita nell’ambito delle indagini sul cosiddetto “Qatargate”

Parlamento Europeo
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Mercoledì 19 luglio la polizia belga ha perquisito la casa dell’europarlamentare belga Maria Arena del Partito Socialista Europeo e altre cinque proprietà collegate alla sua famiglia, nell’ambito delle indagini per il grosso caso di sospetta corruzione da parte del Qatar e del Marocco (o “Qatargate”, come viene chiamato di frequente). Arena non è stata per il momento interrogata o formalmente indagata, e le autorità belghe non hanno chiesto la revoca della sua immunità parlamentare.

Arena ha negato di aver commesso degli atti illeciti, ma il suo nome era già stato citato in relazione allo scandalo dalla stampa italiana e belga. All’inizio dell’anno, proprio a causa della crescente attenzione per il suo potenziale coinvolgimento, si era dimessa dal suo ruolo di presidente della sottocommissione per i diritti umani. Le sue dimissioni erano arrivate lo stesso giorno in cui il giornale online Politico aveva scritto che Arena non aveva dichiarato un viaggio pagato in Qatar a maggio del 2022.

Arena ha avuto un ruolo anche nelle dimissioni del magistrato belga a capo dell’indagine, Michel Claise, che aveva chiesto di lasciare l’incarico a causa delle accuse di conflitto di interessi che coinvolgono entrambi i figli. Gli avvocati di un altro principale sospettato, l’eurodeputato belga Marc Tarabella, avevano scoperto che il figlio di Claise faceva parte di un’associazione di categoria nel settore della cannabis terapeutica, il cui presidente era il figlio di Arena e che l’eurodeputata, nel 2019, aveva organizzato un evento al Parlamento europeo sponsorizzato dalla loro associazione di categoria. La procura federale belga aveva tuttavia chiarito che la rinuncia al caso da parte di Claise era avvenuta «nonostante l’assenza di elementi effettivi che potrebbero mettere in dubbio l’integrità di ciascuna persona coinvolta».