Ricongiungere testa e corpo di una statua antica non è per niente facile

È comune che nei secoli a un certo punto siano state “decapitate”, e a quel punto non c'è molto che si possa fare

Una testa di bronzo dell'imperatore romano Settimio Severo conservata al museo Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen (Wikimedia Commons)
Una testa di bronzo dell'imperatore romano Settimio Severo conservata al museo Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen (Wikimedia Commons)
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Buona parte delle statue di arte greca e romana che si possono vedere oggi nei musei è senza testa per svariati motivi, gli stessi per cui nelle gallerie in giro per il mondo si trova anche una gran quantità di teste rimaste, per così dire, mozzate. Ci sono poi altre sculture, come alcune di quelle conservate alla Galleria Borghese di Roma, che hanno una particolarità: la testa non è quella originale. Il fatto è che riuscire a trovare la testa e il corpo che in origine appartenevano alla stessa statua è estremamente improbabile, quindi a volte si sceglie di restaurarle usando parti di sculture diverse. Ci sono anche casi in cui si pensa di aver trovato la giusta corrispondenza, e poi emergono dubbi.

Tra le statue della Galleria Borghese che hanno una testa definita «non pertinente» c’è quella di una figura femminile di epoca romana con indosso le vesti tipiche e ritratta in movimento. Il sito della Galleria spiega che la scultura risale alla tarda età adrianea, attorno al 135 d.C., ma la testa, seppur della stessa epoca, «è cronologicamente di poco anteriore». Per fare un altro esempio ce n’è poi una di Afrodite che risale al II secolo dopo Cristo ma ha una testa più moderna, che richiama una divinità diversa.

Come ha detto al New York Times Kenneth Lapatin, curatore della collezione di arte antica al J. Paul Getty Museum di Los Angeles, comunque «oggi abbiamo molte più parti del corpo (teste senza corpi e corpi senza teste) che statue complete». Anche se è difficile fare un calcolo preciso, questo fatto secondo Lapatin «è evidente» osservando «qualsiasi» galleria di arte greca e romana al mondo.

Nei secoli molte teste appartenenti a sculture antiche sono andate perdute durante le guerre o a causa di altri eventi che le hanno danneggiate. La testa è una delle parti di una statua che si possono staccare più facilmente in caso di colpi o cadute perché è collegata al resto del corpo attraverso il collo, che è più sottile. Ci sono però altre ragioni per cui spesso se ne trovano di separate dai rispettivi torsi. Rachel Kousser, professoressa di arte antica alla City University of New York, spiega che anticamente dissidenti o invasori tendevano per così dire a “decapitare” le statue dei sovrani in segno di spregio contro l’autorità del potere dominante, ma poteva accadere lo stesso anche con quelle di divinità o persone nobili. Altre teste invece venivano staccate dai saccheggiatori, che così potevano rivendere due parti di una statua anziché una sola.

In altri casi ancora le teste erano sole per una questione più pragmatica. A volte gli scultori romani scolpivano prima corpi dalle forme idealizzate, sui quali poi inserivano teste con le fattezze precise di certi nobili o imperatori. In questo modo le teste potevano essere sostituite, soprattutto se i personaggi a cui appartenevano avevano perso popolarità. Secondo Eric Varner, professore di arte e storia classica alla Emory University di Atlanta, questo potrebbe essere il motivo per cui moltissime statue di Nerone non hanno più la testa.

Una delle statue con testa «non pertinente» conservate alla Galleria Borghese

Alcuni archeologi e curatori sentiti dal New York Times dicono che non vale la pena cercare di trovare teste e corpi che appartengano alle stesse statue per rimetterli insieme, perché per quanto potrebbero aiutare a capirne di più sulle opere originali le probabilità di riuscita sono bassissime. A volte però è successo.

È il caso di una statua romana di circa 2mila anni fa che era conservata al museo Getty da quasi 50 anni e che nel 2016 fu ricomposta grazie al lavoro di alcuni restauratori che avevano trovato la sua testa originale in una galleria di New York. Poco più di un secolo prima, nei primi anni del Novecento, era stato ritrovato anche il braccio destro mancante del Laocoonte, uno dei complessi scultorei più celebri dei Musei Vaticani, che era finito con altri frammenti di statue di marmo nella bottega di uno scalpellino di Roma.

La statua romana del museo Getty “ricomposta”

Uno dei casi più recenti di statue ricomposte che forse non lo erano invece riguarda una testa di bronzo dell’imperatore romano Settimio Severo conservata dagli anni Settanta al museo Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen, in Danimarca. Il museo danese riteneva che la testa appartenesse a un corpo di bronzo senza testa che uno dei suoi curatori aveva visto in mostra a Indianapolis ed era conservato nella collezione permanente del Metropolitan Museum of Art di New York (MET).

Secondo un catalogo del museo danese, in base ad alcune analisi del 1975 l’ipotesi che la testa e il corpo appartenessero alla stessa scultura era plausibile, anche se il MET non l’aveva mai considerata una raffigurazione di Settimio Severo, e anzi un esperto di bronzi che il museo di New York aveva incaricato di esaminarla riteneva che le due parti non corrispondessero. Quattro anni dopo comunque il Glyptotek chiese in prestito il corpo della statua da New York e lo espose nella sua interezza assieme alla testa conservata in Danimarca. Anche un’archeologa turca, Jane Inan, ritenne che testa e corpo appartenessero alla stessa statua: a suo dire l’aspetto delle due parti assemblate sembrava un po’ strano, ma lo giustificò spiegando che la testa era stata orientata di fronte anziché leggermente di lato, come avrebbe dovuto essere in origine. Il museo danese provò anche a comprare il resto del corpo dal MET ritenendo di poter ricomporre la statua, ma senza successo.

La vicenda ha avuto una svolta all’inizio di quest’anno, quando il museo di New York ha dovuto restituire la statua alla Turchia, visto che alcune indagini e testimonianze avevano provato che era stata rubata da un sito archeologico turco negli anni Sessanta.

Adesso la Turchia sta chiedendo a sua volta la restituzione della testa conservata al museo di Copenaghen, convinta di poter mettere di nuovo insieme la statua antica nella sua forma originale. Il Glyptotek tuttavia ha cominciato a esprimere dubbi sul fatto che testa e corpo appartenessero davvero alla stessa statua: Rune Frederiksen, responsabile delle collezioni del museo, dice che al momento le prove in favore di questa teoria sono «circostanziali e deboli» e si rifiuta di commentare ulteriormente fino a quando non saranno concluse nuove analisi, che ci si aspetta dureranno due anni. Zeynep Bon, funzionaria del ministero turco della Cultura e del Turismo, si è detta molto scettica: a suo dire il museo danese starebbe cercando di tergiversare per evitare di restituirla.