Il magistrato che coordina le indagini sul caso Qatar-Parlamento Europeo ha chiesto di lasciare l’incarico

(Sean Gallup/Getty Images)
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Lunedì sera la procura federale belga ha fatto sapere che Michel Claise, il magistrato che coordina le indagini sul presunto caso di corruzione “Qatargate”, ha chiesto di lasciare il proprio incarico «al fine di consentire alla giustizia di proseguire il proprio lavoro in serenità». Claise non ha fornito spiegazioni sulla decisione, ma da mesi era criticato da commentatori e avvocati dei sospettati, che lo avevano accusato di avere utilizzato lo strumento della detenzione per fare pressione sulle persone incriminate, una pratica considerata scorretta e vietata in molti paesi.

Le principali accuse nei confronti di Claise erano arrivate dalla difesa di Eva Kaili, l’ex vicepresidente del Parlamento Europeo, coinvolta nella presunta corruzione. Kaili era rimasta in carcere quattro mesi, mentre da fine maggio è agli arresti domiciliari, con l’accusa di fare parte della presunta rete di parlamentari e funzionari corrotti dal lobbista Antonio Panzeri per conto di paesi esterni all’Unione Europea, come Qatar e Marocco.

La procura federal belga ha chiarito che la rinuncia al caso da parte di Claise avviene: «Nonostante l’assenza di elementi effettivi che potrebbero mettere in dubbio l’integrità di ciascuna persona coinvolta e il considerevole lavoro svolto dagli investigatori e da lui stesso in questa vicenda». L’incarico sarà ora affidato a un altro magistrato che aveva seguito l’inchiesta.