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  • Giovedì 23 febbraio 2023

Cosa deve decidere la Cassazione su Alfredo Cospito

Oggi esaminerà il ricorso degli avvocati dell'anarchico, che chiedono da tempo la revoca del regime carcerario del 41-bis

La Corte di Cassazione
(ANSA/ALESSANDRO DI MEO)
La Corte di Cassazione (ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

Venerdì la Corte di Cassazione dovrà prendere una decisione molto importante sul regime detentivo del 41-bis cui è sottoposto Alfredo Cospito, il detenuto anarchico che è in sciopero della fame da 120 giorni. La Corte dovrà infatti stabilire se accogliere il ricorso presentato dagli avvocati di Cospito, che è attualmente detenuto nel reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo di Milano. Il ricorso è stato depositato dopo che lo scorso dicembre il tribunale di sorveglianza di Roma aveva rigettato il reclamo degli stessi avvocati contro il decreto ministeriale dello scorso anno, con cui era stato deciso il 41-bis per Cospito.

È possibile che venerdì la Corte rinvii nuovamente la decisione al tribunale di sorveglianza, per motivi che vedremo più avanti, e questo comporterebbe un ulteriore slittamento della decisione. Prima però, per capire come siamo arrivati fin qui, è utile riassumere la vicenda dall’inizio.

Il 4 maggio del 2022 l’allora ministra della Giustizia Marta Cartabia decise di applicare il 41-bis ad Alfredo Cospito. La decisione sull’applicazione del regime detentivo speciale viene presa dal ministro della Giustizia su richiesta del pubblico ministero che si occupa delle indagini, e su sollecitazione del ministro dell’Interno, dopo aver sentito il parere della Direzione nazionale antimafia e della polizia. In questo caso la decisione venne presa su richiesta della procura di Torino secondo cui Cospito continuava a dare direttive alla sua organizzazione, cioè la Federazione anarchica informale (Fai), attraverso i suoi scritti, in particolare con lettere ad altri anarchici fuori dal carcere.

Cospito si trova in carcere per due condanne: a dieci anni e otto mesi per aver ferito a Genova, con colpi di pistola alle gambe, il dirigente dell’Ansaldo Roberto Adinolfi; e a vent’anni per aver posizionato due pacchi bomba davanti alla scuola allievi dei carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, nella notte ​​tra il 2 e il 3 giugno del 2006. L’esplosione non causò né morti né feriti.

Flavio Rossi Albertini, l’avvocato di Cospito, presentò un primo ricorso che venne rigettato l’1 dicembre 2022 dal tribunale di sorveglianza di Roma, che è competente in materia. Il 9 febbraio il ministro della Giustizia Carlo Nordio, dopo aver esaminato una nuova richiesta di revoca che aveva presentato l’avvocato di Cospito, si è espresso in favore del mantenimento del 41-bis.

La richiesta di revoca a Nordio era una procedura separata dal ricorso presentato in Cassazione, ed era stata fatta in riferimento alle motivazioni di una sentenza della Corte d’assise di Roma in cui gli imputati erano ritenuti legati a movimenti anarchici ed erano accusati di associazione con finalità di terrorismo: furono assolti per questo reato e condannati per reati minori. I giudici nelle motivazioni della sentenza escludevano «l’esistenza, presso il centro sociale Bencivenga [a Roma, nella zona di via Nomentana, ndr] di una cellula presuntivamente ritenuta affiliata alla Federazione anarchica informale». Il riferimento era ai «legami e ai confronti epistolari intrattenuti tra gli imputati e Cospito». La sentenza in un caso specifico sosteneva che Cospito non «vuole manipolare la personalità di uno degli imputati e strumentalizzare il giovane anarchico facendone veicolo all’esterno della propria posizione politica».

Prima di rifiutare la richiesta di revoca, Nordio aveva chiesto il parere della procura nazionale antimafia, della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Torino e della procura generale del capoluogo piemontese. La procura generale di Torino si era espressa a favore del mantenimento del regime 41-bis, rafforzando anzi le motivazioni con cui aveva chiesto al ministero della Giustizia il provvedimento. Il parere della Dda era stato invece diverso. Pur confermando la bontà della decisione di dare a Cospito il 41-bis, aveva ammesso la possibilità per Cospito di tornare al regime di Alta sicurezza a cui era sottoposto prima del 4 maggio del 2022, pur con tutte le precauzioni del caso. L’Alta sicurezza è una sezione delle carceri in cui sono riuniti tutti i detenuti per reati associativi e che sono sottoposti a sorveglianza speciale.

