Inizia un nuovo Mondiale di Formula 1

Il più lungo di sempre, con 23 gare in programma da questo fine settimana al 26 novembre: le cose da sapere

La Ferrari di Leclerc in Bahrein (Clive Mason/Getty Images)
La Ferrari di Leclerc in Bahrein (Clive Mason/Getty Images)
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Inizia questo fine settimana in Bahrein il nuovo Campionato mondiale di Formula 1. È la 74ª stagione nella storia della categoria più famosa dell’automobilismo sportivo e sarà la più lunga di sempre, anche dopo l’annullamento definitivo del Gran Premio di Cina per motivi organizzativi. Da 24 le gare sono quindi scese a 23 — comunque una in più dell’anno scorso — con l’aggiunta di un terzo Gran Premio negli Stati Uniti, a Las Vegas. Il Mondiale comincerà quindi questo fine settimana e si concluderà il 26 novembre sempre nel Golfo Persico, ma ad Abu Dhabi.

Dove eravamo rimasti
La passata stagione era finita con la vittoria di Max Verstappen, la seconda consecutiva, e della Red Bull nel campionato costruttori, cosa che alla scuderia austro-britannica non era riuscita nel 2021, nonostante la vittoria del titolo piloti. La stagione della Red Bull è stata una delle più dominanti di sempre, e stando a quello che si è visto fra test invernali e prove in Bahrein sembra possa esserlo ancora.

La seconda squadra del Mondiale era stata la Ferrari, che dopo un inizio incoraggiante era finita in un groviglio di errori e scelte sbagliate per cui aveva rischiato di finire terza dietro la Mercedes, che invece ha disputato una stagione completamente opposta: partita male, era riuscita in qualche modo a difendersi e a migliorare, tanto che all’ultima gara aveva la possibilità di superare la Ferrari.

Dietro le tre scuderie principali, che avevano fatto categoria a sé, si erano piazzate in ordine Alpine, McLaren, Alfa Romeo, Aston Martin, Haas, AlphaTauri e Williams.

Squadre e piloti
Red Bull e Mercedes non sono cambiate nei piloti e nei team principal, ruolo che invece è cambiato alla Ferrari. Mattia Binotto, che lavorava in Ferrari da 28 anni e da quattro stagioni era il team principal, ovvero il coordinatore della gestione sportiva, è stato sostituito dal francese Frédéric Vasseur, 54 anni, ex team principal della Renault e dal 2017 capo della Sauber, la scuderia svizzera sponsorizzata dall’Alfa Romeo.

Frédéric Vasseur (Getty Images)

Fra le altre scuderie soltanto la Sauber, che peraltro quest’anno terminerà la collaborazione con Alfa Romeo, ha mantenuto entrambi i piloti: Zhou Guanyu e Valtteri Bottas. Pierre Gasly ha lasciato l’AlphaTauri per andare all’Alpine, dove formerà una squadra tutta francese con Esteban Ocon. L’AlphaTauri ha rimpiazzato Gasly con l’olandese Nyck De Vries, che farà concorrenza soprattutto al suo compagno di squadra Yuki Tsunoda, un pilota talentuoso da cui però ci si aspettano più risultati.

La McLaren ha tenuto Lando Norris, a cui è stato rinnovato il contratto fino al 2025, ma non Daniel Ricciardo, che dopo due stagioni insoddisfacenti non sarà più uno dei venti piloti del campionato: farà il terzo alla Red Bull. Al suo posto la McLaren ha ingaggiato l’esordiente Oscar Piastri. L’altra scuderia inglese, l’Aston Martin, ha affiancato l’ex campione del mondo Fernando Alonso a Lance Stroll, il figlio del proprietario. Alonso peraltro sostituisce un altro ex campione del mondo, Sebastian Vettel, che si è ritirato al termine dell’ultimo Mondiale.

Anche le ultime due squadre della passata stagione oltre all’AlphaTauri, Haas e Williams, hanno cambiato un pilota ciascuna: alla Haas Nico Hülkenberg ha rimpiazzato Mick Schumacher, mentre alla Williams lo statunitense, ed esordiente, Logan Sargeant affiancherà Alexander Albon.

Cosa si dice
Non sono stati dei test particolarmente movimentati, anche perché siamo al secondo anno del nuovo regolamento tecnico e le auto sono il risultato dei progetti e degli aggiustamenti della passata stagione. E con ogni probabilità i risultati della passata stagione proseguiranno in questa.

