• Mondo
  • Venerdì 3 febbraio 2023

Invieremo caccia da combattimento all’Ucraina?

Il governo ucraino li sta chiedendo sempre più insistentemente ai paesi occidentali, che però per il momento sono contrari

Due caccia F-16 partecipano a un'esercitazione militare della NATO a ottobre 2022 (Omar Marques/Getty Images)
Due caccia F-16 partecipano a un'esercitazione militare della NATO a ottobre 2022 (Omar Marques/Getty Images)
Caricamento player

Da alcuni giorni in Europa e negli Stati Uniti è in corso un dibattito piuttosto acceso sulla necessità di inviare all’Ucraina jet militari per sostenere le sue difese nella guerra contro la Russia. Il dibattito si è intensificato pochi giorni dopo la decisione di Stati Uniti, Germania e altri paesi di inviare alcune decine di carri armati occidentali all’esercito ucraino, tra molti tentennamenti.

L’Ucraina chiede all’Occidente caccia da combattimento dall’inizio dell’invasione russa, finora senza successo. Ma dopo essere riuscito a ottenere carri armati da combattimento, il governo ucraino negli ultimi giorni ha rinnovato la pressione per sbloccare anche i caccia da combattimento, che potrebbero avere un ruolo fondamentale nella difesa dei civili dai bombardamenti russi e nella controffensiva che con ogni probabilità l’esercito ucraino sta preparando per la primavera. I governi occidentali, almeno per ora, sono piuttosto scettici sulla possibilità di fornire caccia da combattimento. Ma lo erano in precedenza anche sui carri armati, e prima ancora sui missili a lunga gittata, che poi sono stati forniti.

Finora l’aviazione ucraina ha avuto a disposizione esclusivamente vecchi caccia di provenienza sovietica, come i Mig-29 e i Su-27. Grazie a loro, ma soprattutto grazie a un sistema piuttosto efficiente di difesa antiaerea da terra, l’Ucraina è riuscita a evitare che la Russia ottenesse il controllo dello spazio aereo sopra il suo territorio, cosa che avrebbe creato enormi problemi alla difesa ucraina: benché l’aviazione russa disponga di moltissimi più caccia e mezzi, grazie ai sistemi di difesa come gli S-300 e ai razzi antiaereo MANPADs, che possono essere portati a spalla da un solo soldato, l’Ucraina è riuscita a tenere liberi i suoi cieli.

Queste risorse tuttavia sono sempre più scarse. Non si sa quanti caccia sovietici siano rimasti all’aviazione ucraina, ma è ragionevole pensare che in quasi un anno di guerra ne sia stata abbattuta una quota consistente. Anche i sistemi di difesa aerea rischiano di scarseggiare: negli ultimi mesi la Russia ha cominciato ad adottare una tattica di bombardamenti sistematici contro obiettivi civili, come le città e le centrali elettriche. Per contrastare questi bombardamenti, l’Ucraina è costretta a dare fondo alle sue scorte di missili antiaerei, e i rifornimenti occidentali rischiano di non essere sufficienti per soddisfare le necessità.

– Leggi anche: I missili ucraini per abbattere i droni russi costano molto più dei droni

Per questo, l’Ucraina chiede da tempo caccia da combattimento all’Occidente, e negli ultimi giorni ha approfittato del buon successo ottenuto con i carri armati per rinnovare le insistenze anche sull’invio di jet. In particolare, l’Ucraina vorrebbe che i paesi occidentali inviassero caccia F-16 di produzione americana, mezzi potenti e sofisticati che sono a disposizione in gran numero nelle aviazioni militari europee, e che sono in via di dismissione perché ormai da qualche anno è in corso la loro graduale sostituzione con i più nuovi e performanti F-35.

Per ora i governi occidentali hanno detto di non essere disposti a fornire all’Ucraina caccia da combattimento.

Il presidente americano Joe Biden, quando gli è stato chiesto se gli Stati Uniti avrebbero inviato gli F-16 all’Ucraina, ha risposto con un «no» piuttosto secco. Il governo del Regno Unito ha fatto sapere che l’invio per ora «non è praticabile», e il più negativo di tutti è stato ancora una volta il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha detto in maniera piuttosto spazientita che chiedere jet da guerra subito dopo aver ricevuto la promessa di carri armati è «poco serio» da parte dell’Ucraina (Scholz aveva mostrato le maggiori resistenze anche quando si discuteva dell’invio di carri armati).

Altri paesi si sono dimostrati più aperti. Il governo francese ha fatto sapere che «non si può escludere niente, per definizione», mentre alcuni paesi dell’est Europa, come la Polonia e la Slovacchia, già da mesi vorrebbero inviare caccia da combattimento all’Ucraina, ma sono trattenuti dall’assenza di sostegno da parte degli altri alleati occidentali.

Ci sono varie ragioni per cui mandare gli F-16 in Ucraina sarebbe complicato. Alcune sono tecniche e logistiche. Gli F-16 sono mezzi piuttosto sofisticati, che richiedono almeno tre mesi d’addestramento per i piloti e ancora di più per i meccanici addetti alla manutenzione. Per essere utilizzati, richiedono anche piste di decollo molto lunghe e pulite, di cui al momento l’Ucraina non dispone: anche se fossero costruite potrebbero diventare un obiettivo facile per i bombardamenti russi.

Altri modelli di caccia, come gli F-18 americani o i Gripens di produzione svedese, sarebbero più appropriati perché hanno bisogno di piste più corte e meno manutenzione. Ma di entrambi questi modelli c’è molta meno disponibilità rispetto agli F-16.

Caccia da combattimento come gli F-16, inoltre, consentirebbero all’Ucraina di attaccare molto in profondità il territorio russo. Per questo, alcuni governi europei temono che la Russia veda nell’invio di caccia una provocazione eccessiva. Ma ovviamente, come sta già succedendo con i missili a lungo raggio, i rifornimenti di armi occidentali sono concessi all’Ucraina con regole di ingaggio ben precise, che prevedono per esempio che l’esercito ucraino eviti di colpire obiettivi in territorio russo.

I governi occidentali, dunque, al momento hanno escluso l’invio di caccia da combattimento all’Ucraina, ma le cose potrebbero cambiare, e anche rapidamente. Dubbi e perplessità simili a quelli che ora sono espressi con i jet erano stati espressi nei mesi scorsi con i lanciarazzi HIMARS, poi con i sistemi di difesa Patriot, e infine con i carri armati da combattimento. Ma sono stati via via superati, e tutti questi sistemi d’arma sono stati infine consegnati all’Ucraina. Anche per questo un diplomatico europeo che ha chiesto di rimanere anonimo ha detto a Politico che l’invio di caccia all’Ucraina «è soltanto una questione di quando» avverrà.

Alcuni diplomatici hanno detto sempre a Politico che il fatto che l’Occidente stia fornendo all’Ucraina armi progressivamente più avanzate, potenti e letali non è un caso: sarebbe un modo per aumentare gradualmente la pressione militare sulla Russia senza provocarne una reazione troppo violenta, che potrebbe estendere il conflitto. «Si può dire che sia un modo per far acclimatare [Putin]», ha detto uno di questi diplomatici.