La Russia ha bombardato i porti di Odessa e Mykolaiv, sul Mar Nero, un giorno dopo aver bloccato l’accordo sul grano ucraino

Un terminale di lavorazione dei cereali a Izmail, in Ucraina (AP Photo/Andrew Kravchenko, File)
Un terminale di lavorazione dei cereali a Izmail, in Ucraina (AP Photo/Andrew Kravchenko, File)

Martedì la Russia ha bombardato con missili e droni il porto di Odessa e quello di Mykolaiv, due dei principali porti che permettono l’accesso dell’Ucraina al Mar Nero. Per ora non ci sono notizie di morti o di feriti, ma l’esercito ucraino ha detto che gli attacchi hanno danneggiato alcune abitazioni e infrastrutture sia del porto di Odessa che di quello di Mykolaiv, dove si sarebbe sviluppato anche un incendio: non è chiaro se sia già stato spento.

La Russia ha attaccato i porti ucraini un giorno dopo aver annunciato che non rinnoverà il cosiddetto accordo sul grano ucraino, scaduto ieri, che da luglio del 2022 aveva permesso alle navi ucraine di attraversare in sicurezza il Mar Nero ed esportare grano e altri cereali nonostante la guerra. Dei due porti bombardati, quello di Odessa era uno dei principali da cui partivano le navi cariche di cereali. La Russia ha annunciato di non voler rinnovare l’accordo lunedì, dopo le esplosioni sul ponte che collega l’Ucraina alla Crimea, la penisola annessa alla Russia nel 2014: la Russia ne ha attribuito la responsabilità all’Ucraina, definendo le esplosioni un «attacco terroristico» e promettendo ritorsioni.

Secondo quanto dichiarato dall’esercito ucraino, la Russia avrebbe colpito il porto di Odessa e alcune zone lì intorno con sei missili e 36 droni, 31 dei quali sarebbero stati abbattuti.

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