• Mondo
  • Sabato 24 giugno 2023

Come implode un sommergibile come il Titan

Le pareti sono collassate in un istante per la pressione, con ogni probabilità senza che nessuna delle persone a bordo se ne accorgesse

(OceanGate/ZUMA Press Wire)
(OceanGate/ZUMA Press Wire)
Caricamento player

Dopo quattro giorni di ricerche del Titan, il sommergibile che era disperso da domenica nell’Oceano atlantico settentrionale, il ritrovamento di alcuni detriti ha portato giovedì alla conclusione che il veicolo si sia con ogni probabilità frantumato per implosione. È una versione confermata sia dalla Guardia Costiera statunitense, che stava coordinando le attività di ricerca, sia dall’azienda produttrice del Titan, OceanGate. Le cinque persone a bordo sarebbero quindi morte all’istante, quasi certamente senza accorgersi di niente, insieme al collasso del sommergibile.

Un’implosione è il fenomeno fisico opposto all’esplosione, che avviene quando le pareti di un corpo sono soggette a una pressione esterna molto superiore a quella interna, tale da far collassare all’istante le pareti stesse e il resto del corpo, che si frantumano.

Il collasso del Titan è avvenuto come risultato di un’enorme pressione dell’acqua intorno a esso. Quando la nave di appoggio della OceanGate ha perso i contatti con il mezzo, domenica, il Titan si trovava a circa 3.500 metri sotto il livello del mare. Giovedì, dopo le ipotesi sull’implosione, la marina militare statunitense ha fatto sapere che il Titan potrebbe essere collassato poco dopo quell’interruzione delle comunicazioni: un sistema di rilevazione acustica in dotazione alla Marina avrebbe captato già domenica un suono compatibile con un’implosione o un’esplosione a 3.800 metri sotto il livello del mare, nell’area dove successivamente sono stati trovati alcuni grossi detriti del sommergibile.

Le cause dell’implosione sono ancora da stabilire con certezza, e un’analisi dei detriti potrà fornire maggiori informazioni al riguardo, ma a quella pressione esterna una qualsiasi rottura della struttura può essere immediatamente fatale: la colonna d’acqua sopra la struttura del sommergibile a quella profondità è equivalente a un peso di migliaia di tonnellate. Le stime che sono state fatte in questi giorni arrivano a un massimo di 10mila tonnellate, ragione per cui l’esempio usato più di frequente è stato il peso della Tour Eiffel di Parigi, che ne pesa 8mila.

Per provare a spiegare come possa essere avvenuta l’implosione del Titan, l’ex ufficiale di un sottomarino nucleare statunitense Dave Corley ha fatto a BBC l’esempio di cosa succederebbe con un sottomarino militare (quindi non del tutto sovrapponibile al Titan, ma utile per capire certe cose). Corley ha spiegato che lo scafo del sottomarino collasserebbe a una velocità di oltre 2.400 chilometri orari, perciò impiegherebbe in tutto circa un millesimo di secondo: il cervello umano può produrre una risposta istintiva a uno stimolo in circa 25 millisecondi, e una razionale in un centinaio di millisecondi. È perciò molto plausibile escludere che le 5 persone a bordo del Titan si siano accorte di qualcosa.

Le indagini sul collasso del Titan dovranno stabilire principalmente se l’implosione sia stata causata da un difetto strutturale del veicolo o da un deterioramento dei suoi materiali, magari derivante da un difetto di fabbricazione che è peggiorato nel corso delle varie immersioni del sommergibile.

Nel primo caso potrebbe essere dovuto alla sua forma: normalmente i mezzi sottoposti a un’enorme pressione come il Titan hanno una forma sferica, per distribuirla equamente nell’abitacolo, ma per il Titan era stata scelta una forma cilindrica in modo che ospitasse più persone nell’abitacolo. Un’altra ipotesi che è stata fatta in questi giorni riguarda i suoi materiali: di solito i sommergibili sono fatti interamente in titanio, un metallo molto resistente, mentre il Titan aveva lo scafo in fibra di carbonio e solo le estremità in titanio.

Se invece la causa dovesse essere un difetto dei materiali si dovranno esaminare i detriti ritrovati per risalire a eventuali crepe nei materiali o separazioni negli strati di rivestimento.