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  • Giovedì 22 giugno 2023

Cosa sta succedendo tra Serie B e Serie C

Come ogni anno diverse squadre stanno avendo problemi a iscriversi ai campionati, tra inadempienze fiscali, stadi troppo piccoli e burocrazia

(Francesco Mazzitello/LaPresse)
(Francesco Mazzitello/LaPresse)
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Tra martedì e mercoledì sono scaduti i termini per le iscrizioni ai campionati di calcio di Serie B e Serie C. Come ogni anno alcune squadre sono già state escluse per non aver presentato domanda, o rischiano l’esclusione anche dopo averla presentata per requisiti mancanti. Entro il 30 giugno, data in cui si chiuderà ufficialmente la stagione appena disputata e ne inizierà una nuova, verranno chiarite le situazioni di quest’ultime, con possibili stravolgimenti alle composizioni dei vari campionati.

In Serie B tutte le venti squadre hanno presentato la domanda d’iscrizione, compresa la Sampdoria, che grazie al recente cambio di proprietà ha potuto regolarizzare la sua situazione economica, preoccupante fino a poco tempo fa. Ma ci sono diverse questioni da risolvere. Su tutte quella della Reggina, la settima classificata della stagione appena conclusa e una delle sei squadre ad aver disputato i playoff per la promozione in Serie A. Già penalizzata di 5 punti lo scorso campionato per inadempienze fiscali, la società sostiene di aver presentato tutti i documenti richiesti entro la scadenza del 20 giugno dopo aver aver risanato i bilanci grazie a una sentenza del tribunale di Reggio Calabria, a cui si era rivolta per farsi approvare il piano di risanamento.

La sua iscrizione verrà comunque esaminata dalla Covisoc, la commissione di vigilanza finanziaria sulle squadre di calcio professionistiche, ma intanto il presidente e il consiglio di amministrazione si sono dimessi, la proprietà ha messo in vendita la squadra e con ogni probabilità Filippo Inzaghi non sarà più l’allenatore.

L’altra questione rimasta aperta è quella del Lecco, che domenica ha vinto i playoff della Serie C ottenendo la promozione in Serie B dopo 50 anni. Ma una volta ottenuta la promozione, la società lombarda ha avuto poche ore di tempo per trovare uno stadio in cui giocare. Quello di Lecco infatti non è a norma ed è anche troppo piccolo: le regole del campionato impongono un minimo di 5.500 posti mentre il Rigamonti-Ceppi ne ha meno di 5mila. Il club sembra aver trovato una soluzione, anche se fuori tempo massimo, indicando lo stadio Euganeo di Padova, apparentemente l’unico disponibile, come sede delle sue partite casalinghe.

Ma anche per la concessione dello stadio di Padova mancavano ancora delle autorizzazioni, e per questo motivo la società non ha potuto presentare una domanda d’iscrizione completa nei tempi previsti. «Non sappiamo cosa sta succedendo» ha detto martedì l’allenatore, Luciano Foschi. Anche la posizione del Lecco verrà chiarita nei prossimi giorni. Se dovesse essere approvata la squadra giocherà a Padova, cioè a oltre 220 chilometri da Lecco, finché il Rigamonti-Ceppi non verrà adeguato ai requisiti richiesti dalla categoria. Ma si ipotizza anche l’esclusione dal campionato.

In Serie C hanno presentato domanda d’iscrizione 59 su 60 squadre previste nei tre gironi in cui si divide il campionato: manca quella del Pordenone, che dopo essere passato negli ultimi anni dalla Serie D alla Serie B, finendo anche a giocare a San Siro contro l’Inter in Coppa Italia, ha rinunciato ad iscriversi per inadempienze finanziarie. Ci sono poi altre squadre a rischio, le cui iscrizioni verranno valutate entro fine mese: tra queste Siena, Messina e la Turris di Torre del Greco.

Tutte queste situazioni, in questo periodo dell’anno, non sono una novità per il calcio professionistico italiano e la dicono lunga sulla sua sostenibilità. Dal 2000 alla scorsa stagione in Italia sono state 188 le società fallite o non iscritte ai rispettivi campionati, con una media di circa nove squadre a stagione.

Del lungo elenco dei fallimenti registrati dal 2000 a oggi fanno parte anche società storiche come il Napoli e la Fiorentina, che sono state poi rifondate. Il periodo più difficile si verificò nel biennio 2010-2012, con un totale di 42 tra società fallite e non iscritte ai campionati, principalmente a causa di problemi economici. Soltanto negli ultimi due anni è toccato a Livorno, Gozzano, Chievo Verona, Carpi, Novara, Sambenedettese, Casertana, Catania, Campobasso e Teramo.

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