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  • Domenica 9 aprile 2023

La polizia iraniana sta installando telecamere per individuare le donne che non indossano l’hijab

Molte hanno smesso di usarlo, dopo l'uccisione di Mahsa Amini

(Majid Saeedi/Getty Images)
(Majid Saeedi/Getty Images)
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La polizia iraniana ha annunciato di aver cominciato a installare telecamere di sorveglianza in luoghi pubblici per identificare le donne che non indossano l’hijab, il velo islamico solitamente annodato intorno alla testa e al collo per nascondere i capelli. Le donne con i capelli scoperti identificate nelle riprese delle telecamere riceveranno poi un messaggio per «informarle sulle conseguenze legali della ripetizione di questo crimine». Secondo la polizia, questo servirebbe a favorire il rispetto dell’obbligo di indossare l’hijab in pubblico, che esiste nel paese dalla rivoluzione islamica del 1979.

«Da sabato prossimo, le persone che si toglieranno il velo saranno identificate utilizzando apparecchiature intelligenti», ha detto il capo della polizia iraniana, Ahmad-Reza Radan. Le persone che si tolgono l’hijab in luoghi pubblici saranno prima avvertite e poi denunciate. Radan ha aggiunto che anche i proprietari di auto riceveranno un messaggio se uno dei loro passeggeri viola la legge sull’hijab, e che il loro veicolo potrebbe essere sequestrato se l’infrazione si ripete.

Dopo le grandi proteste scatenate l’anno scorso dalla morte di Mahsa Amini, giovane donna curda arrestata per aver violato la legge sull’hijab e poi morta mentre si trovava in custodia, molte donne iraniane hanno smesso di indossare il velo nonostante il rischio di arresti e multe, soprattutto nelle città più grandi.

Non è raro che le donne che si muovono negli spazi pubblici senza velo vengano attaccate: soltanto la settimana scorsa è circolato molto un video in cui un uomo gettava con violenza uno yogurt contro due donne che non indossavano l’hijab. Le due donne sono poi state identificate e arrestate.

– Leggi anche: Breve storia del velo islamico in Iran

Nell’annuncio della polizia, il velo è stato descritto come «uno dei fondamenti della civiltà della nazione iraniana». Qualche giorno prima, il presidente iraniano Ebrahim Raisi aveva ribadito che le donne iraniane devono indossare l’hijab come «necessità religiosa».

La grande e violenta repressione messa in atto dalle autorità iraniane per fermare le proteste contro la morte di Mahsa Amini ha fatto progressivamente diminuire cortei e manifestazioni, che erano andate avanti per diversi mesi con una partecipazione eccezionale soprattutto di giovani donne iraniane.