Chi era Willi Ninja, «il padrino del voguing»

Nella New York degli anni Ottanta fu tra i ballerini più influenti della comunità LGBTQ+, e oggi Google gli dedica il doodle

(Google)
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Oggi Google dedica uno dei suoi doodle al ballerino e coreografo statunitense Willi Ninja, conosciuto come il «il padrino del voguing», un particolare stile di danza diffuso soprattutto tra le persone LGBTQ+ afroamericane e latinoamericane di New York negli anni Ottanta. Considerato una figura centrale nella comunità delle sale da ballo di Harlem, a cui di recente si è ispirata l’apprezzata serie tv Pose, Willi Ninja contribuì a perfezionare lo stile e a rappresentare all’esterno la comunità LGBTQ+. L’animazione che sostituisce il logo di Google sulla pagina iniziale del motore di ricerca celebra i 23 anni dall’uscita del documentario Paris is Burning, che riguarda proprio le comunità di queste sale da ballo e le sue figure più importanti, tra cui c’era appunto Willi Ninja.

Il vero nome di Willi Ninja era William Roscoe Leake: nacque a New York il 12 aprile del 1961 e crebbe a Flushing, nel Queens. Sua madre incoraggiò la sua passione per la danza, accompagnandolo a vedere vari spettacoli e insegnandogli alcune delle mosse che poi lo resero una celebrità nel suo giro. Era gay e tra gli anni Ottanta e Novanta fu una delle persone più in vista della cultura delle sale da ballo di Harlem, dove nacque appunto il voguing.

Il voguing è uno stile di danza che combina una serie di pose ispirate ai geroglifici egizi e alle sfilate di moda con movimenti rapidi e intricati, che a volte ricordano il mimo e a volte alcune arti marziali. Era un tipo di performance molto diffusa tra le persone LGBTQ+, che si riunivano in piccole comunità chiamate “houses” – delle specie di famiglie – e poi si sfidavano nelle sale da ballo. Grazie alle sue coreografie precise e alle sue pose teatrali, Willi Ninja fu considerato un innovatore del voguing e ne perfezionò lo stile. Nel 1990 fu uno dei principali personaggi della comunità a comparire in Paris is Burning, che ebbe un buon successo e lo fece conoscere a un pubblico più ampio. Tra le altre cose, si esibì in due video di Janet Jackson e sfilò per Jean-Paul Gaultier.

Come mostra bene Pose, trasmessa dal 2018 al 2021, le “houses” erano spazi sicuri per le persone della comunità LGBTQ+. Lo stesso Willi Ninja nel 1982 fondò una propria casa, The Iconic House of Ninja, che continua a esistere ancora oggi: il video animato e illustrato con cui Google lo celebra mostra alcuni degli attuali membri della casa, Archie Burnett Ninja, Javier Madrid Ninja, Kiki Ninja e Akiko Tokuoka, cioè KiT Ninja.

Queste comunità erano anche molto attive nella lotta contro l’HIV e per la sensibilizzazione nei confronti dell’AIDS. Come ricorda Google, Willi Ninja «ebbe un ruolo fondamentale» nel combattere lo stigma che esisteva attorno alla malattia in particolare in quel periodo. Morì per complicazioni cardiache legate proprio all’AIDS il 2 settembre del 2006.

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