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  • Giovedì 15 giugno 2023

Il rapporto del parlamento britannico sulle feste di Boris Johnson durante i lockdown

Dice che aveva mentito di proposito sul rispetto delle regole e avrebbe raccomandato di sospenderlo 90 giorni, se fosse stato ancora parlamentare

(Justin Tallis/Pool via AP, File)
(Justin Tallis/Pool via AP, File)
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Giovedì nel Regno Unito è stato reso pubblico il rapporto del Committee of Privileges, la commissione d’inchiesta del parlamento britannico che ha indagato sul cosiddetto “Partygate”, lo scandalo sulle feste organizzate nella residenza del primo ministro Boris Johnson a Londra tra maggio del 2020 e aprile del 2021, in violazione delle restrizioni introdotte durante i lockdown per il coronavirus. Nel rapporto appena pubblicato, di cui si conoscevano già parzialmente i contenuti, si dice che l’ex primo ministro aveva mentito al parlamento quando aveva dichiarato che tutte le misure sul distanziamento sociale imposte dal suo governo erano state rispettate durante le feste in questione.

Il rapporto dice anche che la commissione, che non ha il potere di sospendere i parlamentari, avrebbe raccomandato una sospensione di Johnson per 90 giorni se fosse stato ancora parlamentare (si è dimesso venerdì scorso). È un dettaglio rilevante, perché è un periodo molto più lungo di quanto ci si aspettasse e dei 10 giorni necessari a far scattare la procedura chiamata recall petition, una raccolta firme nel collegio elettorale del parlamentare per rimuoverlo e organizzare elezioni suppletive.

– Leggi anche: Boris Johnson è già tornato al centro della politica britannica

Johnson aveva già ricevuto privatamente il rapporto. Annunciando le proprie dimissioni la scorsa settimana aveva reso nota una parte del contenuto del rapporto, e in particolare il fatto che avesse mentito al parlamento per quanto riguardava il rispetto delle restrizioni, ma la pubblicazione del dossier ha aggiunto nuovi dettagli ed elementi. Johnson aveva per esempio detto di non aver mentito al parlamento intenzionalmente. Nel rapporto si dice invece che lo fece «deliberatamente», con spiegazioni e smentite «così insincere da essere per loro stessa natura tentativi deliberati di ingannare il comitato e il parlamento».

Finora, nel parlamento britannico, l’unica sospensione che ha superato i 90 giorni è stata quella del parlamentare laburista Keith Vaz, sospeso per sei mesi nel 2019 per uno scandalo di droga e prostituzione. Oltre a Vaz, la sospensione più lunga era durata sei settimane e aveva riguardato il parlamentare conservatore Rob Roberts, che aveva molestato sessualmente una persona che faceva parte del suo staff. Nel suo rapporto, il Committee of Privileges si è inoltre raccomandato di non concedere a Johnson il pass per entrare in parlamento, normalmente rilasciato a tutti gli ex parlamentari.

Commentando i risultati dell’indagine, Johnson ha definito il comitato un «tribunale dei canguri», formula usata nel mondo anglosassone per descrivere un tribunale illegale, che salta a conclusioni affrettate senza esaminare tutte le prove. Johnson ha detto che l’obiettivo dell’indagine era «giudicarmi colpevole, indipendentemente dai fatti».