C’è stato un incontro tra il segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken e il presidente cinese Xi Jinping

Antony Blinken e Xi Jinping (Leah Millis/Pool Photo via AP)
Antony Blinken e Xi Jinping (Leah Millis/Pool Photo via AP)

Durante la sua missione diplomatica in Cina, cominciata domenica, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping: era un incontro molto atteso e non scontato, che aumenta il valore della visita di Blinken in Cina, vista come il primo tentativo da alcuni anni di ristabilire rapporti più stretti dopo un periodo di relazioni molto complicate. In un comunicato pubblicato dal dipartimento di Stato americano, alla fine dell’incontro Xi ha detto che sono stati fatti «progressi» e che le due parti avrebbero «raggiunto un accordo su alcune questioni specifiche», senza però dire quali. Blinken ha detto che entrambi concordano «sulla necessità di ristabilire la nostra relazione», ma anche sottolineato come ci siano «molti temi su cui siamo in profondo – e anche veemente – disaccordo».

Blinken è stato il più importante funzionario statunitense a visitare la Cina da quando si è insediato il presidente Joe Biden e il primo segretario di Stato a farlo dal 2018. Anche se i viaggi diplomatici negli ultimi anni sono stati in parte influenzati dalla pandemia, il fatto che nessun importante funzionario americano abbia viaggiato in Cina negli ultimi cinque anni era piuttosto notevole.

Le tensioni tra i due paesi negli ultimi anni hanno riguardato diverse questioni, da alcune più emblematiche come lo status di Taiwan, l’isola di fatto indipendente che la Cina considera parte del proprio territorio, e di Hong Kong, la regione cinese in cui il governo ha progressivamente limitato libertà e diritti civili. Altre sono state la guerra in Ucraina e la vicinanza politica della Cina alla Russia, con cui nonostante la guerra il governo cinese ha mantenuto la propria cooperazione economica. Le tensioni sono state alimentate anche dalle accuse reciproche di attacchi informatici, e dal risentimento della Cina per le restrizioni imposte dagli Stati Uniti all’accesso a tecnologie avanzate come i semiconduttori, componenti fondamentali per i microprocessori alla base dell’elettronica.