Come è cambiato il calendario dei lavori parlamentari per la morte di Berlusconi

Le votazioni sono state rinviate tra qualche protesta dell'opposizione, ma le discussioni nelle aule e nelle commissioni andranno avanti

(Roberto Monaldo/LaPresse)
(Roberto Monaldo/LaPresse)
Caricamento player

A causa della morte di Silvio Berlusconi le agende dei partiti e soprattutto dei membri del governo in questi giorni hanno subìto diverse modifiche. I ministri e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, hanno rinviato incontri istituzionali e riunioni, ma sono cambiati anche i programmi dei partiti di opposizione in segno di rispetto per il lutto: per esempio la direzione nazionale del Partito Democratico, che era prevista per il giorno in cui è morto Berlusconi, è stata rinviata. Martedì poi è circolata la notizia secondo cui i lavori parlamentari si sarebbero fermati per 7 giorni, ma in realtà sono state rinviate soltanto le votazioni, mentre le discussioni e i lavori in commissione andranno avanti.

Le modifiche al calendario dei lavori, decise dalle conferenze dei capigruppo di Camera e Senato, hanno suscitato le lamentele di alcuni politici dei partiti di opposizione: l’europarlamentare del PD Alessandra Moretti ha definito «davvero esagerato il congelamento dei lavori parlamentari per 7 giorni», mentre Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana si è chiesto se non sia «un po’ eccessivo». In ogni caso la sola parte che non si svolgerà affatto è quella delle votazioni in aula, che sono state rinviate.

In parte le modifiche al calendario sono state necessarie per permettere a molti parlamentari, sia di maggioranza che di opposizione, di partecipare ai funerali di Berlusconi, in programma per mercoledì. Ma c’è chi ha contestato la decisione di rinviare tutto alla prossima settimana per il rischio che rimanga troppo poco tempo per approvare alcune norme: il deputato e leader di +Europa Riccardo Magi, che sarà presente ai funerali di Berlusconi, ha fatto notare che «ci sarebbero provvedimenti importantissimi da discutere».

Quello più urgente è la conversione in legge del cosiddetto “decreto PA”, il decreto-legge sulla pubblica amministrazione, di cui si è molto discusso nelle ultime settimane perché contiene un emendamento che limita i controlli della Corte dei conti sulle spese legate al PNRR, il piano nazionale di ripresa e resilienza. Dev’essere approvato entro il 21 giugno, mercoledì prossimo, e quindi ci sarà pochissimo tempo per le discussioni in aula.

Sia alla Camera che al Senato riprenderanno già da giovedì i lavori delle commissioni parlamentari, i luoghi in cui si discutono ed esaminano i testi prima che arrivino alle camere. Alla Camera sono in programma anche due discussioni in aula: la prima giovedì alle 15 su quattro mozioni parlamentari che riguardano pensioni minime e trattamenti previdenziali, la seconda venerdì alle 9:30 per alcune “interpellanze urgenti”. La prima riunione del Senato è stata invece fissata per il pomeriggio di lunedì 19 giugno, e riguarderà proprio la conversione in legge del “decreto PA”. In entrambe le aule sono previste celebrazioni per commemorare Silvio Berlusconi.