• Mondo
  • Mercoledì 12 aprile 2023

L’importanza dell’Irlanda per Joe Biden

Il presidente americano è in visita di stato per commemorare la fine dei Troubles, ma anche per ragioni politiche e personali

Joe Biden con dei trifogli sulla scrivania e nel taschino della giacca per il giorno di San Patrizio del 2021 (AP Photo/Andrew Harnik)
Joe Biden con dei trifogli sulla scrivania e nel taschino della giacca per il giorno di San Patrizio del 2021 (AP Photo/Andrew Harnik)
Caricamento player

La visita del presidente americano Joe Biden in Irlanda del Nord e in Irlanda, iniziata martedì sera, ha un notevole valore politico perché arriva in coincidenza del 25esimo anniversario dell’Accordo del Venerdì Santo, quello che pose fine alle violenze decennali dei cosiddetti Troubles, cioè gli attentati e le profonde divisioni tra gli unionisti (a maggioranza protestanti) e repubblicani (cattolici) che dalla fine degli anni Sessanta causarono la morte di più di 3.500 persone. Ha anche un importante valore personale per Biden: la sua famiglia ha origini irlandesi di cui il presidente americano va notoriamente molto fiero ed è sempre pronto a citarle in ogni occasione.

Biden è atterrato a Belfast, in Irlanda del Nord, e mercoledì terrà un discorso all’Università della città, dove incontrerà anche il primo ministro britannico Rishi Sunak. Poi si sposterà in Irlanda, dove rimarrà qualche giorno per alcuni incontri ufficiali e per visitare le aree del paese di cui era originaria la sua famiglia.

La prima ragione della visita è appunto commemorare l’anniversario dell’accordo di pace, che fu fatto tra gli allora capi dei governi britannico e irlandese, Tony Blair e Bertie Ahern, ma fu negoziato grazie all’intervento molto importante degli Stati Uniti (al tempo il presidente era Bill Clinton). Biden, che in quegli anni era senatore, si impegnò affinché gli Stati Uniti si interessassero della questione nordirlandese e intervenissero per favorire la mediazione.

Le origini irlandesi della famiglia di Biden sono in realtà relativamente lontane: gli ultimi parenti nati in Irlanda erano i suoi bisnonni materni, che lasciarono il paese ed emigrarono negli Stati Uniti a metà dell’Ottocento. Probabilmente emigrarono per sfuggire alla grande carestia irlandese di quegli anni, quando una malattia delle patate, unita alle dannose politiche del governo coloniale inglese, provocò la morte di circa un milione di irlandesi e l’emigrazione di altrettante persone.

Rivendicare origini irlandesi è spesso vantaggioso nella politica statunitense. La minoranza irlandese nel paese non è più numerosa e coesa come decenni fa, ma secondo la BBC circa 30 milioni di persone negli Stati Uniti, un decimo della popolazione, rivendicano origini irlandesi più o meno lontane. Definirsi irlandesi, dunque, è anche un modo per cercare di connettersi a una parte consistente dell’elettorato.

Biden fa riferimento in continuazione alle sue origini: è famoso per le sue lunghe e frequenti citazioni a memoria di poeti irlandesi (il suo preferito è Seamus Heaney, che vinse il premio Nobel per la Letteratura nel 1995) e l’anno scorso durante il giorno di San Patrizio, il patrono dell’Irlanda, disse: «Oggi sono il figlio di Catherine Eugenia Finnegan Biden» (il nome completo di sua madre). Qualche settimana fa ha ricordato che nella contea di Louth, che visiterà durante il suo viaggio, c’è ancora un locale chiamato Finnegan’s Pub, che ha antichi collegamenti con la sua famiglia.

Biden è inoltre il primo presidente americano di religione cattolica dai tempi di John F. Kennedy.

Ovviamente la visita di Biden avrà anche motivazioni politiche. Biden e il primo ministro britannico Rishi Sunak, per esempio, dovrebbero firmare un accordo economico per il commercio di alcuni minerali molto importanti per la fabbricazione di automobili elettriche e altri componenti tecnologici.