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  • Martedì 11 luglio 2023

La Tunisia ha abbandonato centinaia di migranti in mezzo al deserto

Circa 1.200 persone provenienti dall'Africa subsahariana sono state fermate e trasportate in una “terra di nessuno” al confine con la Libia

Un gruppo di migranti bloccato al confine fra Tunisia e Libia (UGC via AP)
Un gruppo di migranti bloccato al confine fra Tunisia e Libia (UGC via AP)
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All’inizio di luglio le forze dell’ordine tunisine hanno arrestato centinaia di migranti provenienti dall’Africa subsahariana e li hanno portati con la forza in una zona desertica nell’est del paese al confine con la Libia.

Da allora i migranti sono bloccati in una specie di “terra di nessuno” al confine fra i due paesi, senza cibo, acqua e possibilità di accedere a cure mediche. È una zona difficilmente accessibile per ong e giornalisti: solo Al Jazeera negli ultimi giorni è riuscita a parlare con i migranti bloccati, descrivendo una situazione estremamente grave.

«Vanno aiutati con urgenza, è una questione di vita o di morte», ha detto la direttrice della ong Human Rights Watch in Tunisia, Salsabil Chellali. Gli arresti e la deportazione dei giorni scorsi sono solo l’ultima di una serie di violenze e discriminazioni contro i migranti subsahariani, che il presidente autoritario Kais Saied sta usando come capro espiatorio per spiegare la pessima situazione economica e sociale in cui si trova la Tunisia.

Secondo i calcoli di Al Jazeera i migranti arrestati e deportati al confine con la Libia sono circa 1.200. Raccontano di essere stati fermati in varie operazioni di sicurezza a Sfax, la città costiera della Tunisia centrale da cui partono le imbarcazioni dirette verso la piccola isola italiana di Lampedusa. Al momento sono bloccati in una zona desertica vicino al mare a circa 35 chilometri a est della città tunisina di Ben Guerdane, senza la possibilità di tornare in Tunisia o entrare in Libia (dove comunque rischierebbero di essere rinchiusi nei centri di detenzione per migranti, in cui violenze e stupri sono sistematici).

Human Rights Watch scrive che secondo diverse testimonianze le forze dell’ordine tunisine hanno picchiato le persone fermate e spaccato i loro telefoni. Sempre secondo queste testimonianze, alcuni uomini arrivati dal territorio libico provvisti di machete e altre armi avrebbero rapinato alcuni migranti bloccati e stuprato diverse donne. L’assenza di acqua potabile ha portato alcuni migranti a bere acqua di mare per provare a dissetarsi.

Il Forum tunisino per i diritti economici e sociali, una nota ong tunisina che si occupa di diritti umani, ha detto al Financial Times che fra le persone fermate e arrestate ci sono diversi richiedenti asilo, donne e bambini, cioè persone vulnerabili che avrebbero bisogno di assistenza e protezione.

In queste settimane la Tunisia sta cercando di ottenere dall’Unione Europea aiuti per circa un miliardo di euro. In cambio degli aiuti l’Unione Europea ha chiesto alla Tunisia di aumentare gli sforzi per fermare i migranti e i richiedenti asilo che intendono raggiungere l’Europa via mare, con un accordo simile a quello che trattiene migliaia di migranti in condizioni disumane nei centri di detenzione libici. Il miliardo di aiuti prevede fra l’altro circa 105 milioni di euro per rafforzare le operazioni delle forze dell’ordine tunisine contro i migranti.