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  • Lunedì 3 aprile 2023

A New York ci si prepara per lo stato di fermo di Donald Trump

Martedì l'ex presidente dovrà presentarsi in tribunale e c'è un po' di preoccupazione per eventuali proteste e violenze

Donald Trump
Donald Trump durante un comizio in Ohio lo scorso 7 novembre (AP Photo/ Michael Conroy, File)
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A New York sono state intensificate le misure di sicurezza in previsione dell’arrivo in città dell’ex presidente statunitense Donald Trump, che martedì dovrà presentarsi in tribunale per essere messo in stato di fermo. Trump, incriminato giovedì scorso per un presunto pagamento illegale all’attrice di film porno Stormy Daniels, sarà il primo ex presidente statunitense a dover affrontare un processo penale: anche se verrà rilasciato immediatamente, l’eccezionalità della vicenda ha portato le forze dell’ordine a prepararsi a gestire il traffico previsto di giornalisti, curiosi e critici di Trump, ma anche le possibili proteste dei suoi sostenitori.

In questi giorni la polizia di New York ha bloccato l’accesso alle strade vicine al tribunale di Manhattan dove Trump è atteso per martedì e ha installato blocchi di cemento e transenne di metallo per limitare la presenza di persone attorno alla Trump Tower, il suo grattacielo a New York. In più, alcune aule del tribunale verranno chiuse in via precauzionale mentre Trump sarà nell’edificio, ha detto un funzionario giudiziario citato da Reuters.

Un consigliere dell’ex presidente citato sempre da Reuters ha fatto sapere che Trump arriverà a New York dalla sua residenza in Florida lunedì e che trascorrerà la notte nella Trump Tower. Poi martedì mattina andrà in tribunale, dove è possibile che venga fatto entrare attraverso un’entrata appartata: i suoi avvocati infatti hanno contrattato con il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg le modalità e le condizioni con cui Trump si consegnerà alle autorità, una pratica comune per i crimini non violenti e in questo caso giustificata anche dal suo ruolo. Trump per esempio dovrà lasciare le sue impronte digitali e fare le foto segnaletiche, il cosiddetto “mug shot”, che però probabilmente non verrà diffuso.

Secondo alcune persone vicine a Trump citate dal New York Times, l’ex presidente non intende parlare in una conferenza stampa né rivolgersi al pubblico mentre sarà a New York. NBC dice che subito dopo essere rilasciato tornerà in Florida, dove continuerà a discutere del caso con i suoi avvocati.


Oltre ai giornalisti, in questi giorni attorno alla Trump Tower si sono già riunite diverse persone per contestare l’ex presidente, mentre per martedì si sa di almeno una manifestazione dei suoi sostenitori. Il club dei giovani Repubblicani di New York, organizzazione che riunisce i Repubblicani tra i 18 e i 40 anni, ha organizzato una protesta in sostegno di Trump in un parco vicino al tribunale: alla mobilitazione parteciperà anche la parlamentare Repubblicana Marjorie Taylor Greene, nota per le sue idee estremiste e sostenitrice di QAnon, il complesso di teorie complottiste di estrema destra secondo cui tra le altre cose esisterebbe una cospirazione contro Trump.

Il SITE intelligence group, un’organizzazione che si occupa di osservare il comportamento dei gruppi estremisti online, ha osservato che in questi giorni sui social network sono state fatte minacce di morte sia a Bragg, che aveva riaperto il caso contro Trump nel gennaio del 2023, che contro i membri del gran giurì, l’organismo che ha votato per incriminare l’ex presidente. C’è quindi un po’ di preoccupazione che possa succedere qualche episodio violento. Non sarebbe la prima volta per i sostenitori più estremisti di Trump, che nel gennaio del 2021 assaltarono il Congresso americano durante la certificazione della vittoria di Joe Biden alle precedenti elezioni presidenziali.

Alcune fonti interne alla polizia di New York citate da CBS news hanno detto che venerdì quasi tutti gli agenti della città – 35mila su 36mila – erano stati allertati per essere pronti a gestire eventuali proteste. Per il momento comunque secondo il dipartimento di polizia non sembrano esserci minacce concrete per la città.

– Leggi anche: Il caso Trump-Stormy Daniels, in breve

I capi d’accusa contro Trump non sono stati resi noti, ma si sa che riguardano un caso di qualche anno fa: il presunto pagamento di 130mila dollari a Stormy Daniels, che Trump avrebbe fatto nel 2016 tramite il suo ex avvocato Michael Cohen per convincerla a non parlare di un rapporto sessuale avuto con lui una decina di anni prima. La procura di Manhattan sostiene che il pagamento non sarebbe stato rendicontato correttamente secondo le rigide norme che riguardano le spese dei candidati politici: il pagamento venne effettuato proprio verso la fine della campagna elettorale delle elezioni presidenziali del 2016.

Una delle ipotesi è che Trump sia accusato di non avere rendicontato correttamente il suo pagamento per nasconderlo, oppure di averlo fatto per cercare di nascondere un secondo reato più grave, anche se non è chiaro quale.

Inizialmente Trump non aveva commentato le circostanze della sua incriminazione. Venerdì pomeriggio ha poi scritto su Truth Social (il suo social network) che «incriminare un uomo del tutto innocente è un gesto di ostruzionismo ed eclatante interferenza» nel processo delle elezioni. Trump, che nel frattempo si è candidato alle primarie del partito Repubblicano in vista delle elezioni presidenziali del 2024, sostiene da tempo di essere oggetto di una persecuzione politica e ha definito le indagini in corso una «caccia alle streghe» organizzata per danneggiare la sua carriera.