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  • Giovedì 6 aprile 2023

L’Unione Europea non sa che fare con la Cina

Emmanuel Macron e Ursula von der Leyen sono in visita di stato a Pechino, ma tra economia e Ucraina le divisioni sono molte

Macron in Cina il 6 aprile 2023 (AP Photo/Thibault Camus, Pool)
Macron in Cina il 6 aprile 2023 (AP Photo/Thibault Camus, Pool)
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Mercoledì il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen sono atterrati a Pechino per una visita di stato congiunta in Cina, dove giovedì hanno incontrato il presidente cinese Xi Jinping. La visita arriva dopo quelle di vari altri leader europei: in pochi mesi sono stati in Cina il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez.

Da un lato la ragione di tutte queste visite è piuttosto semplice: la Cina ha abbandonato la sua politica di restrizioni contro la pandemia da coronavirus soltanto alla fine del 2022, ed è normale che una volta riaperti i confini dopo anni di isolamento ricomincino le attività diplomatiche di persona tra Xi e i leader del resto del mondo. In questi mesi, oltre ai leader europei, Xi ha ricevuto e riceverà molti altri capi di stato e di governo. Le visite dei leader europei a Pechino tuttavia stanno provocando un certo dibattito perché stanno mostrando divisioni e posizioni differenti tra i paesi dell’Unione Europea su come comportarsi nei confronti della Cina.

In particolare, è notevole il modo in cui sono avvenute le visite dei due più importanti leader europei, Scholz e Macron. A novembre, il cancelliere tedesco Scholz era stato il primo leader europeo – anzi, il primo leader occidentale – a visitare la Cina dopo la riapertura dei confini, tra grosse polemiche. Secondo vari resoconti giornalistici, al tempo Macron aveva proposto a Scholz di andare insieme in Cina, per mostrare come le due principali potenze europee fossero unite nell’atteggiamento da avere nei confronti della Cina. Scholz però si era rifiutato, ed era andato in visita di stato da solo, portandosi in Cina una foltissima delegazione di imprenditori.

La visita di Scholz fu praticamente tutta concentrata sull’economia e sull’approfondimento delle relazioni commerciali tra Cina e Germania. Nonostante il sostegno della Cina all’invasione russa dell’Ucraina, della guerra in Europa si parlò relativamente poco. Scholz fu molto criticato per questo. Politico scrisse: «Per i suoi critici, [Scholz] si sta affidando troppo alla Cina, esattamente come aveva fatto in precedenza con la Russia».

Questa settimana, la visita di Macron e von der Leyen sta assumento un tono differente. È stato Macron, snobbato da Scholz a novembre, a invitare von der Leyen a fare il viaggio di stato in Cina assieme a lui, per dare comunque l’impressione che l’Unione Europea stia mantenendo una certa unità. Macron, come Scholz, ha portato con sé una delegazione di una cinquantina di imprenditori, segno che comunque uno degli obiettivi principali della visita riguarda i rapporti commerciali.

Ma il punto principale dell’incontro dovrebbe comunque essere la guerra in Ucraina. Macron sta cercando di dissuadere Xi Jinping dall’inviare armi alla Russia, ipotesi di cui hanno parlato alcune agenzie d’intelligence occidentali, e soprattutto sta cercando di convincerlo ad avere un ruolo più attivo nel tentativo di raggiungere un accordo di pace. Incontrando Xi Jinping giovedì, Macron ha detto: «So di poter contare su di te per per riportare la Russia alla ragionevolezza, e riportare tutti al tavolo negoziale». Poco dopo, il governo russo ha fatto sapere che al momento «non ci sono prospettive per una risoluzione pacifica» della guerra.

Il problema è che finora la Cina non ha svolto un ruolo pacificatore: per tutto il corso della guerra si è tenuta su posizioni molto vicine a quelle russe, e Xi non ha più parlato con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dal gennaio del 2022, cioè da prima dell’inizio dell’invasione.

– Ascolta Globo: La Cina potrebbe contribuire alla pace in Ucraina?

La presenza di von der Leyen assieme a Macron dovrebbe però rafforzare questo messaggio: soltanto pochi giorni fa la presidente della Commissione Europea aveva tenuto un discorso sulla Cina al centro studi tedesco Merics, in cui aveva criticato duramente la politica cinese di sostegno alla Russia. Come ha scritto la BBC, Macron e von der Leyen potrebbero cercare di essere rispettivamente il poliziotto buono e la poliziotta cattiva nel loro incontro con Xi Jinping.

Le aspettative che i due leader otterranno qualcosa sono comunque piuttosto basse, anche perché, appunto, l’Europa è divisa su come comportarsi con la Cina.

La maggior parte dei paesi dell’Unione Europea considera la Cina un partner economico insostituibile, pur comprendendo i rischi che derivano dall’atteggiamento internazionale sempre più aggressivo del governo cinese. Questo significa anche che la politica europea verso la Cina si sta sviluppando in modo diverso rispetto a quella americana. La seconda è definita di “decoupling”, cioè di progressiva “separazione” delle economie e dei rapporti dei due paesi, mentre la prima è stata definita dalla stessa von der Leyen di “de-risk”, cioè di “eliminazione dei rischi” che derivano da rapporti stretti con la Cina, senza però eliminare i rapporti stessi.