Il meme che ha descritto l’ultimo decennio

Da quando fu pubblicata nel 2013, in molti si sono immedesimati nella vignetta del cane tranquillo e impotente in una stanza in fiamme

(Immagine tratta dal sito di KC Green)
(Immagine tratta dal sito di KC Green)
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In alcune delle situazioni più critiche o complicate della storia degli ultimi dieci anni, sui social network è comparsa di frequente l’illustrazione in cui si vede un cagnolino in una stanza in fiamme dire con espressione serafica “This is fine”, “va tutto bene”. L’illustrazione è tratta da una striscia del fumettista statunitense KC Green pubblicata nel gennaio del 2013, dieci anni fa, e da allora è stata riprodotta e citata moltissime volte, diventando un meme.

E non uno qualsiasi: in molti lo ritengono uno dei più rappresentativi degli ultimi anni, per il modo in cui è riuscito a esprimere la sensazione di impotenza e di rassegnazione provata da molte persone davanti ad eventi catastrofici o comunque epocali che hanno interessato il mondo, dalla pandemia alla guerra in Ucraina, da Brexit all’elezione di Donald Trump. In molti, insomma, in questi anni hanno empatizzato con il cane che si illude che l’incendio che lo circonda non sia in realtà un problema.

L’episodio da cui è tratto il meme si chiama “On fire” (“a fuoco”, “in fiamme”) e fa parte della striscia Gunshow, creata da Green nel 2008 e conclusa nel 2014. Pubblicato il 9 gennaio del 2013, ha per protagonista Question Hound, un cane antropomorfo che compare anche nel resto della striscia.

Con gli occhi grandi e il cappellino sistemato bene in testa, Question Hound sta seduto su una sedia davanti a una tazza di quello che si immagina essere caffè, circondato dalle fiamme. Il meme riprende solo le prime due vignette, in cui il cane dice la propria battuta con un sorriso, ma poi la striscia prosegue. «Le cose che mi stanno succedendo vanno bene», dice ancora Question Hound: mentre sorseggia la bevanda, però, il braccio con cui regge la tazza comincia a ustionarsi e poi viene investito dalle fiamme anche il resto del suo corpo. La conclusione ovvia, insomma, è che le cose non andavano affatto bene nemmeno nel resto della striscia.

Le prime due vignette della striscia diventarono virali nel 2014, quando furono condivise e immediatamente apprezzate sia sul social network Reddit sia su Imgur, un popolare sito per condividere immagini, meme e GIF. Green ha raccontato che inizialmente il meme tratto dal suo fumetto veniva usato da chi si immedesimava un po’ con il cane in situazioni quotidiane piuttosto complicate, per esempio da studenti alle prese con gli esami scolastici o da persone che si trovavano a dover sorridere nonostante le umiliazioni sul posto di lavoro. Dopo però si diffuse moltissimo nei contesti più diversi, diventando una specie di simbolo di ansia, rassegnazione e impotenza, ma anche di disfattismo o dell’incapacità di accettare la realtà.

Oltre che da moltissimi utenti dei social network, il meme è stato usato oppure citato anche in politica, soprattutto negli Stati Uniti. Nel 2016 il Partito Repubblicano lo usò per commentare in maniera sarcastica il primo giorno della convention dei Democratici su Twitter, mentre due anni più tardi il senatore Repubblicano Richard Burr lo citò in un discorso sulle interferenze russe nella politica statunitense. Dopo la vittoria di Joe Biden alle elezioni presidenziali del 2020, è comparsa sempre su Twitter una versione animata del meme in cui un vigile del fuoco salva il cane dalla casa che brucia, per indicare una situazione che alla fine si è risolta positivamente.

Green, che oggi ha 35 anni, disegnò “On fire” in un momento di grande incertezza a livello personale: stava imparando a gestire i farmaci antidepressivi che gli erano stati prescritti e si chiedeva se prenderli fosse la scelta giusta per lui (ha chiarito di essere convinto che lo fosse). In una recente intervista a NPR, ha osservato che in quel momento la sua idea era «un po’ quella di dover ignorare tutte le follie che ci succedono attorno, come una casa in fiamme. Da lì poi la striscia si è scritta da sola», ha detto.

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Secondo Green il meme ha continuato ad avere successo anche grazie agli eventi sempre più complessi e pressanti dell’ultimo decennio, tra cui la pandemia da coronavirus, la crisi climatica e la grande polarizzazione politica, perché ha contribuito a definire un po’ la sensazione comune del «vedere qualcosa andare in pezzi». Un altro motivo per cui è rimasto molto popolare è anche che è così semplice da adattarsi a un gran numero di situazioni, ha detto al Washington Post: «L’ho disegnato appositamente vago. Come ogni opera d’arte valida, la gente la interpreta nel modo in cui desidera».

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Green sostiene che quella di trovarsi in mezzo a situazioni in cui tutto sta andando a rotoli ma bisogna comunque reagire «è una sensazione che a quanto pare viviamo tutti». In questo senso, secondo lui la striscia del cane che dice “va tutto bene” riesce anche a trasmettere l’idea che si possa affrontare situazioni estremamente critiche.

Parlando con NPR, ha raccontato che in effetti ancora oggi molte persone lo contattano per dirgli che hanno trovato la striscia rassicurante. Una delle sue spiegazioni è che la vignetta descriva il processo con cui si prende consapevolezza di una certa situazione, ma la si elabora, la si accetta e la si usa per crescere. A livello generale, spiega Green, empatizzare con il cane è un po’ come empatizzare con altre persone per le varie situazioni che possono affliggerle: è qualcosa che «crea una sorta di comunità».

Nel 2016 lo stesso Green disegnò una versione alternativa della striscia per il sito di fumetti The Nib: in questa versione, Question Hound urla “This is not fine”, ma alla fine prende un estintore e riesce a spegnere le fiamme.

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