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  • Mercoledì 17 maggio 2023

Il presidente dell’Ecuador ha sciolto il parlamento

Bloccando così il processo di impeachment in cui era accusato di essere coinvolto in un caso di truffa legato a due società pubbliche

Ecuador Guillermo Lasso
(AP Photo/ Dolores Ochoa)

Il presidente dell’Ecuador Guillermo Lasso ha sciolto il parlamento del paese adottando una misura prevista dalla Costituzione che gli permetterà di governare da solo, per decreto, fino a nuove elezioni. La decisione di Lasso, in carica dal 2021, bloccherà il processo di impeachment che era cominciato martedì contro di lui con l’obiettivo di rimuoverlo dal suo incarico: l’Assemblea Nazionale, il parlamento monocamerale del paese, dove la maggioranza è detenuta dall’opposizione, lo aveva accusato di essere coinvolto in un caso di appropriazione indebita legato a due società pubbliche.

Lasso ha 67 anni. Ex banchiere e membro dell’organizzazione cattolica Opus Dei, è stato eletto con il suo partito Creando Opportunità (CREO), di orientamento liberale e conservatore. Era stato messo sotto impeachment con l’accusa di appropriazione indebita di fondi pubblici (peculato) e di essere stato a conoscenza di una truffa legata a due società pubbliche del settore petrolifero, senza tuttavia intervenire. Era la seconda volta da quando è stato eletto che il parlamento del paese cercava di rimuoverlo dal suo incarico: ci aveva già provato nel giugno del 2022, a un anno dalla sua elezione, ma in quell’occasione non c’erano stati i voti sufficienti per arrivare al processo di impeachment.

Martedì, parlando davanti all’Assemblea nazionale, Lasso si era difeso sostenendo che non ci fossero prove a sostegno delle accuse contro di lui, che aveva definito «infondate». Adesso entro i prossimi sei mesi dovranno essere indette nuove elezioni durante le quali saranno scelti un nuovo presidente e i futuri membri del parlamento, che governeranno fino al 2025, ovvero la scadenza prevista dell’attuale mandato.

La decisione di Lasso rischia di destabilizzare notevolmente l’Ecuador, un paese di circa 18 milioni di abitanti dove negli ultimi anni ci sono state grosse proteste antigovernative sia per i livelli di disoccupazione e povertà che per l’inefficienza del sistema sanitario e la crisi economica, aggravata da un aumento significativo dell’inflazione.