Twitter dice che rimuoverà le vecchie spunte blu dal primo aprile

Dopo mesi di anticipazioni da parte di Elon Musk: ma la data scelta fa venire qualche dubbio che possa succedere davvero

Elon Musk (Elaborazione grafica da una foto di AP Photo/Susan Walsh, File)
Elon Musk (Elaborazione grafica da una foto di AP Photo/Susan Walsh, File)

Twitter ha annunciato che dal prossimo primo aprile inizierà a rimuovere le vecchie spunte blu dai profili degli utenti verificati, mantenendole solamente per chi decide di iscriversi a Blue, la versione a pagamento del social network. Nei mesi scorsi Elon Musk, l’attuale CEO di Twitter, aveva annunciato in più occasioni l’eliminazione delle vecchie verifiche, che però al momento continuano a essere disponibili. Ci sono comunque dubbi sull’effettiva rimozione a partire dal primo aprile, visto che la data coincide con il giorno dei “pesci di aprile” e che Musk ha mostrato di avere una certa predisposizione verso gli scherzi e una scarsa considerazione per la stampa.

Le spunte blu erano state introdotte nei primi anni di Twitter ed erano pensate per verificare l’autenticità dei profili di istituzioni, aziende, personaggi famosi o comunque rilevanti per il discorso pubblico. Il sistema era stato sospeso per un certo periodo di tempo e le regole di verifica erano cambiate più di una volta, nel tentativo di rendere più trasparente il processo di approvazione e soprattutto di ridurre il rischio di autenticare profili comunque fasulli. Inciampi a parte, il sistema si era comunque dimostrato utile in generale per distinguere gli account autentici, anche se non aveva contribuito più di tanto alla riduzione della circolazione di notizie false, un problema comune a molti social network.

Dopo l’acquisizione di Twitter per 44 miliardi di dollari nell’autunno dello scorso anno, Musk aveva iniziato praticamente da subito a criticare il sistema di verifica del social network, annunciando di volerne introdurre uno aperto a tutti, ma solo a pagamento. L’idea era poi maturata nel servizio Twitter Blue, da poco disponibile in buona parte del mondo, attraverso il quale si può ottenere la spunta blu per 8 dollari al mese. L’abbonamento dà inoltre accesso ad altri servizi, come la possibilità di rendere più visibili i propri tweet nella homepage del social network e di vedere meno pubblicità.

Contestualmente all’annuncio di Blue, Musk aveva detto che in breve tempo sarebbero state rimosse le spunte di verifica assegnate in passato, invitando chi fosse interessato a passare alla versione a pagamento. Era anche stato introdotto un ulteriore sistema di verifica per le aziende e le istituzioni, con una certa confusione e casi in cui normali utenti avevano creato account fasulli di grandi aziende, che erano stati regolarmente certificati.

Musk aveva definito il vecchio sistema di verifica gratuito «corrotto e privo di senso», nonostante si fosse dimostrato utile negli anni precedenti per lo meno per certificare l’autenticità degli account di istituzioni pubbliche, aziende e personaggi famosi. Aveva in più occasioni annunciato che avrebbe rimosso in breve tempo le vecchie spunte blu, cercando di incentivare il passaggio al sistema in abbonamento, ma agli annunci non erano poi seguite azioni concrete.

Nei suoi primi mesi da CEO di Twitter, Musk ha pubblicato vari tweet che contenevano annunci sul funzionamento del social network che si erano poi rivelati impraticabili o semplicemente degli scherzi, indirizzati soprattutto ai giornalisti che non hanno risparmiato critiche nei suoi confronti nell’ultimo periodo. La scorsa settimana aveva annunciato che l’indirizzo email press@twitter.com, con il quale i giornalisti possono mettersi in contatto con l’azienda, avrebbe iniziato a inviare una sola e semplice risposta automatica: l’emoji della cacca (💩).

Oltre ad annunciare la rimozione delle vecchie spunte blu, Twitter ha confermato l’avvio di un programma più ampio per consentire ad aziende e organizzazioni di verificare i propri profili e quelli degli account a loro affiliati con un sistema il cui prezzo di base è di mille euro al mese.