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  • Giovedì 29 giugno 2023

Nell’esercito russo sembrano essere in corso grossi cambiamenti

Non si sa con certezza quali, ma dopo la rivolta del gruppo Wagner qualcosa sta cambiando e due generali non si vedono da sabato

Sergei Surovikin (Gavriil Grigorov, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP)
Sergei Surovikin (Gavriil Grigorov, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP)

Secondo alcuni media ed esperti di questioni militari il regime russo di Vladimir Putin starebbe mettendo in atto grossi cambiamenti all’interno dell’esercito dopo la rivolta armata del gruppo Wagner di sabato. In particolare si parla del fatto che alcuni importanti comandi dell’esercito russo sapessero in anticipo della rivolta del gruppo Wagner e che simpatizzassero con i rivoltosi, o fossero perfino pronti a collaborare. Il generale Sergei Surovikin, ex comandante in capo delle operazioni russe in Ucraina e uno degli ufficiali più importanti dell’esercito russo, sarebbe stato arrestato: lo sostengono il Financial Times, che ha sentito fonti interne all’amministrazione russa, e la versione in inglese del Moscow Times. Non ci sono ancora però conferme ufficiali.

Molte indiscrezioni riguardano anche il generale Valeri Gerasimov, che è l’attuale comandante delle operazioni russe in Ucraina: su di lui, come su Surovikin, non ci sono notizie da sabato, il giorno della rivolta.

Sergei Surovikin è un generale russo che è stato comandante in capo di tutte le operazioni russe in Ucraina tra l’ottobre del 2022 e il gennaio del 2023. In precedenza era stato comandante delle operazioni russe in Siria, dove per le sue tattiche brutali e i suoi bombardamenti indiscriminati sulle città era stato soprannominato “generale Armageddon”.

Secondo il New York Times, che ha ricevuto informazioni dall’intelligence statunitense, Surovikin sapeva in anticipo della rivolta del gruppo Wagner. Assieme ad altri generali avrebbe inoltre simpatizzato con il tentativo di Yevgeny Prigozhin, il capo di Wagner, di cambiare i vertici militari russi, e in particolare il ministro della Difesa Sergei Shoigu, che è poco amato dalle truppe e quasi unanimemente considerato inadeguato per il suo ruolo.

Questa simpatia di Surovikin e altri nei confronti di Prigozhin non si è mai materializzata in un aiuto concreto, anche se è vero che per tutta la giornata di sabato la rivolta armata del gruppo Wagner non ha praticamente incontrato alcun tipo di resistenza militare.

Che Surovikin potesse quanto meno avere avuto conoscenza dei piani di Prigozhin, e quindi fosse in contatto con lui, sembra essere confermato da molte notizie e indiscrezioni piuttosto circostanziate che sono circolate in questi giorni. Oltre al Moscow Times che parla del suo arresto (ancora una volta senza che questa informazione possa essere confermata indipendentemente), Reuters ha raccolto numerose fonti militari russe che spiegano come sarebbe in corso una purga all’interno dell’esercito russo, e che Surovikin sarebbe una delle sue principali vittime.

Rybar, un importante blog militare tenuto su Telegram da un ex funzionario del ministero della Difesa russo, ha scritto per esempio che le autorità stanno eliminando tutti i vertici militari russi che hanno mostrato «indecisione» davanti alla rivolta di Wagner: «L’insurrezione armata della compagnia militare privata Wagner è diventata il pretesto per una gigantesca purga all’interno delle forze armate russe».

L’ultima apparizione pubblica di Surovikin è stata in un video uscito venerdì notte su Telegram in cui il generale, con un fucile d’assalto sulle ginocchia, chiedeva ai combattenti del gruppo Wagner di non ribellarsi e di non seguire Prigozhin nell’insurrezione. Inizialmente quel video era stato interpretato come un appello di un generale russo contro i rivoltosi. Ma se le voci delle purghe contro Surovikin fossero vere, quel video potrebbe essere stato un messaggio per far capire a Prigozhin che il suo alleato era stato scoperto, e che Wagner non avrebbe ricevuto l’aiuto del generale. Anche Reuters ipotizza che il video di Surovikin potrebbe essere stato registrato sotto costrizione, ma ancora non ci sono conferme certe nemmeno di questo.

La sparizione di Valeri Gerasimov è ancora più complicata da interpretare, se non altro perché Gerasimov, il comandante in capo delle operazioni russe in Ucraina, è da sempre un obiettivo polemico di Prigozhin: anche durante la rivolta, Prigozhin aveva chiesto che gli fosse consegnato. Bisognerebbe pensare che Gerasimov, in quanto vittima della rivolta, non debba temere per il suo ruolo, ma anche lui, come Surovikin, non appare in pubblico da sabato.

Questo è strano perché in questi giorni, diversamente da Gerasimov, Sergei Shoigu, il ministro della Difesa, ha fatto numerose apparizioni molto ben documentate dai media di stato. Martedì Putin ha pubblicamente ringraziato le Forze armate per il loro lavoro e per aver fermato «la guerra civile»: Shoigu era presente ma Gerasimov no.

A confermare che sono in corso cambiamenti nella struttura militare russa c’è anche il fatto che, oltre alle punizioni non ancora confermate, negli scorsi giorni ci sono state anche delle promozioni, che sembrano riguardare persone che hanno legami di fedeltà personale con Vladimir Putin. Per esempio al generale Viktor Zolotov, capo della Guardia nazionale (nota come Rosgvardia), è stato garantito un più importante ruolo nella guerra in Ucraina, oltre che una dotazione di artiglieria pesante e carri armati. Zolotov, prima di diventare generale, era il capo delle guardie del corpo personali di Putin.