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  • Venerdì 14 luglio 2023

In Spagna il voto per posta è diventato un problema politico

Il leader dell'opposizione ha alluso a una vecchia amicizia tra il capo delle poste e il primo ministro, a pochi giorni dalle elezioni anticipate

(Unsplash)
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Per la prima volta nella storia, le elezioni politiche spagnole si terranno in piena estate, il 23 luglio: sono elezioni anticipate, convocate dal primo ministro Socialista Pedro Sánchez a fine maggio dopo una netta sconfitta del suo partito alle elezioni locali. Un numero senza precedenti di spagnoli sta chiedendo di votare per corrispondenza, in modo da non dover scegliere tra il voto e le vacanze, che in molti casi erano già state programmate prima della convocazione delle elezioni anticipate. La data limite per presentare una richiesta di voto per posta era giovedì 13 luglio: Correos, il servizio postale statale, dice di aver registrato 2.456.826 domande, di cui 94 mila soltanto mercoledì 12. Si tratta di quasi il 7 per cento di tutti gli elettori spagnoli, più del doppio di quelli che si erano registrati per votare per posta nelle elezioni nazionali del novembre 2019.

Per permettere a tutti quelli che desideravano farlo di presentare richiesta in tempo, Correos ha previsto negli ultimi giorni orari di apertura più lunghi del solito e ha assunto oltre 19mila lavoratori a tempo determinato. Correos ha anche sostenuto che molti dipendenti delle poste starebbero dimostrando una particolare dedizione alla causa: più del 30 per cento del personale che aveva chiesto le ferie a luglio, ha detto, ha deciso spontaneamente di posticiparle per evitare che il proprio ufficio fosse a corto di personale.

Ciononostante, alcuni sindacati e politici hanno accusato le poste di non aver fatto abbastanza a fronte di queste circostanze straordinarie: in particolare a essere criticato è stato Juan Manuel Serrano, presidente di Correos, accusato dai sindacati di aver dimostrato scarse capacità di previsione e organizzazione. Prima di essere nominato presidente di Correos, Serrano era capo di gabinetto di Sánchez, e i due sono molto vicini da tempo.

La critica più rilevante a Serrano è arrivata da Alberto Núñez Feijóo, il leader del Partito Popolare, il principale partito di centrodestra e oggi all’opposizione, che è a sua volta stato a capo di Correos tra il 2000 e il 2003. Mercoledì durante un comizio Núñez Feijóo ha chiesto agli impiegati delle poste di «lavorare al massimo, mattina, pomeriggio e notte» per assicurarsi che tutti gli spagnoli ricevessero le proprie schede elettorali in tempo, «a prescindere dai vostri capi». Molti hanno interpretato le sue parole – e in particolare la parte del «a prescindere dai vostri capi» – come un attacco indiretto a Serrano e un modo per delegittimare politicamente Sánchez, suggerendo che il leader Socialista possa godere dei vantaggi derivanti dalla sua vecchia amicizia con lo stesso Serrano.

Interpellato nuovamente sul tema giovedì Núñez Feijóo ha detto che «non stava alludendo a possibili brogli elettorali», ma semplicemente ripetendo le preoccupazioni dei sindacati.

Lo scontro verbale tra Núñez Feijóo e Sánchez non si è fermato qui e si è esteso a un altro tema di cui si sta discutendo parecchio da settimane in Spagna: cioè il fatto che il Partito Popolare stia facendo accordi di coalizione con il partito di estrema destra Vox in varie regioni del paese. Sánchez ha sostenuto che le critiche di Núñez Feijóo a Serrano fossero una strategia del leader dei Popolari per distrarre gli elettori di centrodestra del paese dagli accordi locali con Vox, una forza politica che i conservatori più moderati mal sopportano.