Le mappe satellitari delle alluvioni in Emilia-Romagna

Con il servizio d'emergenza di Copernicus si possono osservare le esondazioni e fare una prima stima dei danni agli edifici

Un'immagine satellitare dell'alluvione a Faenza
Un'immagine satellitare dell'alluvione a Faenza (Ems Rapid Mapping/Copernicus)

La scorsa settimana la Protezione Civile impegnata nei soccorsi durante l’alluvione in Emilia-Romagna ha richiesto e attivato il servizio satellitare d’emergenza di Copernicus, un progetto finanziato dall’Unione Europea per osservare la Terra attraverso i dati e le immagini raccolte dalla sua costellazione di satelliti. Il servizio di emergenza si chiama Ems Rapid Mapping e consente di ottenere informazioni tempestive per aiutare nelle operazioni di soccorso.

Queste mappe sono state realizzate a partire dai dati diffusi da Copernicus

I dati più utili sono quelli relativi all’estensione degli allagamenti: dall’analisi delle immagini satellitari è possibile stabilire con una certa precisione dove è arrivata l’acqua e capire se ci sono zone abitate o singole case completamente sommerse. Tra le altre cose, si può osservare quanto tempo impiega l’acqua a spostarsi e tracciare il suo percorso per prevenire nuovi rischi.

Sono informazioni molto utili per i soccorritori in un contesto di emergenza molto esteso come quello dell’Emilia-Romagna, dove è stato complicato muoversi velocemente per via di strade allagate, frane e ponti danneggiati.

Il servizio era stato attivato già una prima volta all’inizio di maggio in occasione della prima alluvione che aveva colpito in modo particolare la città di Faenza, in provincia di Ravenna. La Protezione Civile aveva chiesto che i satelliti si concentrassero su quattro aree: oltre a Faenza, anche Spazzate-Sassatelli (una frazione di Imola), Bagnacavallo e Molinella. Da mercoledì 17 maggio si sono aggiunte anche Forlì, Lugo, Castel Bolognese, Ravenna, Cesena, Montalbano, Budrio.

Oltre alle immagini satellitari, Copernicus ha attivato il Cems Aerial Component, un nuovo servizio che integra le informazioni raccolte dai satelliti con rilevazioni aeree. I dati ricavati sono accurati e servono soprattutto per una prima stima dei danni: per esempio si può capire quanti sono gli edifici danneggiati dall’alluvione. In Emilia-Romagna il bilancio è provvisorio perché ci sono diverse aree di cui non sono ancora disponibili i dati, tuttavia già da un primo aggiornamento è possibile dire che a Faenza sono stati danneggiati almeno 509 edifici, a Castel Bolognese 927, a Lugo, Conselice, Sant’Agata sul Santerno e Selva Malvezzi 3.694, a Ravenna 2.717.

L’osservazione satellitare durante le emergenze è un’applicazione pratica di uno strumento nato per scopi scientifici. La costellazione di satelliti di Copernicus osserva la Terra per analizzare l’evoluzione di fenomeni legati al cambiamento climatico, come la fusione dei ghiacciai, l’innalzamento del livello del mare e l’erosione delle coste. L’agenzia spaziale italiana (ASI) contribuisce a Copernicus anche con la costellazione di satelliti chiamata COSMO-SkyMed, formata da sei satelliti. Il primo è stato lanciato nel 2007 ed è tuttora operativo, gli ultimi due invece sono stati mandati in orbita alla fine del 2019 e nel febbraio del 2022.

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