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  • Domenica 18 giugno 2023

La visita di Antony Blinken in Cina

È il più importante funzionario statunitense ad andarci da quando c'è Biden e il primo segretario di Stato a farlo dal 2018

Il segretario di Stato statunitense Antony Blinken e il ministro degli Esteri Qin Gang (Leah Millis/Pool Photo via AP)
Il segretario di Stato statunitense Antony Blinken e il ministro degli Esteri Qin Gang (Leah Millis/Pool Photo via AP)
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Domenica il segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, è arrivato in Cina per una missione diplomatica di due giorni in cui incontrerà una serie di funzionari del governo cinese. È una visita molto attesa, perché Blinken è il più importante funzionario statunitense a visitare la Cina da quando si è insediato il presidente Joe Biden e il primo segretario di Stato a farlo dal 2018.

Che nessun importante funzionario americano abbia viaggiato in Cina negli ultimi cinque anni – e più in generale che i rapporti tra i due più importanti paesi del mondo siano molto diradati – è un fatto notevole, e anche per questo la visita era attesa. Questi scarsi rapporti sono in parte da imputare alla pandemia da coronavirus che ha reso più complicati i viaggi di stato, ma soprattutto al grosso peggioramento delle relazioni tra Stati Uniti e Cina negli ultimi anni. Per questo sia gli Stati Uniti sia la Cina sperano che questa visita possa contribuire ad aumentare le occasioni di dialogo, e distendere un po’ i toni.

Una visita di Blinken era già stata organizzata lo scorso febbraio, ma era stata annullata a seguito della scoperta nello spazio aereo americano di un pallone aerostatico cinese che secondo gli Stati Uniti era impegnato in operazioni di spionaggio. La visita prevede un incontro con il ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, che si è svolta oggi. I due hanno parlato per circa cinque ore e mezza e non ci sono dettagli su cosa si siano detti, poi sono andati a cena insieme.

Domani Blinken incontrerà Wang Yi, il capo della diplomazia cinese (più precisamente il direttore della Commissione affari esteri del Partito comunista cinese). Non si sa ancora, ed è uno dei dettagli più attesi della visita, se Blinken incontrerà anche il presidente cinese Xi Jinping: un eventuale incontro verrà confermato solo all’ultimo momento, anche a seconda di come andranno quelli di oggi.

[Aggiornamento del 19 giugno: l’incontro tra Blinken e Xi Jinping è avvenuto]

Negli ultimi anni le relazioni diplomatiche tra Cina e Stati Uniti sono molto peggiorate, con regolari animosità e reciproche recriminazioni su alcune questioni: tra queste lo status di Taiwan, l’isola indipendente vicina agli Stati Uniti che la Cina considera parte del proprio territorio, e di Hong Kong, la regione cinese in cui il governo ha progressivamente limitato libertà e diritti civili. Altre questioni sono state la guerra in Ucraina e la vicinanza politica della Cina alla Russia, con cui nonostante la guerra il governo cinese ha mantenuto la propria cooperazione economica.

Le tensioni tra i due paesi sono state alimentate anche dalle accuse reciproche di attacchi informatici, e dal risentimento della Cina per le restrizioni imposte dagli Stati Uniti all’accesso a tecnologie avanzate come i semiconduttori, componenti fondamentali per i microprocessori alla base dell’elettronica.

Venerdì Blinken ha detto che nel corso della sua visita avrebbe affrontato ognuna di queste questioni, su cui nessuna delle due parti sembra disposta a cambiare idea o ad assumere posizioni più concilianti. Anche per questo non ci si aspetta molto dalla visita, molto probabilmente sarà più che altro un modo per mantenere aperti i canali di comunicazione e non interrompere del tutto i contatti diplomatici.

Gli Stati Uniti, ha detto Blinken, vogliono assicurarsi «che la competizione che abbiamo con la Cina non sfoci in un conflitto» a causa di malintesi e incomprensioni, magari proprio intorno a Taiwan, la questione forse più delicata in assoluto. Daniel Kritenbrink, che al dipartimento di Stato americano guida l’ufficio dedicato agli affari dell’Asia e del Pacifico, ha detto che Blinken andrà in Cina «con un approccio realistico», ma con «il sincero desiderio di gestire la nostra competizione nel modo più responsabile possibile».

Antony Blinken scende dall’aereo a Pechino, domenica 18 giugno 2023 (Leah Millis/Pool Photo via AP)

Durante la visita si parlerà molto probabilmente di questioni di sicurezza, in particolare delle attività militari della Cina nel Pacifico e delle richieste degli Stati Uniti alla Cina di non sostenere gli sforzi militari russi in Ucraina, ma anche di contrasto al cambiamento climatico e di questioni economiche che riguardano tutto il mondo. È probabile anche che Blinken chieda alla Cina di rilasciare alcuni cittadini americani detenuti e che si discuta, come in altre occasioni in passato, di un possibile allentamento delle reciproche restrizioni sui visti rilasciati ai giornalisti.

Nonostante tutto negli ultimi mesi ci sono stati anche segnali incoraggianti. Lo scorso maggio William Burns, il capo della CIA, ha visitato la Cina, e sempre a maggio Wang Yi ha incontrato a Vienna Jake Sullivan, consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Più recentemente Xi Jinping ha incontrato l’imprenditore statunitense Bill Gates e ha parlato di prospettive di cooperazione tra i due paesi.