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  • Italia
  • Domenica 26 febbraio 2023

59 migranti sono morti in un naufragio al largo della Calabria

Si teme che il numero possa salire: ci sono ancora decine di dispersi

Alcuni dei migranti sopravvissuti al naufragio, sulla spiaggia di Steccato di Cutro
(ANSA/ GIUSEPPE PIPITA)
Alcuni dei migranti sopravvissuti al naufragio, sulla spiaggia di Steccato di Cutro (ANSA/ GIUSEPPE PIPITA)
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Poco prima delle 5 di domenica mattina un’imbarcazione su cui viaggiavano decine di persone migranti è naufragata in Calabria al largo di Steccato di Cutro, città della provincia di Crotone che si affaccia sul mar Jonio. Al momento sono stati trovati i cadaveri di 59 persone, secondo quanto fatto sapere dalla prefettura di Crotone, ma i morti potrebbero essere molti di più: tra loro ci sono anche diversi bambini. Secondo la Guardia di Finanza è probabile che l’imbarcazione arrivasse dalla Turchia.

Ci sono ancora decine di dispersi, mentre sono sopravvissute circa 80 persone. 22 dei sopravvissuti, tra cui 6 bambini, sono stati portati nel pronto soccorso dell’ospedale di Crotone. Una persona è stata ricoverata in terapia intensiva in gravi condizioni. Gli altri sono stati portati nel Centro di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) di Isola Capo Rizzuto, sempre in provincia di Crotone, dopo aver atteso per alcune ore sulla spiaggia di Steccato di Cutro.

Dalle prime informazioni sembra che l’imbarcazione si sia spezzata in due, probabilmente dopo aver colpito uno scoglio a causa del mare molto agitato. I migranti provenivano in gran parte da Pakistan, Afghanistan e Sri Lanka. I sopravvissuti sono per la maggior parte afghani. Le ricerche di eventuali superstiti sono ancora in corso.

L’imbarcazione era partita 4 giorni fa con a bordo 177 persone, secondo le informazioni raccolte dagli operatori dell’ong Medici Senza Frontiere, che stanno dando assistenza sul posto alle persone sopravvissute anche con un gruppo di psicologi e mediatori culturali. Medici Senza Frontiere si occupa spesso di soccorso in mare alle persone migranti con la sua nave, la Geo Barents, ma in questi giorni non può farlo perché giovedì sera ha ricevuto una multa da 10mila euro e un fermo amministrativo di 20 giorni per aver violato il controverso e contestato nuovo codice di condotta delle navi delle ong. Se non avesse ricevuto il fermo, la Geo Barents sarebbe partita dalla Sicilia la mattina successiva.

I resti del barcone dopo il naufragio (ANSA/ GIUSEPPE PIPITA)

I resti del barcone dopo il naufragio (ANSA/ GIUSEPPE PIPITA)

Il naufragio è stato commentato, tra gli altri, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che in una nota diffusa dal Quirinale ha sollecitato «un forte impegno della comunità internazionale per rimuovere le cause alla base dei flussi di migranti; guerre, persecuzioni, terrorismo, povertà, territori resi inospitali dal cambiamento climatico».

Ha inoltre invitato l’Unione Europea a dare un maggiore aiuto all’Italia nella gestione dei flussi migratori: «È altrettanto indispensabile che l’Unione Europea assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie, nel sostegno alla cooperazione per lo sviluppo dei paesi da cui i giovani sono costretti ad allontanarsi per mancanza di prospettive».

– Leggi anche: Sulla Geo Barents era tutto pronto