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  • Mercoledì 14 giugno 2023

Le regole per i maturandi delle zone alluvionate in Romagna non stanno piacendo

Gli studenti dei comuni più colpiti sono esentati dalle prove scritte ma senza possibilità di scelta, e viene contestato soprattutto il criterio utilizzato

esame maturità
Studenti impegnati in una prova scritta dell'esame di stato del 2022 (LaPresse)
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L’8 giugno il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato un’ordinanza per introdurre regole speciali per gli studenti di terza media e di quinta superiore che abitano nei comuni colpiti dalle alluvioni in Emilia-Romagna. L’ordinanza concede agli studenti di sostenere gli esami di terza media e gli esami di Stato senza le classiche prove scritte: ci sarà una sola corposa prova orale, cioè un’interrogazione il cui esito determinerà il voto finale.

Pensate come un’agevolazione per aiutare gli studenti che hanno perso giorni di scuola, in realtà le regole stanno facendo molto discutere perché secondo molti – soprattutto studenti, ma anche docenti e genitori – rischiano di avere l’effetto opposto, cioè penalizzare gli studenti che nel corso dell’anno si erano preparati a lungo per sostenere regolarmente sia le prove scritte che quelle orali.

I problemi dell’iniziativa del ministero sono due: i criteri con cui sono stati individuati gli studenti “agevolati” e l’obbligo di rispettare le regole senza eccezioni o possibilità di scelta.

Secondo l’ordinanza sono esentati dalle prove scritte tutti gli studenti che abitano in un comune, in una frazione o in un quartiere colpito dall’alluvione. Nell’elenco allegato all’ordinanza sono stati compresi interi comuni come Faenza, Castel Bolognese e Lugo, dove i danni sono stati estesi e gravi, e frazioni come Paleotto (Bologna). Il criterio è esclusivamente legato alla residenza anagrafica: se uno studente abita in una strada dove non ci sono stati danni, ma in un comune compreso nell’elenco del ministero, deve per forza sostenere la sola prova orale. Nel caso delle scuole superiori, frequentate da studenti provenienti da diversi comuni, in molte classi l’esame di Stato è diviso in due: alcuni studenti faranno gli scritti, altri soltanto la prova orale.

Il ministero non dà possibilità di scegliere, chi abita nelle zone considerate alluvionate deve per forza sostenere solo l’orale. «Nella mia classe ci sono tre studenti destinatari del provvedimento. Abitano a Botteghino di Zocca, Monterenzio e a Croara di San Lazzaro», ha detto Andrea Lederi, docente di filosofia all’istituto Mattei di San Lazzaro di Savena, in un’intervista a Repubblica Bologna. «Ma sono allievi che non hanno subito fortunatamente danni. Hanno frequentato fino all’ultimo giorno di scuola. Anche loro non hanno potuto scegliere».

Martedì 108 docenti dell’istituto Mattei, compreso il dirigente scolastico Roberto Fiorini, hanno scritto una lettera al ministro Valditara per chiedere la possibilità di far scegliere agli studenti se sostenere le prove scritte o solo l’orale. «Tale mancanza di scelta comporta un disconoscimento della tipologia di lavoro svolto durante l’anno dagli studenti stessi che si sono preparati lungamente e metodicamente per una certa modalità d’esame», hanno scritto. «A causa della pandemia questi ragazzi hanno vissuto, con dolore, sulla propria pelle, la rinuncia a spazi e luoghi di condivisione, in un contesto in cui la loro voce è stata spesso ignorata. Questi ragazzi hanno bisogno di certezze e di “normalità”».

Diverse lettere e appelli sono stati diffusi anche da studenti di altre scuole emiliane e romagnole. L’assessora regionale alla Scuola, Paola Salomoni, sostiene che la richiesta di studenti e docenti sia legittima, anche perché i comuni e le scuole non sembrano essere stati coinvolti nella decisione del ministero. «L’ordinanza è arrivata in ritardo, a oltre un mese dal primo evento alluvionale, e a pochissime ore dall’avvio degli esami di Stato. Daremo la piena disponibilità a individuare insieme eventuali azioni correttive», ha detto Salomoni.

Il ministro Valditara ha risposto in modo piuttosto puntuale all’accusa dell’assessora durante la visita di martedì all’istituto tecnico professionale Compagnoni Marconi di Lugo, in provincia di Ravenna. Valditara ha spiegato che le regole introdotte in Emilia-Romagna sono identiche a quelle previste in passato durante il terremoto dell’Emilia e dell’Aquila. Durante la riunione in cui è stata comunicata l’ordinanza, inoltre, nessuno ha sollevato obiezioni.

«Ho avuto una interlocuzione non soltanto con Michele De Pascale (sindaco e presidente della provincia di Ravenna, ndr), ma anche con Stefano Bonaccini (il presidente della regione Emilia-Romagna, ndr)», ha detto Valditara. «Gli ho comunicato che da parte dell’Ufficio scolastico regionale c’era questo suggerimento e gli ho chiesto anche se ci fossero ulteriori suggerimenti da fornire, devo dire che ho incontrato un sostanziale consenso da parte di tutti. Non era possibile fare diversamente perché il rischio sarebbe stato veramente il caos: questa era la soluzione più semplice fra quelle adottate».