Si arriva quindi a oggi. La Cassazione avrebbe dovuto riunirsi il 7 marzo, ma ha deciso di anticipare l’udienza per via delle condizioni fisiche di Cospito, che dopo quattro mesi di sciopero della fame ha perso quasi cinquanta chili ed è a rischio di patologie gravi.

Le probabilità che la Cassazione rinvii la decisione nuovamente al tribunale di sorveglianza sono alte, anche perché lo stesso pubblico ministero della procura generale della Corte di Cassazione, Piero Gaeta, presentando le sue conclusioni ha chiesto che «codesta Corte di Cassazione voglia annullare l’ordinanza del tribunale di sorveglianza di Roma dell’1 dicembre 2022 (depositata il 19 dicembre 2022) resa nei confronti di Cospito Alfredo, con rinvio per un nuovo esame».

La procura generale della Cassazione ha il compito di dare un parere per ciascun ricorso presentato alla Corte. Nelle sue conclusioni Gaeta chiede che l’ordinanza venga annullata e che il tribunale di sorveglianza motivi più concretamente le ragioni per cui fu respinta la richiesta dell’avvocato di Cospito. Secondo il pubblico ministero, il 41-bis non può giustificare la «rarefazione e la compressione di altre libertà inframurarie» se non con l’impedimento di«contatti e collegamenti» che risultino «concretamente» e «specificatamente» finalizzati a evitare «ulteriori reati o attività dell’associazione esterna».

In pratica è necessario che «emerga una base fattuale» con «elementi immanenti e definiti», cosa che non è «data di riscontrare». Dall’ordinanza del tribunale di sorveglianza non emergerebbe quindi con chiarezza e concretezza il collegamento tra Cospito e gli anarchici all’esterno: collegamento che, secondo il pubblico ministero, non è «desumibile interamente ed unicamente né dal ruolo apicale» né «dall’essere egli divenuto “punto di riferimento” dell’anarchismo in ragione dei suoi scritti e delle condanne riportate». 

Secondo l’avvocata Maria Teresa Pintus, che assiste Cospito assieme a Flavio Rossi Albertini, e che assiste inoltre 200 detenuti tra i 728 che in Italia sono al 41-bis «è molto probabile che la Cassazione rinvii la decisione al tribunale di sorveglianza di Roma». Lo ha detto nel corso di un convegno organizzato dalla Camera penale Vittorio Chiusano di Torino. Pintus ha anche aggiunto: «È la prima volta che vedo un parere della Dna [la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, da cui dipende la Dda] aprire alla possibilità dell’Alta sicurezza, nonostante quello della procura di Torino fosse contrario».

Se la Cassazione dovesse decidere per il rinvio, il rischio è che il tribunale di sorveglianza impieghi «almeno tre o quattro mesi, per esprimersi. Un tempo troppo lungo, che Cospito non ha», ha detto Pintus.

Dopo che il pubblico ministero della Cassazione ha depositato il suo parere, Cospito ha cominciato ad assumere integratori. Ha detto ancora Pintus: «Siamo riusciti a convincerlo spiegandogli che non sarebbe arrivato a venerdì. Gli abbiamo proprio detto che altrimenti a cosa sarebbe servita la sua lotta? A niente».

Alla domanda se, in caso di rinvio da parte della Cassazione, Cospito ricomincerebbe a nutrirsi, Pintus ha risposto: «A prescindere dal fatto che nelle sue condizioni non ci riuscirebbe nemmeno, forse potrebbe accettare delle flebo ma di questo non ne abbiamo parlato. Certo è che la giustizia non può essere così lenta». Pintus ha poi detto che «il supporto esterno degli anarchici di tutto il mondo lo sta danneggiando, ma lui in quanto anarchico individualista non può certo dissociarsi. Quello che succede fuori non dipende da lui, ma le manifestazioni positive non vengono considerate, quelle negative gli vengono attribuite. Cos’altro poteva fare per farsi sentire? Ha avuto il merito, dopo 30 anni, di far parlare del regime del 41-bis».

Se la Cassazione dovesse decidere di annullare la decisione del tribunale di sorveglianza potrebbe chiedere una nuova udienza urgente al giudice di sorveglianza di Milano, dove Cospito è attualmente detenuto, e avanzare una nuova richiesta al ministro Nordio. Secondo l’agenzia di stampa Agi Cospito avrebbe detto che dopo la decisione della Cassazione sospenderà ancora gli integratori.

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