Imgur è un’oasi

Come il popolare sito per condividere immagini, GIF e meme si è tenuto alla larga dai problemi degli altri social network, restando fedele ai suoi principi

(Imgur)
(Imgur)

Da quasi dieci anni, ogni giorno milioni di persone caricano e condividono immagini attraverso Imgur, un sito che ha ormai fatto un pezzo di storia di Internet, ma senza avere la stessa considerazione e la fama di altri servizi e social network come Facebook, Instagram, Twitter e YouTube. Il successo in sordina di Imgur racconta molto di come funzionano le cose su Internet, dove non sempre è necessario essere grandi e super ricchi per portare avanti un prodotto di successo, seguendo logiche diverse da quelle molto aggressive cui ci hanno abituato Facebook, Google e gli altri.

Da dove arriva Imgur
La storia di Imgur è iniziata nel 2009 ad Athens, in Ohio, con Alan Schaaf, un ragazzo che all’epoca aveva 22 anni e frequentava la facoltà di Informatica. Schaaf non era molto preso dallo studio ed era il classico smanettone con l’aria da nerd che s’inventava siti e piccoli programmi col suo computer. Non era molto soddisfatto di come andavano le cose su Internet per condividere le immagini: i servizi disponibili, come Flickr e Picasa (Google), erano orientati soprattutto all’archiviazione delle fotografie, ma non era semplice passarle agli amici o pubblicarle rapidamente altrove; i social network come Facebook e Twitter erano molto testuali e non era facile aggiungere immagini ai propri post. Fu da queste difficoltà che a Schaaf venne l’idea di Imgur, un sito che facesse solo una cosa – permettere agli utenti di caricare e condividere immagini – e che la facesse bene, rapidamente e senza troppe complicazioni.

Imgur ebbe successo fin dall’inizio, soprattutto su Reddit, dove gli utenti erano da tempo alla ricerca di una soluzione più pratica per far vedere e condividere le loro immagini. Da poche migliaia di visite, in cinque mesi Imgur iniziò a macinare più di un milione di pagine al giorno. Oltre alla facilità d’uso, a favorirne il successo furono gli stessi utenti dei social network, che avevano infine a disposizione uno strumento semplice e gratuito per le loro immagini.

Due anni dopo la fondazione, Schaaf decise di trasferirsi dall’Ohio a San Francisco, per avvicinarsi alla Silicon Valley e avere maggiori possibilità di far conoscere ed espandere il suo progetto. Seguendo il classico approccio delle startup, Imgur visse per qualche anno barcamenandosi alla ricerca di finanziamenti e modelli di business basati sulla pubblicità. Nel 2014 un finanziamento da 40 milioni di dollari da parte del fondo Andreessen Horowitz fece fare un salto di qualità all’azienda, sia in termini di prodotto che di visibilità. All’epoca Imgur era del resto già in attivo, cosa piuttosto rara per startup di questo tipo, grazie alla pubblicità mostrata sul suo sito e a un’opzione “pro” a pagamento, con funzionalità evolute per i suoi iscritti.

In cosa è diverso Imgur
Oggi Imgur raggiunge circa 250 milioni di persone al mese con svariati miliardi di post visualizzati ed è tra i 15 siti più utilizzati negli Stati Uniti, secondo il sito di rilevazione Alexa. Negli ultimi anni la sua crescita in termini di utenti ha subìto alti e bassi, dovuti in primo luogo alle scelte dei siti su cui circolavano di più i suoi contenuti: Facebook ha semplificato il sistema di gestione delle immagini, Twitter si è dotato di una propria soluzione per mostrarle, inoltre sistemi alternativi e altrettanto immediati per pubblicare immagini come Instagram e Snapchat sono diventati molto popolari, complicando la vita a Imgur. La stessa scelta di Reddit di dotarsi di un proprio sistema per ospitare le immagini nel 2016 ha influito negativamente sul traffico di Imgur.

Invece di cercare a tutti i costi di cambiare formula (“to pivot”, “svoltare”, come si sente dire spesso tra le startup della Silicon Valley), Imgur negli ultimi anni ha mantenuto una certa coerenza rispetto alle intenzioni con cui Schaaf lo aveva ideato. Non avendo possibilità concrete di competere con i classici social network, il sito è rimasto fedele all’idea originaria di Internet: condividere e rendere accessibili contenuti, a prescindere dai loro creatori e dal fatto di conoscerli o dover essere per forza in contatto con loro.

