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  • Venerdì 3 febbraio 2023

I giornali che ricevono i contributi pubblici (seconda rata del 2021)

Il governo ha pubblicato la lista definitiva: le testate che ne beneficiano – con ragioni a volte discutibili – sono più o meno sempre le stesse

(Cecilia Fabiano/LaPresse)
(Cecilia Fabiano/LaPresse)
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Il Dipartimento per l’informazione e per l’editoria del governo italiano ha pubblicato l’elenco dei giornali a cui è stato confermato per l’anno 2021 il diritto al “contributo pubblico diretto” e il pagamento della seconda rata relativa: si tratta del finanziamento pubblico che la legge prevede per i giornali che si dichiarino pubblicati da cooperative di giornalisti o da società senza fini di lucro, o siano espressione di minoranze linguistiche (non sono gli unici criteri, qui sotto spieghiamo gli altri).

In base alle regole di legge il contributo viene inviato in due tranche successive (ma in alcuni casi anche in un’unica soluzione a fine anno): quella che viene pagata ora è la seconda del 2021 e completa la prima parte del contributo che era stata pagata a metà del 2022. I giornali che ricevono i contributi più grossi sono più o meno gli stessi dello scorso anno, con qualche variazione: Libero per esempio per il 2020 aveva ricevuto complessivamente quasi 5 milioni e mezzo di euro ed era il terzo giornale per contributi ricevuti, mentre per il 2021 è diventato il sesto, avendo ricevuto in tutto 3 milioni e 900mila euro. Non è più tra i 15 giornali a cui è stato assegnato il contributo più alto Editoriale Oggi, il principale quotidiano delle province di Frosinone e Latina, perché al momento nei documenti del governo la richiesta relativa viene definita «in corso d’istruttoria» e non è stata assegnata (aveva invece ricevuto regolarmente la prima, di oltre 800mila euro).

Queste sono le prime quindici testate per contributo totale assegnato rispetto al 2021.

Dolomiten 6.176.996,03 euro
Famiglia cristiana 6.000.593,06 euro
Avvenire 5.573.240,29 euro
Italia oggi 4.062.533,95 euro
Gazzetta del Sud 4.001.187,87 euro
Libero quotidiano 3.895.331,17 euro
Il quotidiano del Sud 3.696.160,87 euro
Il manifesto 3.318.981,09 euro
Corriere Romagna 2.218.356,97 euro
Cronacaqui.it 2.207.300,07 euro
Il Foglio 1.866.457,98 euro
Primorski dnevnik 1.735.062,72 euro
Il Cittadino 1.424.098,80 euro
Cronache di (Libra editrice) 1.259.956,77 euro
Quotidiano di Sicilia 1.277.423,67 euro

Dolomiten è un quotidiano in lingua tedesca della provincia autonoma di Bolzano (così come Neue Südtiroler Tageszeitung, che per il 2021 ha ricevuto poco più di un milione di euro di contributi), mentre Primorski dnevnik è un quotidiano della minoranza slovena pubblicato a Trieste. I contributi sono attribuiti in base a una serie di calcoli che tengono conto dei costi sostenuti dal giornale e della sua diffusione, calcoli che favoriscono i gruppi di medie dimensioni, che hanno costi e diffusioni rilevanti.

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Della legge sui contributi non beneficiano i maggiori quotidiani nazionali, come Repubblica, Corriere della Sera e Sole 24 Ore, che non ricevono aiuti pubblici diretti. Ne approfittano invece alcuni altri quotidiani che compaiono tra quelli con maggiore diffusione, fra cui Avvenire e Libero. Tutti i giornali che si pubblicano in versione cartacea usufruiscono invece di alcuni sostegni indiretti alla stampa, per esempio gli sconti sull’acquisto della carta, ma si tratta di voci non particolarmente rilevanti per i loro bilanci, a differenza di quanto avviene per i giornali che ricevono le grosse quote di contributi diretti citate sopra, da cui sono fortemente dipendenti.

Il finanziamento diretto all’editoria dichiara di avere uno scopo preciso e limitato: sostenere il pluralismo dell’informazione aiutando in particolare le piccole testate locali, quelle delle minoranze linguistiche e quelle indipendenti, come in teoria dovrebbero essere quelle edite da cooperative di giornalisti: la forma cooperativa è però usata strumentalmente da diverse delle testate che ricevono cospicui contributi (Libero, Italia Oggi, Il Foglio, per esempio) malgrado nei fatti quei giornali abbiano editori privati al pari dei quotidiani che non accedono ai contributi. Nella maggior parte dei casi questa libera interpretazione delle regole è ottenuta attribuendo a una cooperativa la proprietà della “testata” del giornale, mentre è una società commerciale a possederlo di fatto.

Un tempo i finanziamenti sostenevano anche i giornali di partito, ma quest’aspetto della legge è stato soppresso. In tutto ci sono sette tipologie differenti di periodici e quotidiani che hanno diritto ai finanziamenti:

  1. Cooperative giornalistiche che editano quotidiani e periodici;
  2. Imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale è detenuto in misura maggioritaria da cooperative, fondazioni o enti senza fini di lucro;
  3. Enti senza fini di lucro ovvero imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale è interamente detenuto da tali enti;
  4. Imprese editrici che editano quotidiani e periodici espressione di minoranze linguistiche;
  5. Imprese editrici, enti ed associazioni che editano periodici per non vedenti e ipovedenti;
  6. Associazioni dei consumatori che editano periodici in materia di tutela del consumatore, iscritte nell’elenco istituito dal Codice del consumo;
  7. Imprese editrici di quotidiani e di periodici italiani editi e diffusi all’estero o editi in Italia e diffusi prevalentemente all’estero.

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