La Red Bull ha mostrato consistenza e affidabilità che Ferrari e Mercedes non sembrano poter ancora raggiungere, con quest’ultima che probabilmente pagherà ancora la macchina sbagliata progettata per l’anno scorso e poi aggiustata nel corso dei mesi con grande fatica. La Ferrari invece ha dato l’impressione di dover perfezionare ancora molto, ma va detto che i test sono appunto dei test e alcune scuderie potrebbero essersi “nascoste” alterando in qualche modo le prestazioni delle auto.

Fernando Alonso (Peter Fox/Getty Images)

Non si è nascosta sicuramente l’Aston Martin, l’ambiziosa scuderia del miliardario canadese Lawrence Stroll che ha impressionato sia nei test che nelle prove libere in Bahrein, dove ha realizzato il miglior tempo della seconda sessione con Alonso. Nella passata stagione l’Aston Martin ebbe molte difficoltà con il nuovo regolamento e terminò con un deludente settimo posto. Da allora, stando a quanto visto fra test e prove, sembra che sia riuscita a diventare piuttosto competitiva: in molti si aspettano di vederla sul podio, almeno in queste prime gare.

Le altre novità
Insieme al nuovo regolamento tecnico, lo scorso anno era stato introdotto anche un vero e proprio budget cap, ossia un limite di spesa per tutte le scuderie (con eccezioni consentite per gli stipendi dei piloti, le spese per il marketing e gli stipendi dei dirigenti più importanti). Il limite iniziale era stato fissato a 140 milioni di dollari, con una progressiva riduzione prevista dal 2023 in poi.

Quest’anno il budget cap sarà tuttavia aumentato a 155 milioni di dollari per via della lunghezza del campionato e dell’aumento dei costi di materiali e produzione. Dopo le violazioni, seppur minori, riconosciute a Red Bull e Aston Martin lo scorso anno, le scuderie dovranno farci però ancora più attenzione.

In questa stagione verrà inoltre esteso da tre a sei appuntamenti il nuovo formato per i weekend di gara noto come Sprint Qualifying. In sei weekend della stagione — Azerbaigian, Austria, Belgio, Qatar, Stati Uniti e Brasile — il venerdì ci sarà una sola sessione di prove libere della durata di un’ora. Le qualifiche verranno anticipate al tardo pomeriggio di venerdì e i risultati andranno a stabilire la griglia di partenza di una piccola gara prevista il sabato pomeriggio lunga non oltre 100 chilometri e della durata non superiore alla mezz’ora.

L’ordine di arrivo della Sprint Qualifying stabilirà la griglia di partenza del vero e proprio Gran Premio della domenica, che non subirà modifiche rispetto al formato attuale.

Il calendario
Si inizierà a marzo con due gare nella penisola araba, per poi spostarsi fino a Melbourne, in Australia, sede del terzo Gran Premio. Nel corso della stagione la Formula 1 tornerà altre due volte nei paesi del Golfo Persico: l’8 ottobre correrà in Qatar dopo esserci arrivata dal Giappone, e il 26 novembre sarà nei vicini Emirati Arabi Uniti per l’ultima gara della stagione, appena una settimana dopo aver corso per la prima volta, e in notturna, a Las Vegas, negli Stati Uniti.

Il 30 aprile è in programma il Gran Premio d’Azerbaigian a Baku, sulle sponde del Mar Caspio. Appena una settimana dopo si correrà a Miami, altra gara statunitense del Mondiale, dopodiché la Formula 1 tornerà nuovamente in Europa per una serie di gare tra Imola, Monaco e Barcellona. Al termine di questo periodo tornerà in Nord America per correre a Montreal, in Canada, e subito dopo ripasserà per l’Europa prima di spostarsi in Asia. Qui il calendario completo.

Se già prima non esisteva un altro campionato con un’organizzazione così vasta, nel 2023 la logistica della Formula 1 raggiungerà una complessità mai vista prima, causata in particolare da un calendario che non tiene conto dei criteri geografici. Di questa complessità, che contrasta gli obiettivi di riduzione dell’impatto ambientale previsti entro il 2030, ne aveva parlato anche l’ex direttore generale Ross Brawn: «Stiamo lavorando per trovare il modo di spostarci con un impatto molto minore sul pianeta. Una parte di questi ragionamenti riguarda la regionalizzazione dei calendari per mettere insieme le gare nordamericane, le gare europee, le gare mediorientali e le gare asiatiche. Ma non è un problema semplice da risolvere e ci vorrà ancora del tempo».

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