Come spiega lo stesso Schaaf, Imgur è una sorta di social network a cui mancano però molti pezzi della classica esperienza social, un po’ come un videogame nel senso classico del termine: un posto dove svagarsi per qualche tempo, divertirsi e all’occorrenza imparare qualcosa di nuovo, senza particolari pressioni sociali.

La stessa homepage di Imgur richiama questo concetto. I contenuti più “virali” della giornata sono mostrati in evidenza e sono al centro dell’esperienza, mentre sono del tutto marginali le informazioni su chi li abbia caricati. Certo, per gli iscritti c’è un sistema a punti per ottenere più o meno popolarità, ma anche in questo caso la votazione è legata ai singoli contenuti, per lo più GIF animate, brevi video e meme. Gli utenti possono inoltre pubblicare nuove cose senza doversi iscrivere, ricevendo automaticamente un link che rimanda al loro contenuto che può essere poi condiviso dove meglio credono.

Moderazione e controllo
Un posto dove si possono caricare immagini senza limiti potrebbe favorire la diffusione di contenuti inappropriati, violenti e di notizie false: il problema dei problemi per Facebook e gli altri. Su Imgur i casi di immagini inappropriate sono rari perché la pubblicazione dei contenuti è sottoposta a una costante moderazione, sia da sistemi automatici, sia con un controllo umano. Schaaf ha spiegato che in media un contenuto non adatto al sito rimane online al massimo 3 minuti prima di essere rimosso, ma sostiene che si debba fare meglio. Rimane comunque un tempo di reazione molto rapido, se confrontato a quanto impiegano Twitter o Facebook per rimuovere post che violano le loro regole.

La stessa comunità di utenti su Imgur contribuisce al lavoro di moderazione, segnalando i contenuti non adatti o attribuendo loro una pessima reputazione, tramite il sistema di voto dei post. L’andamento delle votazioni è uno dei parametri utilizzati per verificare se ci sia qualcosa di anomalo, sul quale debba intervenire un moderatore.

Infine, la mancanza di vere e proprie sezioni, pagine e gruppi evita che si creino “bolle” e “camere dell’eco”, dove contenuti controversi (per esempio razzisti o misogini) sono condivisi da persone organizzate e che cercano di dare più risalto ai loro post. La dispersività di Imgur è in questo senso un valore, per evitare che il sito sia utilizzato per fini di propaganda o per diffondere notizie false, come è avvenuto negli ultimi anni su Facebook.

Un posto per essere felici
Schaaf sostiene che Imgur debba essere soprattutto un luogo positivo, dove le persone arrivano, guardano qualche immagine e meme e se ne vanno soddisfatte, se possibile un poco più contente di quando avevano iniziato a consultare il sito. Negli ultimi anni diversi studi hanno notato come l’uso dei social network renda meno felici le persone, facendole sentire inadeguate o con vite peggiori rispetto a quelle degli altri, che condividono continuamente ogni aspetto della loro esistenza. Molti dicono di sentirsi più soli dopo aver consultato Facebook, o di percepire una maggiore ansia dopo avere letto Twitter, o ancora di sentirsi depressi dopo avere guardato un po’ di post su Instagram.

I servizi per la fruizione dei contenuti, a prescindere da chi li ha realizzati, sembrano avere invece un maggior effetto positivo. Spotify per la musica e Netflix per serie tv e film fanno sentire meglio i loro utenti, e qualcosa di analogo fa Imgur grazie al modo in cui è organizzato. La stessa Imgur ha commissionato una ricerca sul tema per mettere in evidenza questi dati. L’idea era di dimostrare a chi investe in pubblicità che gli utenti felici sono più ricettivi, e quindi più disposti a ricevere messaggi promozionali mentre consultano il sito.

Futuro
Non essendo quotata in borsa, Imgur non è tenuta a rendere pubblici i propri dati finanziari, ma si stima che produca qualche decina di milioni di euro di ricavi l’anno, una cifra molto bassa se confrontata con i miliardi di Facebook. La società ha comunque una struttura molto flessibile, con meno di 100 impiegati a tempo pieno. Nonostante il rallentamento degli ultimi due anni, le assunzioni sono proseguite e Imgur continua ad avere una base fedele di utenti, cui si aggiungono i fruitori occasionali dei suoi contenuti. Schaaf confida che la progressiva disaffezione per Facebook e gli altri social network mostrata nell’ultimo periodo possa giovare a Imgur, ora che entra nel suo decimo anno di esistenza.