In Liguria sarà installato un nuovo rigassificatore

Vado Ligure è considerato uno dei posti più adatti a ospitare l'impianto, probabilmente lo stesso che oggi si trova nel porto di Piombino

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La Golar Tundra, la nave rigassificatrice installata nel porto di Piombino, in Toscana (ANSA/PAOLO BARLETTANI)
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Il Consiglio dei ministri ha nominato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti commissario straordinario per installare un nuovo rigassificatore in Liguria. Lo stesso Toti ha detto che non è ancora chiaro se in Liguria sarà installato un nuovo impianto per ridurre ulteriormente la dipendenza dell’Italia dal gas importato dalla Russia oppure se la regione accoglierà il rigassificatore attualmente installato nel porto di Piombino, che dovrà essere rimosso entro i prossimi tre anni.

Fino al 2021 l’Italia ha comprato la maggior parte del gas dalla Russia. Dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, il governo italiano ha iniziato un processo di diversificazione delle forniture, cioè a comprare gas da altri paesi. Ci sono due modi per importare il gas: attraverso i gasdotti, cioè lunghe condotte che collegano diversi paesi fornitori e acquirenti, oppure sulle navi sotto forma di gas naturale liquefatto, in sigla GNL o LNG. Viene trasportato sotto forma di GNL perché occupa un volume circa 600 volte inferiore rispetto allo stato gassoso e una metaniera può trasportarne una quantità molto maggiore.

Per riportare il GNL allo stato gassoso e poi immetterlo nella rete di distribuzione nazionale è essenziale un rigassificatore. Il GNL viene trasportato nelle navi a pressione poco superiore a quella atmosferica e a una temperatura di -162 °C. Nei rigassificatori torna allo stato gassoso grazie a un processo di riscaldamento controllato all’interno di un vaporizzatore, che ha un volume adeguato per permettere l’espansione del gas. Il riscaldamento avviene facendo passare il GNL all’interno di tubi immersi in acqua marina – che ha chiaramente una temperatura più alta.

In Italia ci sono quattro rigassificatori: due in mare, uno sulla terraferma e uno ormeggiato al porto di Piombino. Il più grande è il Terminale GNL Adriatico ed è un impianto offshore, cioè un’isola artificiale che si trova in mare al largo di Porto Viro, in provincia di Rovigo. Ha una capacità di produzione annuale di 8 miliardi di metri cubi di gas.

Anche nel mar Tirreno, al largo della costa tra Livorno e Pisa, c’è un rigassificatore offshore: è una nave metaniera che è stata modificata e ancorata in modo permanente al fondale e immette gas in rete dal 2013. Ha una capacità di trattamento annuale di 3,75 miliardi di metri cubi. Il terzo rigassificatore in funzione è invece una struttura onshore, cioè sulla terraferma, e si trova a Panigaglia, in provincia di La Spezia.

Da circa un mese è entrato in funzione anche il rigassificatore di Piombino, che ha una capacità di trattamento di circa 5 miliardi di metri cubi all’anno. La nave installata a Piombino si chiama Golar Tundra. È lunga 300 metri e larga 40. È stata costruita nel 2015 come nave metaniera e acquistata da SNAM, la principale società che gestisce la distribuzione del gas in Italia. È partita a fine febbraio dal cantiere di Singapore in cui si trovava ed è arrivata a Piombino domenica 19 marzo. È stata installata accanto alla banchina est del porto, realizzata per l’approdo e lo smontaggio del relitto della Costa Concordia, poi dirottato a Genova.

Un altro rigassificatore sarà installato a Ravenna. Si tratta della metaniera BW Singapore acquistata sempre da SNAM. A differenza di Piombino, a Ravenna la nave sarà installata sulla piattaforma Petra, in mare, a 8,5 chilometri dalla costa. I lavori dovrebbero concludersi entro la prima metà del 2024.

Secondo gli accordi fatti tra il governo, la Regione Toscana e il comune di Piombino, il rigassificatore installato nel porto dovrà essere smantellato entro i prossimi tre anni. Il commissario straordinario, il presidente della Toscana Eugenio Giani, ha dato a SNAM diversi mesi per studiare la soluzione ideale per il trasferimento. Lunedì 26 giugno scadranno gli ultimi 100 giorni concessi alla società per comunicare la nuova collocazione. Per questo secondo diversi addetti ai lavori è molto probabile che la nomina di Giovanni Toti a commissario straordinario per un nuovo rigassificatore in Liguria sia una sorta di passaggio di consegne con Giani.

Secondo il Sole 24 Ore, lo spostamento del rigassificatore di Piombino in Liguria è piuttosto certo così come la destinazione: Vado Ligure, in provincia di Savona. Toti ha detto che al momento ci sono soltanto delle ipotesi che andranno discusse con gli amministratori locali. «Sicuramente sarà offshore, a molti chilometri dalla costa», ha spiegato il presidente ligure. «Servono approfondimenti sulle condutture e occorre aprire un tavolo di trattativa con sindaci, regione e governo per i ritorni che riteniamo debbano essere importanti per la cittadinanza in termini di convenienza nell’utilizzo del prodotto e per le imprese che devono essere sicure di avere una fonte energetica privilegiata».

La sindaca di Vado Ligure Monica Giuliano sostiene di non aver mai discusso con la regione della possibile installazione di un nuovo rigassificatore. Tra le altre cose, alcuni comitati civici e ambientalisti sono già in fermento per via della decisione di spostare da Genova a Vado Ligure la costruzione dei cassoni della nuova enorme diga del porto di Genova e non è chiaro come verrà accolta questa novità.

Vado Ligure sembra avere alcune condizioni favorevoli rispetto ad altre località della Liguria, in particolare la presenza di alcune vecchie condutture marine non utilizzate che potrebbero rendere più veloce l’installazione del rigassificatore. Un ostacolo, invece, è la distanza tra Vado Ligure e la rete nazionale dei gasdotti di SNAM: l’unico punto di immissione in Liguria è a più di 100 chilometri: a Panigaglia, in provincia di La Spezia, dove è già attivo un rigassificatore. Nel resto della regione ci sono soltanto gasdotti minori.