• Mondo
  • Venerdì 19 maggio 2023

Al G7 si parla moltissimo di Ucraina

È cominciato venerdì a Hiroshima, in Giappone, e ci si aspetta che il presidente ucraino Zelensky partecipi di persona

I leader del G7 a Hiroshima (Stefan Rousseau/Pool Photo via AP)
I leader del G7 a Hiroshima (Stefan Rousseau/Pool Photo via AP)

Venerdì è cominciata a Hiroshima, in Giappone, una riunione del G7, il gruppo informale di alcuni dei più importanti paesi democratici e industrializzati del mondo: si prevede che i vari leader – come già successo nelle ultime riunioni – parlino soprattutto della guerra in Ucraina, dell’invio di nuove armi all’esercito ucraino e dell’imposizione di ulteriori sanzioni nei confronti della Russia.

Una delle questioni più notevoli riguarda la possibilità che domenica, l’ultimo giorno dell’incontro, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky partecipi di persona insieme con gli altri leader. La notizia è data come quasi certa da molti giornali internazionali che hanno avuto modo di parlare con persone che si occupano dell’organizzazione della trasferta di Zelensky, che però sostengono che potrebbe essere tutto cancellato anche all’ultimo momento per ragioni di sicurezza. Se non riuscirà a essere in Giappone di persona, è già previsto che Zelensky parlerà in collegamento video.

Un eventuale viaggio di Zelensky in Giappone sarebbe notevole. Non è il primo viaggio intercontinentale che il presidente ucraino fa dall’inizio della guerra (è già stato negli Stati Uniti) ma potrebbe essere uno dei più audaci e complessi dal punto di vista logistico, se non altro perché per raggiungere il Giappone dall’Ucraina è necessario aggirare per intero la Russia.

Se davvero Zelensky riuscirà a partecipare di persona al G7, è probabile che avrà un incontro con il presidente americano Joe Biden, e che più in generale tutto l’evento ruoterà attorno alla sua presenza.

I paesi che fanno parte del G7 sono Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti. A questi si aggiunge ormai da tempo l’Unione Europea, che è rappresentata dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e dal presidente del Consiglio Charles Michel. La presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni è atterrata in Giappone giovedì sera, ora italiana, e ha partecipato a un incontro con Fumio Kishida, il primo ministro giapponese.

Oltre ai sette paesi più l’Unione Europea, è da qualche tempo consuetudine che il paese ospitante (in questo caso il Giappone) inviti a sua discrezione i rappresentanti di altri paesi a partecipare alle riunioni del G7: è un modo per coinvolgere nelle discussioni e nelle attività paesi nei confronti dei quali l’Occidente può avere un qualche tipo di interesse. Quest’anno l’elenco dei paesi invitati è piuttosto notevole: comprende Australia, Corea del Sud, Vietnam, Indonesia, le Comore (uno stato africano insulare che rappresenta l’Unione Africana) e le Isole Cook (in rappresentanza del Forum delle isole del Pacifico).

Soprattutto, tra gli invitati ci sono anche Brasile e India, due dei più grandi paesi democratici al mondo, che da tempo l’Occidente sta cercando di coinvolgere nel sostegno alla resistenza ucraina.

Uno degli argomenti principali degli incontri del G7 sono le sanzioni contro la Russia: in un comunicato firmato da tutti e sette i leader del G7, si legge che l’obiettivo del gruppo è «ampliare le azioni» necessarie per impedire alla Russia di «ricostruire il suo arsenale di guerra», operando soprattutto nel campo delle esportazioni di macchinari, materie prime e tecnologia. Da tutte le sanzioni – come è sempre successo finora – saranno esclusi i prodotti agricoli, farmaceutici e umanitari.

Stati Uniti e Regno Unito inoltre vorrebbero aumentare sia il numero dei soggetti sanzionati (il governo americano avrebbe una lista con 300 nuovi nomi) sia estendere i settori economici ai quali queste sanzioni sono applicate. Si è parlato molto per esempio del settore dei diamanti, in cui la Russia ha grossi interessi e che non è stato quasi coinvolto dalle sanzioni economiche degli ultimi mesi, soprattutto a causa dell’opposizione dei grossi mercati di diamanti europei.

I leader del G7 hanno inoltre citato nuovi aiuti finanziari all’Ucraina, sia per sostenere lo sforzo bellico sia per la ricostruzione del paese: non sono ancora state diffuse cifre.

Sarà più complicato parlare dell’invio di nuove armi all’Ucraina, questione su cui c’è meno unità tra i paesi del G7: negli ultimi giorni si è sviluppata una discussione sulla possibilità di inviare per la prima volta all’esercito ucraino dei caccia F-16, che potrebbero avere un notevole impatto sulla guerra. Molti paesi, compresi gli Stati Uniti, temono però che fornire caccia occidentali all’Ucraina sarebbe visto dalla Russia come un gesto di provocazione eccessivo nei suoi confronti, e comporterebbe un coinvolgimento troppo grande nella guerra.